Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: noi

Numero di risultati: 76 in 2 pagine

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Enrichetto. Ossia il galateo del fanciullo

179025
Costantino Rodella 5 occorrenze
  • 1871
  • G.B. PARAVIA E COMP.
  • Roma, Firenze, Torino, Milano
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anch’essi un cuore, un sentimento come noi? Poveretti, non è già abbastanza misera la loro condizione? essere sempre lì sottomessi a’cenni altrui

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Quantunque niuna pena abbiano ordinato le leggi alla spiacevolezza ed alla rozzezza dei costumi, noi veggiamo nondimeno che la natura istessa ce ne

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osservare noi stessi, e a dire con ordine e con semplicità quel che si sente. Diceva inoltre che questo lavoro lo giovava moltissimo nel perfezionamento

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voleva farsi portare all'ospedale. Ma i vicini: o che! Noi non siam buoni da nulla noi? O sì che vogliamo veder questa, lasciarci portar via di qui il

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contrario: sarebbe come chieder ozio e salario. — Ma ella non sa, riprese uno di quelli, che noi lavoriamo dieci ore per dì, per guadagnarci la bella

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Galateo morale

197392
Giacinto Gallenga 45 occorrenze
  • 1871
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino-Napoli
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era loro imposto dalla religione modesima. Da noi si nutre ancora in certe famiglie una decisa avversione, direi quasi disprezzo, pei bagni. Eppure la

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di noi una raccomandazione questo genere sarebbe tenuta in canto di uno scherzo, e pochi, per non dir nessuno, si acconcierebbero a rispettarla. Nei

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nausea e ribrezzo quando fossero trasportati dalle finzioni del palco scenico alla realtà della vita comune. Pur troppo in questa bisogna noi non ci

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E da noi Italiani? Onde avere un'idea del progresso che noi andiamo facendo nella carità verso le bestie, basterà ch'io vi citi il seguente brano di

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effetto della nostra superbia la quale vuole interporre una ridicola distanza fra noi e gli altri, facendoci sembrare indebiti e superflui quei riguardi

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del pari che al filosofo. Per tal modo anche nei mestieri più umili il vero operaio può giungere ai più sublimi risultati». E noi ne abbiamo di questi

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! risposero, gli altri lo percuotevano, e l'abbiamo percosso noi pure; gli altri dicevano di volerlo uccidere e noi abbiam risposto: uccidiamolo pure

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degli convenienti della moderna civiltà, così Smiles, si è che mentre andiamo perfezionando i nostri meccanismi, noi dimentichiamo alle volte che il

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quell'altro cittadino romano contemporaneo ed amico di Cicerone, vo'dire Pomponio Attico, noi avremo un esempio di ciò che poteva anche presso quei

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Veniamo a noi. Egli è per dirti, o pubblico, che allorché ti accade di dover richiedere un impiegato di qualche servigio, la civiltà t'impone di

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Invece noi osserviamo dappertutto che le disposizioni della nostra natura, anche quand'essa è viziata, ci portano alla sociabilità, che è il primo

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sue simpatie nella persona di colui che è autorizzato a farlo arrestare e sottoporre a procedimento. Noi abbiamo sempre in bocca, quando parliamo di

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Considerando i modi che noi vediamo adoperarsi da certi alto locati della società, da certi funzionari superiori tanto civili (così detti) come

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quella onesta fermezza che sono in diritto di attendere da noi disgraziati che siamo chiamati a giudicare. Qualunque sia il nostro giudizio

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Da noi invece, da noi discendenti dai Romani antichi la parola polizia non si pronunzia generalmente fuorché con un profondo sentimento di repulsione

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Ma noi possiamo per altro, senza mancare alla carità, supporre che fra i medesimi ve ne siano taluni che lasciano nei loro modi, nelle loro parole

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mente, si lascia poco per volta trascinare a commettere delle ignobili azioni. I difetti della civiltà, della gentilezza nella nostra natura noi possiamo

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a formare la vera civiltà, la vera cortesia: dunque se vogliamo essere civili e cortesi, noi dobbiamo intendere prima di tutto a formarci, a

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Il fiele trabocca perenne dalle loro penne, e più di una cara memoria, di famiglia e di patria noi vedemmo evocata con parole di ludibrio e di rabbia

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d'Orleans, monsignor Dupanloup. «Se il vostro linguaggio fosse tra noi quelle di tutti i giornali religiosi, se fosse ben accertato che tutte le

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la loro esistenza. PELLICO - Doveri degli uomini. Alla famiglia noi diam nome di Santuario. Essa racchiude infatti ciò che vi ha di pù prezioso, di più

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, la stesso ribrezzo che ci inspira il prete che si scosta dalla decenza e dalla virtù è un secreto omaggio che noi rendiamo alla sublimità del suo

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noi stessi i materiali quell'edifizio di diffamazione che gli stranieri si mostran già troppo disposti a fabbricarci senza il nostro concorso. Italiani

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Noi deploriamo, e non senza ragione, la necessità di un esercito per le somme che ci costa, per le forze che esso rende improduttive. Noi non

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tuttavia per loro le altre classi sociali, e particolarmente quelli che si dicono, senza esserlo sempre, i signori. Da noi pur troppo non si osserva

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addolorati: Ah noi non troveremo mai più un padrone, come quello che abbiam perduto! E per questi sarebbe d'uopo sacrificarsi ad abitar più sovente la

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famigliare garbatezza che si usa fra eguali, né con quell'autorità mista a rispetto a cui s'informano le nostre maniere con le persone anche a noi inferiori

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Noi abbiamo in Italia a centinaia gli istituti ove si esercita la carità a favore dei poveri, a centinaia gli ospedali, i ricoveri, gli ospizi

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noi, nelle quali son sicuri di non perder nulla, e nelle quali hanno invece speranza di guadagnar qualche cosa. Non è poi meno stolto e cattivo quegli

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l'uom sano e robusto. Parimente si deve guardare nelle compagnie di non istar a far soverchie parole di noi e delle cose nostre, né stancar l'udienza

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cui il compenso, il solo che essa desideri, il solo che attenda è la malattia, la vecchiaia precoce, la morte. Noi dobbiamo rendere omaggio alla

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Vuolsi nelle visite che si fanno agli infermi procedere con discrezione e prudenza, giacché talvolta, credendo di far opera pietosa e cortese, noi ci

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riguarda lo stile e la materia del discorso, eziandio alle lettere. Noi non ci occuperemo certamente né della corrispondenza commerciale, né

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sciarade convien lasciarle ai giornali umoristici. Non dimentichiamo che verba volant, scripta manent e non arrischiamo quindi di compromettere noi stessi od

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; licet in anno semel insanire! dicevano i nostri antenati Romani tra i fumi delle loro agapi e dei loro Saturnali. Noi, Italiani, non fidiamoci

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abbandonarono, abbandonando la terra, tutto le soavi emozioni che abbelliscono la vita? — Si, cari miei, anche i morti esigono da noi dei riguardi. Per esempio

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che più non ci accompagnano colla loro materiale presenza negli uffici della vita. Noi parliamo sovente dei morti; al figlio che rammenta l'aspetto

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parte ai nostri conversari, che partecipavano insomma di noi, delle cose nostre, e senza dei quali imperfetta per così dire sembravaci l'esistenza

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; non sia vero che noi godiamo, immemori, i frutti delle loro fatiche, delle loro cure; la pianta dell'obblìo non deve crescere sulle tombe di coloro ai

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eglino se ne confortino nella loro solitudine. Noi vi spargeremo delle corone e dei fiori; ma più che dalle mortelle e dai giacinti avran sollievo e gaudio

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la salma fino al cimitero. I Francesi, pei loro morti, si mostrano più teneri e gentili di noi. Quando vedo le sepolture dei Protestanti, degli

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l'amicizia, l'affabilità, la stima fra gli uni e gli altri. Oh che? dovremo noi dunque arrossire d'avere per un fratello quelle compiacenze, quelle

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». Brutta cosa ella è da noi, funesta mostra di raffreddamento in quei soavi affetti che pur dovrebbero legare la figliuolanza ai genitori, quella

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era dunque dissimulare la nostra presenza: e le prometto che con questo metedo non ci veniva davvero in capo di essere noi il centro, ed il resto del

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Siamo dunque civili in famiglia; procuriamo di abbellire per quanto sta in noi l'esistenza di quelle persone, che tante volte pur troppo piangeranno

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