agli allettamenti onde l'arte ci attira, avrei mirato ad un’abbondante e circospetta analisi delle opere, e nella dicitura stessa sarei stato più severo
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DISCORSO TENUTO A BOLOGNA NELLA SALA DELLA SOCIETÀ DEGL’INSEGNANTI IL DÌ 20 APRILE 1890.
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gagliardia, ch’egli aveva intraveduto nella vergine natura primitiva, e poi attribuisce a quest’uomo sì trasfigurato e forte tutte le infelicità della
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DISCORSO TENUTO NELLA SALA DELLA SOCIETÀ DEGL’INSEGNANTI IL DÌ 25 MAGGIO 1890
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gentil potere di attrazione sui forestieri che vi hanno dimorato alcun tempo. A Bologna il Calvari aprì una scuola, la quale nella storia ha il vanto di
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apparizione, è evidente del pari la persistenza dei modi appresi nella prima scuola. E siccome una terza cosa vi apparisce, ossia il colore terso e fluido
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Nella scuola dei Caracci Guido si maturò innanzi tempo. Le copie ch’ei fece di due quadri di Annibale, la Deposizione e l'Elemosina di S. Rocco
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nella copia di Giovanni Viani un magro compenso. E la sua fama saliva, saliva. La caduta di Fetonte nelle case degli Zani e molto più l’Assunta pel
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Guido nella sua giovinezza ebbe un periodo in cui si lasciò alquanto andare agli adescamenti della nuova maniera praticata da Michelangelo da
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prorompa schietta dall'animo, nella bellezza della sua semplicità, fulgente, per dir così, di lume suo proprio, non rischiarata da riverberi esteriori
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non rappresenta che un aspetto della natura e non dei più frequenti a vedersi. Chi alla sua maniera ne opponesse un’altra, ch’è egualmente nella
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con tal apparenza di elegante facilità, che dice all’anima tante cose nuove che nella nostra lingua non sapremmo ripetere. È una luce qual sarebbe
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, ma in che modo fosse amministrata, lo vedemmo nella conferenza precedente; finchè, un altro secolo circa dopo il Francia, giungono Guido e l’Albani a
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disegnata e ridisegnata con immensa passione nella scuola del Calvart, ch’era ben fornita di gessi calcati dall’antico. Di quella sua giovanile
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state mai turbate dal pensiero del male, e che ci fisano impavide nella loro sicurezza verginale; Guido, interprete di altri tempi, cercò qualcosa di
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’una cappella per contemplare tipi giovanili atteggiati a pietà. Ivi nel raccoglimento e nel silenzio, nella luce incerta che scendea dalle alte
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esaminato che una parte. C’è un quadro, Signori, nella vostra pinacoteca che li compendia tutti, salvo quell’unico, sì importante di cui ho ragionato
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nella galleria vaticana è una strenua pittura in cui Guido ha muscoli e nervi titanici, e il rilievo che hanno il tronco e la testa del martire, posti
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due Crocifissi, uno a Roma nella chiesa di S. Lorenzo in Lucina, l’altro nella galleria di Modena, i Crocifissi biancheggianti luttuosamente sul cielo
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Quando s’è avuto un’anima come quella di Guido, non si decade nella stima della posterità. Che importa se sorgono accusatori? Raffaello nella prima
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steli, e le durezze incorreggibili doveano metterlo nella sua estimazione al disotto dei forestieri dimoranti qui, del Costa e del Roberti
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giardino. Nella cappella in S. Giacomo al Costa sono lasciati i muri laterali; al Francia è ordinata la tavola dell’altare. Anton Galeazzo commette al
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di Arezzo avranno esultato nella tomba fiorentina; ma la gioia a fondamento di falso non è durevole neppure pei morti. Ora i quattro I sono ricomparsi
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Adolfo Venturi pensa giustamente che una della prime opere pittoriche del Francia sia quel piccolo S. Stefano della galleria Borghese a Roma, nella
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La mattina del 12 marzo 1460 quasi tutta la popolazione di Bologna, attratta da una pompa insolita, doveva essersi stretta nella piazza di S. Giacomo
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dal lugubre e del violento. Nella Galleria Nazionale di Londra c’è una sua Pietà. Cristo è un addormentato che non soffre e non ha sofferto; la Madonna
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l’artista ad uno stile che può parere men fermo, sarebbe ingiusto dire ch’ei vada nella mollezza e non riassuma da valent’uomo quanto di più
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La vita del Francia, a quanto ci è dato conoscere, fu calma. Nessuna scossa troppo forte ne turbò mai l’andamento; nella quiete domestica egli ebbe
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, distinto più che separato dai primi, non presago dei secondi, che pur gli terranno dietro rapidi come lampo. Tale è il suo posto nella storia, un posto
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DISCORSO TENUTO A BOLOGNA NELLA SALA DELLA SOCIETÀ DEGL'INSEGNANTI IL DÌ 27 APRILE 1890.
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Mi è necessario riprender le mosse dal Francia, di cui ebbi l’onore di ragionarvi nella conferenza precedente.
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disegno, incerto nella percezione delle forme, non era uomo da procacciarsi autorità, nonchè da svellere una foglia dell’olimpica corona ond’era
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, posseduto da Giovanni II Bentivoglio; ma, seppur non perì o non andò dispersa nella caduta di quella famiglia, certo quell’opera, ancor lungi da slanci
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Bologna. È un fenomeno degno di attenzione. Egli è forse che Bologna, la quale si trovava ancora, guidata dal Francia, a fantasticar nella vaga
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male. Gl’imitatori di Michelangelo posero il sommo dell'arte nella millanteria anatomica, nelle positure incomode, nelle linee stranamente torte è
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periodo storico. Non parlo di Giacomo Boateri che lavorò pochissimo e di cui resta, unico saggio autentico, una sacra famiglia nella galleria Pitti
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se guardiamo i suoi due affreschi nella cappella di S. Cecilia. In uno di essi è rappresentato un angelo in piedi, che ogni buon quattrocentista gl
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Costa, il quale nella maniera ch’egli incominciò a praticare sul cader del secolo XV ebbe appunto queste intonazioni vigorose, queste teste un poco
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similmente sono i due angeli seduti in terra nel frontale della Madonna in S. Vitale, seppur questo è di Giacomo, come dice il Malvasia nella vita del
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riflesso di ciò che le si agita dintorno. Chiuso nella sua maniera, egli si andò di mano in mano peggiorando. La fluidità delle modellazioni trasmoda più che
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Lionello da Carpi. Tutti e due si consacrarono , a Raffaello con piena dedizione di sè stessi, e restarono sempre fermissimi nella loro fede. Giunti quando
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’altare nella chiesa della Misericordia, ove il gruppo della Madonna col putto, di pretto carattere raffaellesco, ha qualcosa d’impetuoso e di vivo che
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Avea ventitrè anni. Era stato, nove anni prima, ad instantia del Felesini e del Gombruti, accolto nella scuola del Francia; può anche darsi che più
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Nello stesso luogo abbiamo altri affreschi d’Innocenzo: il Transito della Madonna nella curvatura del nicchione di fondo, l’Assunzione nel catino, l
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domina; sempre è uno svolgimento stimolato da un’azione tutta riflessa. Restano anche alcuni affreschi nella palazzina della Viola, i soli avanzi del
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influssi; quando non voglia dirsi che nel profeta seduto in terra e introdotto nella scena come simbolo, egli abbia cercato appropriarsi, come dice il
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Ma quando si guardino altre opere del Bagnacavallo, per esempio, il quadro del Crocifisso nella sagrestia di S. Pietro, la sacra famiglia con S
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Girolami, deperitissima, ma che speriamo vedere reintegrata nella sua bellezza dalla sapiente interpretazione dell’illustre prof. Samoggia. Per farsi un
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acervare nella moltitudine di quelle che si dicono della scuola di Raffaello, e che forse sono nate a Bologna anch’esse da allievi del Francia, i
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venire ad ascoltarle quando le lessi, per gentile invito del commendatore Alberto Dallolio, nella Sala della Società degl’insegnanti.
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