la voce quasi volessero dire alle persone: Voi non sapete cantare come noi? So parecchie storielle di uccellini; ve ne racconterò qualcuna; comincio
. Chi può sapere che giudizio si formino di noi le nostre bestioline? Più volte mi era accaduto di dare anche al l'altro uccellino un pezzetto di carne
voce le disse: — L' anno venturo regaleremo un croccante noialtri alla mamma. — In che modo ? — Lo faremo noi. — Tu sei matto! — rispose Bice. — Chi sa
camera, le monache si divertivano a gara a interrogare la piccina. — Vuoi venire a star qui con noi? — E la mamma? Resterebbe sola sola. — Verrebbe
in cielo così in terra. Dammi quel giocattolo quotidiano che muove testa e braccia, rimettici i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
Dunque, stando così le cose, noi cattolici siamo in dovere, quali esse siano le convinzioni storiche o giuridiche, di non staccarci dalle
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attuale di cose deve avere un libero Stato. Dunque questa conseguenza si collega con una verità d'ordine superiore. Del resto noi siamo soggetti al
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Ho tracciato la condotta dei veri cattolici in questa scabrosa questione, perché non si dica che noi facciamo mistero degli obblighi che v'incombono
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idea che corre, cioè che noi vi abbiam chiamato a queste riunioni per convincervi che il nostro re debba essere il Papa. L'azione dei cattolici invece
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Questa ipotesi può sembrare un paradosso; eppure noi abbiamo avuto ministri che hanno concesso impieghi superiori a straordinari, facendoli passare
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Ma io mi dò pensiero di ben altro, e cioè, di un principio che noi andiamo a violare. Domando: è lecito al Parlamento manomettere privati diritti
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. Pare a noi che, nell'interesse del buon servizio e del miglioramento del Corpo, si possa anche consentire che non valga più quell'esame di idoneità
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stata sensibile, se si fosse avverata, noi avremmo visto una notevole diminuzione nel debito ipotecario; avremmo visto cioè diminuire le operazioni di
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Noi conosciamo le abitudini delle popolazioni delle nostre campagne, e sappiamo tutti per quali occorrenze esse ricorrano al credito fondiario. Il
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capitali alla terra. Fu raggiunto questo scopo? Le stesse cifre che ho ricordato rispondono per noi. Di queste cifre non ricorderò che quelle che si
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Noi, per creare veri elementi di sviluppo al credito fondiario dovremmo modificare profondamente le nostre leggi civili e di procedura civile che
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dalla prescrizione trentennaria? Finchè noi vediamo vivere nel Codice nostro in materia di legislazione immobiliare principii e norme da quasi tutti
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dalla confusione, tanto fra noi funesta, delle funzioni del credito. Imperocchè, come tutti sanno, con quella legge quasi inaspettatamente (almeno
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In altri termini è questa un'altra restrizione che noi veniamo a fare a quella che era la volontà del legislatore, come ci era stata espressa dallo
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altri termini noi abbiamo che per l'articolo, così come è scritto e come è spiegato dalla discussione parlamentare, si è data agli Istituti la facoltà di
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intendevano assolutamente venire ad operare nel Mezzogiorno. E allora noi andavamo a creare un ostacolo al sorgere di altri Istituti, acquietandoci
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Balenzano relatore. Temo che l'onorevole Diligenti abbia confuso il presente disegno di legge con altro che si discusse nel luglio. Noi abbiamo in
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che, senza deviare e senza divagare, noi possiamo presto far divenire legge dello Stato queste modificazioni che migliorano essenzialmente il regime
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di debiti. Noi abbiamo fatto per i crediti fondiari degli Istituti di emissione una legge intesa prima ad agevolare la loro liquidazione, e poi a
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dinanzi alla Camera un altro disegno di legge d'indole generale sul credito fondiario noi ci riservavamo di sostenere a tempo opportuno il nostro
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magistrato. Potete avere larga fiducia negli amministratori del credito fondiario; ma noi, siccome siamo nella vita pratica, e vediamo praticamente l'uso che
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chiesi che la discussione delle interpellanze sulla politica interna ed estera cominciasse martedì. Lunedì noi chiediamo alla Camera, che sia permesso al
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. "Naufraghi!" urlarono dieci o dodici voci. "E che cosa volete da noi?" "Eh, per mille code di Belzebù!" tuonò una voce rauca. "Qui si crepa di fame
sfidare le nausee per godere simile spettacolo." "Purché questo spettacolo non si muti per noi in un altro terribile." "Perché?" "Scendiamo." "Ancora
isole del Capo Verde per approfittare degli alisei." "Potessimo incontrarne una anche noi!" "Speriamo!" "Continuando a scendere in questa direzione
piccoli oggetti, 758 ... Totale 2600. Va bene, O'Donnell?" "È esatto," rispose l'irlandese. "Dunque noi possiamo disporre di quasi 800 chilogrammi di
africane?" "Chi vi dice che questa corrente non cambi? Se ci porta fino ai venti alisei, noi torneremo verso l'America, poiché soffiano da levante a ponente
loro palle non arriveranno fino a noi." "Crederanno di salutarci," rispose Kelly. "Che siano indiani?" "Gli indiani di Terranova sono morti tutti e
uno di noi sarà trascinato ancora in aria." L'aerostato cadeva sempre. La distanza scemava con rapidità spaventevole: pareva agli aeronauti che la
breve salire ad una grande altezza. Le nubi non si radunano che di rado oltre i mille o millecinquecento metri." "Allora noi assisteremmo ad una pioggia
?" "Non ho questa pretesa, O'Donnell, ma se il vento si mantiene stabile, noi avvisteremo domani sera o dopodomani, le prime Canarie." "Siamo spinti
avete?" insistette l'irlandese. "Ho da darvi una seria comunicazione, O'Donnell." rispose l'ingegnere. "Noi abbiamo virato di bordo, come dicono i
freddo sudore che gli imperlava la fronte. "Cinque minuti di ritardo e noi eravamo perduti! Vedete, Mister Kelly, a qual pericolo vi esponete per colpa
." "Infatti è vero." "Noi non possiamo accorgerci della marcia del nostro vascello aereo, perché i palloni non hanno moto proprio. È la massa d'aria che li
un vulcano, ma non può gareggiare con noi, quantunque il vento sia debolissimo." L'aerostato intanto continuava a scendere. Precipitava bruscamente di
, o alle Canarie, o alle isole del Capo Verde." "Dove ci troviamo noi dunque?" "Lo sapremo fra un'ora e mezzo. O'Donnell. Il mezzodì non è lontano
corridoio gemettero più forte di prima. - Hanno paura, - disse Tremal-Naik. - Non tenteranno nulla contro di noi. - Ma ci terranno prigionieri, - rispose
! ... Armate i fucili! ... - No, lasciate che io vi preceda. Li sorprenderemo più facilmente. - Va', noi ti seguiremo a breve distanza. Tremal-Naik si mise in
diedero la caccia! Ma siamo noi i suoi compagni. Il bengalese si raddrizzò, guardandoli con ispavento. - Voi! ... Voi! ... - ripeté. - Sono perduto
. - È probabile, - rispose Tremal-Naik, che ascoltava attentamente. - Se ritornassimo? Questa notte non fa per noi. - Tremal-Naik non ritorna mai
le unghie non gli lascio intero un pezzettino grande come una rupia. Ingannare così noi, cacciatori di serpenti! Sai, padrone, che l'hai scampata per
riva. - Kammamuri, - disse Tremal-Naik, - noi possiamo metterci in marcia. Gli indiani, a mio parere, devono essere tutti dinanzi a noi e nel mezzo
gli esseri misteriosi che assassinarono Hurti, vengano qui? - chiese Kammamuri. - Sono certissimo. Vedrai, maharatto, che prima di domani, noi sapremo
pericolo che corre Ada. Credi tu, maharatto, che noi arriveremo a salvarla? - Lo credo, padrone, - rispose Kammamuri, spingendo il canotto in mezzo alla
astuto di quello che tu credi, - rispose l'indiano Saranguy. - Sai se ha parlato Negapatnan? - Non lo so. - Se quell'uomo parla, noi siamo perduti