l'educazione vuole che siamo umili e dimentichiamo un po' noi per gli altri; dovrete buttar giù le arie, poichè la semplicià è la prima dote
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provviste che noi, da giovini, dobbiamo fare per la vecchiezza, la quale, se ci saremo preparati ad accoglierla, ci parrà dolce e serena come
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vita, esige da noi sacrifizi e rinunzia di tutto ciò che non è indispensabile al campamento, è necessario avvezzare il palato e lo stomaco a essere meno
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quadro efficacissimo dei costumi de' suoi tempi, lontani da noi circa sei secoli, chè il dabben uomo visse tra il 1240 e il 1314. Nel suo poemetto "De
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signore! E noi, via, abbiamo studiato! - ribattete voi. Ma, generalmente, questi grandi oratori, da cui accorrete illudendovi sempre di poter tutto
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proponetevi di non dare agli altri le seccature che non vorreste voi. Il troppo amore di noi, mie care figliole, e l'eccessivo desiderio d'essere ammirati
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. Mi rintronano ancora dure all'orecchio certe frasi udite qua e là a proposito della pulizia de' forestieri:brutto complimento per noi italiani, vero
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illusorie, più che vere, anche nella vecchiaia: non siamo pagani, noi, da rattristarci al pensiero dell'età matura, e poi, come Alessandro Manzoni
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, che di tal genere di persone, noi, che dovremmo essere gente educata, numeriamo sempre i difetti, senza trovare neppure un'attenuante. E pensare che
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affidate per il vostro bene, potete dire sfacciatamente: - Noi stiamo qui perchè siamo obbligate, tu ci stai perchè sei pagato dal governo. Torcete la
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vostra mente. La merce che si consuma si paga con corrente denaro, ma quella che deve restare con noi, accompagnarci nella vita, guidarci a una mèta, non
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', ma piena d'affetto per tutte noi. Apparteneva a una famiglia più che agiata. Sua madre, di tanto in tanto, capitava a chiedere ai professori
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della salute nostra? E un po' d'interessamento per quella dell'amica? C'è il poscritto! E' così facile aggiungere: "P. S. Noi stiamo tutti bene; soltanto
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uditori. Noi siamo tutti un po'come le bestie, che si lasciano ingannare dall'intonazione della voce:con questa differenza, che in noi forse la
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strumento di questo nostro parlare, sulla lingua nostra ch'è parte viva di noi, perchè è come lo scrigno dove si racchiudono i pensieri, i sentimenti
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ancora viva, ogni contatto sembra che ne rattizzi l'ardore, e ce ne stiamo lì tutti rattrappiti su noi stessi, per tema che altri ci s'accosti, e
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che tuo padre ed io abbiamo scelto, fra gli educatori a cui noi abbiamo accordato tutta la nostra stima, tu imparerai a rispettare la legge e a temere
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sembrano tanto lontane da noi, appunto perchè non tentiamo d'avvicinarle. Quante educande hanno la biasimevole abitudine di fare a tutti - magari alle
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Così, con le compagne, sii affabile premurosa e, soprattutto, indulgente. Il voler giudicare un nostro pari nuoce sempre e allontana da noi la
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bisogna dar qualcosa di noi insieme col denaro, che il benefizio sincero è quello che s'appaga di se stesso e non cerca altro esteriore compenso, e
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per evitarvi mille noie e tante imprecazioni, che sono altrettante stonature nella vostra bocca. Cominciamo dalle calze anche noi. E' scappata una
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persona cara; e ci stacchiamo da lei come per uno spintone, seccati, urtati, imbecilliti anche noi, nè, per un bel pezzo, riusciamo a spiccicarci
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una certa intelligenza, non goffa se invece la tua personcina è svelta e ben fatta. Non bisogna però esagerare nella compiacenza del giudizio di noi
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obbligasse a divenire schiavi e a non ritrovare mai noi soli con noi stessi. Buoni amici sì, ma intimi no! Gentili sì, ma non mai schiavi! Tanto più
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senza di noi! è meglio aspettare che vedercelo passar sul naso! "Ci siete, dunque:che sospirone! Il carrozzone è vuoto, e voi potete prender d'assalto
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sentimentali, dovete voler bene a queste creature inferiori, pensando che anch'esse fan parte della grande opera divina, che anch'esse vengono come noi
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SPESSO noi con la parola virtù accompagnamo l'idea d'un atto difficile, raro, faticoso; perchè la virtù che maggiormente attira la nostra attenzione
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- Antonio Pastore ed io. Precisamente in quella sera Antonio Pastore - l'autore di Socrate e di Stami di vita - rivolse a noi tutti gentile invito di
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il tuo cuore, che ti consiglia a gettarti fra le braccia della santa creatura e a chiederle un bacio. Il bacio sarà l'arcobaleno. Lauretta, noi
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non aveva tatto. E' una virtù, questa, che ci bisogna troppo spesso, perchè noi la trascuriamo. Troppi sono i dolori umani, troppa l'umana
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! Credete, forse, che, se i grandi inventori avessero temuto le risa e gli scherni della gente, noi avremmo il benefizio delle loro scoperte? A costo
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di quest'odioso eccessivo amore del nostro io, indispone gli altri verso di noi, li rende impazienti, aspri, ingiusti forse. Piuttosto che trascurarla
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della nostra vita sono quali noi li vorremmo, non tutti i bocconi adatti al nostro palato; ma anche a quelli che non ci gustano noi non dobbiamo fare
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racconterebbero storie dolorose! Si può essere semplici e, aiutandoci con mille piccole arti note soltanto a noi donne, sembrare eleganti. Un'acconciatura
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famiglie reali. E voi. . . ? Lasciatemi credere che non manchino fra noi italiani di queste ideali creature, che sono fate benefiche nella piccola
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una scolaretta come voi. Se a una saltava qualche ticchio del genere, noi la guardavamo un po' trasognate e ci scostavamo da lei perchè non ci pareva
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noi donne ci solleviamo più in alto, perchè più in alto mirino lo sguardo e il cuore dell'uomo. Le nostre semplici nonne potevano talvolta
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Accademia della crusca
