cacciò una mano nella tasca del grembiule, e ne tirò fuori la Cecina, che era alta appena una spanna, ma bellina e ben proporzionata. Come vide quel
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spavento di Sua Maestà e di tutta la corte! Nella confusione, la vecchia era sparita. E la Cecina, che dal suo palazzo ordinava: — Datemi da mangiare
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i vostri occhi son riposti in buon luogo; son nella gobba della Reginotta di Spagna. Il Re si trascinò fino al palazzo reale, dove questa abitava, e
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' uscio e vedeva scritto sui muri: Fai, fai, fai, Non l' hai avuta e non l' avrai. La Regina veniva ai ricevimenti di corte, veniva nella sala da pranzo
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, rimanevano ancora incerti. Allora la ragazza, indettata, disse: — Maestà, non vi ricordate di quando venivate nella mia camera colla cesta, e poi vi
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Nella seconda c' è un gigante tutto coperto d'acciaio, con una mazza di ferro brandita: mostragli la lama del coltellino, e ti lascerà passare. Nella
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riprendervi quel che mi deste l' altra volta. — Che cosa ti diedi? — Un bel calcio nella schiena. - Il Re esitava: avea vergogna di ricevere un calcio in quel
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nella pelle dall' allegrezza. — Il Reuccio gli aveva menato un calcio: le stava bene a Spera di sole! - Il Reuccio pochi anni dopo pensò di prender
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della Corte gli s' affollarono attorno, ma le avea appena messo in dito l' anello, che la Reginotta divampò, tutta una fiamma! Fu un urlo. Nella
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aspettavano. Quando fu l' ora, s'intese nella via: — Cenci, donnine, cenci! — A questo grido il pattino di terra cotta scoppiò, e ne uscì fuori un bel
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altro patto. Vorrei entrare nella Grotta delle sette porte, e non so il motto. Se me lo sveli, la Reginotta sarà tua. — Parola di Re? — Parola di Re
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occhi, fata Fantasia s' intenerì: — Vado e vengo. — Rientrò nella grotta, e dopo un pezzetto, ricomparve col grembiale ricolmo: — Tieni; con questa roba
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e se ne riempiva le tasche. Ma nella stanza appresso, i diamanti, sempre a mucchi, eran più grossi e più belli. Il Re si vuotava le tasche, e tornava
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reale non si tocca. — Quel povero diavolo tornò nella grotta in cerca della vecchia, e si mise a piangere. — Che cosa è stato? — Mammina mia, i
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bollente. — A che farne? — Lo saprete poi. — Quando fu il giorno, l'olio bolliva nella caldaia. Venne la vecchia e dietro a lei quel povero diavolo con
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nella via quella vecchiarella tanto ricercata: — Buona donna, buona donna, montate su. — Maestà, oggi ho fretta; verrò domani. - La Regina rimase
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tremava. — Son coltellino, Son piantato nella terra dura, Per difender la creatura. — Contro questa malìa, il Lupo Mannaro non poteva nulla. E la mattina
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faceva rabbia, e i lettori non immagineranno facilmente la gioia da me provata nel vedermi, a un tratto, fiorire nella fantasia quel mondo meraviglioso di
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Pagina Prefazione