’immaginazione ha quindi il suo fondamento nella storia. Ma la ripetizione precisa di un evento è un caso e il caso è un fatto particolare, mentre la
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una direzione unica, dall’alto al basso. Francesco di Sales vede nella devozione, più ancora che un legame, una scala che va dalla terra al cielo
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L’immagine devozionale appare già nella pittura tardo-manieristica, con la funzione di dare alla preghiera un oggetto sensibile. Nel Seicento diventa
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: istruire il popolo e confermarlo nella fede, mostrargli i doni largiti da Dio agli uomini, edificarlo con la visione dei miracoli, spingerlo a
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fatti nell’attualità e nella realtà del loro accadere; ma gli stessi critici del Seicento riconoscono il suo legame, nella prima fase della sua opera
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, non avendo ancora una finalità ultraterrena, si è svolta interamente nella natura: impossibile dunque disgiungere natura e storia, impossibile
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suoi dipinti d’interni nella parete di fondo, spesso in più piani successivi, sono rappresentati quadri, specchi, arazzi: il dipinto, dunque, è l
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’asse della chiesa e prive di ogni relazione con l'interno. Inserita nella parete di una strada, la facciata della chiesa si eccepisce dagli edifici
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andrà infatti sviluppandosi per tutto il secolo culminando, nel Settecento, nella chiesa di San Carlo a Vienna, studiata, sotto questo aspetto, dal
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Pietro da Cortona nella chiesa dei Santi Luca e Martina: la definizione dello spazio è affidata all’articolazione plastica delle pareti, ai suggerimenti
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la tecnica non è data a priori nella natura-modello creata da Dio, ed è un'attività puramente umana, cade la tesi classica dell'arte-mimesi: l’arte non
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dell'esecuzione: ogni artista ha la sua praxis, spesso modifica la tecnica secondo il tipo dell’immagine. Anche nella pittura, come nell'architettura e nella
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Nella fenomenologia illimitata del reale il solo principio d’ordine è il raggruppamento per classi d'immagini. Poiché non vale più il concetto della
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Non diversa è la situazione dell'individuo nella società, nello spazio fisico della grande città, nello spazio politico dello Stato: è un punto
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cogliere il “caratteristico” o nella trascrizione fisionomica del carattere morale, ma il “naturale” del personaggio o il suo “temperamento”, anche
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un giudizio, anche se spesso il giudizio è elogio oratorio o complimento galante. Nel ritratto si ammette, insomma, che nella vita sociale il
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gruppo e mette a fuoco un solo personaggio; Rembrandt è un pittore di solitari, anche quando dipinge un gruppo isola ogni figura nella storia segreta
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L’interesse sociale che domina il secolo, la rinuncia a identificare Dio nella natura e a dedurre da essa i principi della vita intellettiva e morale
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se nella natura fossero contenute, in nuce, tutte le varietà degli affetti, dei caratteri, delle passioni umane. già presente, nel Rosa, quella che
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Bruegel il Vecchio, nella Caduta di Icaro, aveva espresso lucidamente la sua concezione scettica della natura. Non è più, come in Bosch e in Patinir
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. Tutto vibra nella luce; ma la luce non viene fuori, emana dal dentro, è il segno visibile, non la causa, di questa sensibilità acuita fino allo spasimo
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: vorremmo insomma ritrovare in essi i sapori e i profumi di cui abbiamo goduto nella vita, ma ritrovarli e goderli in un rapporto spirituale che non è
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proprio in questa trasformazione delle cose in rappresentazioni, nella capacità di prepararle a essere oggetti e strumenti dell’attività della mente. L
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: quell'esistenza, appunto, che tutta l'arte del Seicento cerca di attuare nella forza non più illusiva e sempre subordinata dell’immagine, ma nella sua
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del pensiero nella pratica della vita. Non v’è dubbio che l’irrazionalità è il carattere dominante di questa cultura; ma è un’irrazionalità voluta
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non inizia una nuova ricerca, ma si limita a mettere ordine nella fenomenologia immensa e spesso contraddittoria prodotta dal secolo precedente. L
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Nella seconda metà del Cinquecento entra in crisi il pensiero che la ragione umana non sia che il calco della logica divina ugualmente espressa nella
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Poiché poi il problema del comportamento appare assai più importante di quello della stessa natura umana e il comportamento si esplica nella sfera
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, non è soltanto tra due tesi, ma tra due modi di comportamento nella vita. È una scelta morale e l’ordine naturale della creazione, posto che si creda
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dimostrabili si restringe e nei suoi confini opera soltanto la scienza; la morale non ha più il suo fondamento nella verità ontologica e, quanto
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contraddittori di riconoscere il creatore nella creatura e di condizionare il pensiero e l’agire umani alla logica eterna di Dio. Il domma è verità di fede
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bello formale. Il bello non è più una forma ben definita nei suoi contorni, nelle sue proporzioni, nella sua plastica, nei suoi colori, ma l’immagine
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, farsi percepibili, credibili, comunicabili: l’immaginazione, infatti, ha una funzione non dissimile da quella che ha, nella scienza, l’ipotesi, e
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all'accaduto; ma aggiunge che è credibile o possibile soltanto ciò che è già accaduto (Poetica, IX). Dunque l’immaginazione seria ha un fondamento nella
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’universo” o in cospetto della natura, ma l'uomo che vive nella società, e in essa ha una situazione sempre diversa, perché la società non ha una forma
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fondamento nella coscienza comune e concorrono a determinare i modi di comportamento: “ll maggior capo e principalissimo di tutti a poter persuadere e
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carattere municipale sia nella struttura sociale sia nella configurazione planimetrica ed edilizia. Per la sua situazione, generalmente al centro del
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Domenico Fontana rientra nella sfera delle forme destinate alla persuasione o delle forme “rettoriche”. Le nuove strade tracciate dal piano collegano
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michelangiolesco, che fa dell'edificio un organismo plastico unitario, concluso nella forma sintetica e simbolica della cupola. Dal primo disegno
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Ciò che il Bernini, operando in pieno Barocco, riprende e svolge nella spazialità aperta del colonnato è il nucleo plasticosimbolico della cupola
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rettorica è da scontarsi in terra e non, dopo la morte, nella gloria del cielo. Perciò l’architettura barocca francese, più che a dar forma a una concezione
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come schemi distributivi per la prospettiva “monumentale” degli edifici: nella regolarità geometrica della riforma barocca di Torino non si riflette
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nettamente si pone, tra la campagna o il suburbio e il centro storico cittadino: nella nuova struttura sociale esiste ormai una separazione precisa tra
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la premessa spaziale dell'assetto monumentale che danno alla piazza il Rainaldi, il Borromini, il Bernini. Quest’ultimo, erigendo nella piazza la
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, almeno nei temi meno impegnativi, è normale; nella ornamentazione, salvo l'inserzione di taluni motivi simbolici, gli indigeni hanno praticamente mano
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nella città-capitale; ma ha un raggio infinitamente più largo, una fenomenologia praticamente illimitata, un’immensa varietà di aspetti. L’idea di
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di più: ha sentito che un valore monumentale non può nascere dall’immaginazione o dall’ingegno di un singolo e si forma e matura lentamente nella
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ritroveremo il sentimento del monumentale anche nella composizione dei paesaggi, nelle pose dei ritratti, talvolta perfino nelle nature morte.
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sociale; evidentemente vuole alludere, con una metafora sociale, al rango privilegiato dei santi nella gerarchia dei valori spirituali e, insieme, al
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ellittica ma, entrando nella prima si ha un senso di costrizione o di contrazione dello spazio, nella seconda di dilatazione o espansione. Ciò
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