nelle quali non mi oriento.
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E parlando, alzandomi come un ossesso, ti accarezzo la fronte, le guance, pero - nonostante i quasi quaranta gradi - mi s'impiglia nelle dita un
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Sono sulla porta di casa. Oltrepassano il cancello. Eccoli camminare nelle folate di novembre fino alla femiata dell'autobus. Da là, senza neppure
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che mi entrassero nelle mani. Le corone erano perfette, ma fragili. Bastava una folata di vento e si decomponevano volando a caso nel castagneto.
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delle streghe, quello che sicuramente leimescola nelle notti di luna con ragnatele e code.
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Gli amici, ammirati del viaggio, resteranno fra i loro arredi, s`incont1'eranno di sera nelle piazze, si cercheranno al telefono. Fra due anni si
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Con gli occhi velati, le guance smunte, le labbra livide, all'alba e di notte, va a spezzare nelle aiuole dei vicini i boccioli della rosa tea
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era il sogno ridesto nelle potenze sue tutte trionfale? Qual ponte, muti chiedemmo, qual ponte abbiamo noi gettato sull'infinito, che tutto ci appare
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sbarravano il cammino. Una fanciulla nel torrente lavava, lavava e cantava nelle nevi delle bianche Alpi. Si volse, mi accolse, nella notte mi amò. E ancora
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notti mediterranee. Cigolava cigolava cigolava di catene La gru sul porto nel cavo de la notte serena: E dentro il cavo de la notte serena E nelle
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conigli nelle ore di libera uscita. Qui vennero un giorno a giocare due sorelle, due bianche farfalle, nelle prime ore del pomeriggio. Verso levante la
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camino. - Durante la prima scena i servi recano lunghe torcie, che raccomandano ad anelli di ferro fissi nelle pareti.
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non muovevo palpebra, quantunque nelle vene Mi serpeggiasse il freddo, ma, sia pigrizia o grillo, Sopportavo quei brividi, pure di star tranquillo. La
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. Ed il passero riscuoti con la tua folle ventata nella sua grondaia secca nella siepe denudata. Spazzi i portici e le calli e la nebbia nelle valli e
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Tace la notte intorno a me solenne le ore vanno e sfilan le memorie siccome un nero e funebre convoglio. Del cielo nelle oscurità remote nell'ombra
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sicuro non potrà affogare», né sbattuta dall'onda musicale quando senza velami dai tuoi occhi l'anima fiammeggiava e la tua vita nelle dita sicure era
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Da te lontano, nelle notti insonni, innanzi agli occhi dove anche io miri, sempre ho lo slancio della tua persona come il vento la trae della
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palpitasse del palpito che l'animo mi scuote ... vorrei che nelle tue pupille immote splendesse amore. - Ma dimmi, perché sfuggi tu il mio sguardo fanciulla? O
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nascondiamo a noi stessi, ora del volgo mi par fatto preda contaminata. Nei giorni del dolore e nelle notti senza riposo, nella valle triste della sorda
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che d'erbe e fiori ancor s'è ricoperta - se pur il ciel di nubi ancora svarii, onde occhieggian le stelle nelle notti, e nere fra il lor vario
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arde di vicendevole calore? Perché di fosca fiamma la pupilla s'accende nel languore disperato? Perché non ride amore come rideva amico nelle tenui sere
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soffocato lontane suscitava ignote voci, altra patria altra casa un altro altare un'altra pace nel lontano mare. Si sentirono soli ed estrani nelle
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Nelle eterne solitudini ride il sole come un pazzo, e le fervide risate son di raggi immense ondate; per le selve e i precipizi, lungo i solchi e
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goccie ai bruchi erranti? Alle bucce che dice il vento fioco? Oh nelle tombe scheletri grondanti, oh beltà, robustezze, a poco a poco scioglientisi
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d'aceto un canto mi cercò. Era un bel dì di luglio; dagli ampii finestroni piovean cadenze e balsami di fiori e di canzoni; brillavano le mummie nelle
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Io ho cercato nel mio letto, nelle notti, colui che l'anima mia ama: io l'ho cercato e non l'ho trovato - Ora mi leverò e andrò attorno per la città
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loro. Come, come restar fra questi avelli che chiaman stanze? Copron di versi i lirici tinelli le lontananze : oh miei curati nelle vigne erranti col
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fremente nella mia testa; l'amor, l'orgoglio oblìa del tuo poeta, le sue lotte, i suoi sogni, e le sue pene, là nelle braccia della prima creta che
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alti stipiti morde il suo vecchio pane; solo nelle mie tenebre cerco il mio pane anch'io, cerco la fede in Dio! E il mesto cuore interrogo di tante
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lattai dalle cascine, che la sera amoreggiano le fulve contadine, mentre ai bifolchi narrano, raccolti nelle stalle, l'ardor delle cavalle che trottano
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di fiamma, o ciclopi, o giganti, dite, entrar posso nelle vostre schiere? L'anima è un mar di note onnipossenti, e sotto i baci del licor di Chio
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scrivere su questo tema tanti versi ancor, darò al fuoco la cantica, e nelle coltri metterò il cantor! Oh! ma prima al pericolo il ricordo togliamo
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goccie ai bruchi erranti? Alle buccie che dice il vento fioco? Oh nelle tombe scheletri grondanti, oh beltà, robustezze, a poco a poco scioglientisi
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Il bambin che cantai nelle canzoni che son piaciute ai buoni, è malato, e, tuttor, nel contemplarlo, nell'indagar sulle sue guancie smorte se al
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amor! l'ultimo... eterno, se un inganno non è l'occhio di Dio che nelle tombe io scerno. Siam da tempo compagni! e fu la bella allegria dei fanciulli il
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Fosti eretto da uomini orgogliosi in un'età di ferro! Nelle viscere tue stan marmo e cerro, bel campanile! I tuoi merli son gloria e apoteosi
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, quelle cui veglian, nelle grotte buie, gli Incubi, iddii dalle pupille fuie, la cospergean di innumeri scintille. Rosseggiava il rubino, come
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all'alme perverse quanto all'anime buone pur nelle sorti avverse, dona a chi segue la sua legge Iddio d'esultanza o d'oblio! Né più il pastore, dalle prime
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ruscelletti fonici, la bruna tanicciuola, per errar tutta sola? Ira ti spinge nelle vie d'esilio, noia, vaghezza, amore? Perché lasciasti gli acidi succhi
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