La votazione di Cavalese del luglio 1912 mutò completamente la tattica dei partiti. Avevamo un bel dire noi che il rifiuto era venuto per dissidi
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costano 2 milioni mentre dal Lavis-Cembra se ne spendono quattro, questi 10 km in più di quello che noi accettiamo e che viceversa avrebbero
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carri, potesse rappresentare la perdita nazionale di Fiemme, noi tutti, a qualunque costo, avremmo dovuto opporci. Ma l’opinione dei più equanimi non
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Ecco qual’era la terza eventualità, che noi volevamo scongiurare, che Fiemme si buttasse con Bolzano, che questa acquistasse un influsso d’una valle
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Oss-Mazzurana sia col baron Sternbach per la Egna Predazzo. Al primo allarme dell’Alto Adige, noi avvertimmo allora che il comitato era composto in
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criteri politico-nazionali, ma che è sorvolato su quello che più importa a noi fiemmazzi, cioè alla questione finanziaria. Il contributo domandato alla
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nella sua coscienza nazionale, socialmente riorganizzato, ritto in piedi innanzi agli irrisori ed ai potenti come noi lo abbiamo nella mente, quando
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di non lasciarvi provocare a sensi ostili contro la città che per noi sarà sempre il centro del paese. A Trento non tutti la pensano come i comizianti
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(ilarità). Non noi abbiamo sparso in Fiemme la zizzania, ma i nostri avversari incorsero a tutte le arti, fino alle denigrazioni personali, perché
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sghignazzare, non fanno che testimoniare della loro educazione (applausi). E poi noi deputati abbiamo dovuto concludere: Ci sono troppe forze e troppe
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Contro di noi poi deputati in particolare si lancia l’accusa di distaccare Fiemme dal Trentino. Questa frase del distacco fa impressione su chi non
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giornalista e conferenziere, propagandista e organizzatore, noi auspichiamo il pieno meriggio in cui mons. Gentili veda per l’opera sua e dei suoi amici
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Accademia della crusca
