magnoglia durante l'ultimo temporale. Gli altri fecero qualche commento a mezza voce, mentre rientravano nella villa alla spicciolata. Solo il professore
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scappasse fuori all'improvviso. Nella mente gli passò rapida l'immagine dello schianto contro un'auto in corsa. Argo! - gridò. Sulla strada si affacciò la
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con una calligrafia fitta e nervosa da sismogramma. Poi ripose tutto diligentemente nella valigetta e soggiunse: - Dunque... oggi è lunedì, non è
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, mia zia - precisò il direttore, con una sfumatura di impazienza nella voce. Il professore si riscosse, prese gli occhiali dal taschino, pulì ben bene
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maresciallo. Estrasse dalla tasca una forcina e cominciò ad armeggiare nella serratura, mentre il professore gli faceva luce con la pila. Passarono
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- ALLORA, hai visto come si fa? - chiese la Clotilde, riportando il bimbo nella sua culla. - Sì, non è difficile. - L'importante è controllare sempre
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NELLA GRANDE VILLA, fuori nel vasto giardino, e più in là, nelle vie d'intorno, era tutto un cercare, un frugare, un rovistare, un chiamare e
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nella mano ossuta. Qualche goccia cadde sul risvolto del lenzuolo, ma Amanda nemmeno se ne accorse. - Dunque... - proseguì il professore - il
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benessere dei futuri ospiti di Villa Felice è un atto di altruismo, compiuto nella certezza di lasciare un ricordo grato e durevole di sé.
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il direttore, che aveva rituffato il naso nella rivista di automobilismo. - Il mio cane. Siamo invecchiati insieme, noi due. Come potrei abbandonarlo
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riparo dai colpi di sventura, nella casa del giornalaio, magari davanti ad una buona scodella di zuppa calda. Ma questo pensiero, che gli occhi della
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entrò nella camera e si diresse automaticamente verso le finestre. Un paio di braccia robuste afferrarono uno dopo l'altro i saliscendi e tirarono su
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gioire o preoccuparsi. Domande senza risposta si affollavano trepide nella sua mente. Perché Argo non era rimasto con il giornalaio cui l'aveva affidato
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passo lento e posato, un uomo assai più piccolo di statura, piuttosto robusto, vestito nella medesima maniera. - Buongiorno a tutti! - disse il dottor
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ERANO TUTTI RACCOLTI nella piccola cappella di Villa Felice, con addosso il vestito buono e dentro una grande tristezza, per dare l'estremo saluto a
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uomini per mangiarseli crudi. Pensa! Nella caverna di Polifemo Ulisse ha visto sbranare vivi i suoi compagni e non ha potuto far niente per impedirlo. E
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primo che le venne a tiro e lo condusse via. Gli altri, con il pensiero ancora là, nella spaventosa caverna di Polifemo, si avviarono lemme lemme verso
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! Taci, per carità... - e agitava il sacchetto delle monetine, facendole tintinnare vicino alle sue orecchie, nella speranza che quel suono la distraesse
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elastico. Poi prese uno spillo e fece alcuni buchetti nella gomma. - La tettarella è pronta - annunciò col tono di chi si aspetti di essere salutato con un
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LEOPOLDO Umberto Bagliotti-Gagginis entrò nella camera dritto e impettito in tutta la superiorità del suo metro e ottantasei di altezza, la bocca
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