nella notte, triste cancellatura nella chiarità dell'alba. Le antichissime sale morivano di noia: solamente l'eco delle gavotte, ballate in tempi
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Noi sedemmo sull’orlo della fontana nella vigna d’oro. Sedemmo lacrimosi in silenzio. Le palpebre della mia dolce amica si gonfiavano dietro le
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sempre nella città muta dei sogni. Io mi allontano e la mia veste bianca se la dividono i rovi, e la mia ghirlanda s'è mutata in una corona di spine
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silenzio per i tonfi sordi sé avvolse in bende assai più gravi e tetre. Un ragno tesse la sua tela folta per il mio teschio e nella tela stanno, morte
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