Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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olio quando lo si distende in strati sottili, e proviene,  nella  maggior parte dei casi, dalla sottrazione dell’olio
parte dei casi, dalla sottrazione dell’olio interposto  nella  materia colorante operata per assorbimento dal piano
all’impermeabilità della superfice il colore ad olio rimane  nella  sua lucidezza normale.
penna di Piero della Francesca, senza superarlo però  nella  solidità del processo tecnico, ciò che parrebbe contraddire
considerando l’un l’altro colle rispettive tecniche  nella  schiera dei discepoli ed imitatori.
bianco di piombo non è adatto per la pittura a fresco.  Nella  tempera si usa per le sue qualità coprenti, ma occorre
verniciarlo affinchè non annerisca, come annerisce se  nella  tempera entrano colle contenenti sostanze acide. Per la
quanto alla vernice da usare  nella  pittura a vernice io consiglio sempre la Damar.
 Nella  Pisa illustrata nelle arti di A. da Morrona l’A. così
dell'importanza della grossezza dello strato del colore  nella  pittura ad olio.
colori in uso  nella  pittura, a seconda della loro provenienza originaria, si
gesso. —  Nella  preparazione delle imprimiture delle tavole e delle tele,
di Krems o Cremintz è il migliore di tutti i bianchi in uso  nella  pittura ad olio.
trasparente, giallognola, senza sapore ed inodora anche  nella  fusione. Si scioglie nell’alcool, nell’etere, nell’essenza
c’è anche quella secondo cui Antonello sarebbe andato  nella  Fiandra ad impararvi l’arte del dipingere ad olio, e
Antonello da Messina ma eziandio parecchi altri Italiani  nella  maniera di dipingere seguita dalla scuola del Van-Eych.
di scuola o di clima, sino nel fondo di sostegno ai colori,  nella  maniera di condurre lo strato colorato e nella varietà
ai colori, nella maniera di condurre lo strato colorato e  nella  varietà delle vernici finali, tanto che la tradizione
esplicita di questo preconcetto è offerta dal Fabbroni  nella  memoria citata, giacchè nella deduzione che egli fa di un
è offerta dal Fabbroni nella memoria citata, giacchè  nella  deduzione che egli fa di un solvente che scompare senza
preconcetto supposto, perchè, non si può a meno di notarlo,  nella  stessa memoria e per argomenti consimili, il Fabbroni si
esaminati da M. Chaptal (1) furono sette, trovati a Pompei  nella  bottega di un mercante di colori e indicati con numero
simile a quella di Verona, si persuase essere una sostanza  nella  quale il principio colorante era dovuto essenzialmente al
nero di vite, ecc. — La maggior parte dei neri d’uso  nella  pittura si compone di sostanze animali o vegetali bruciate
Pietà», n° 531,  nella  Galleria degli Uffizi. Soltanto «abbozzato, è tanto
loro rimangono esempio e guida alle ricerche moderne,  nella  generalità dei metodi e nelle applicazioni a tanti singoli
già da molto tempo che il criterio conservativo non istà  nella  scelta dei mezzi e meno poi nei nomi delle sostanze colle
di una vernice che a qualsiasi altro lavoro di restauro, ma  nella  inesorabile esclusione di ogni azione materiale che tocchi
ottiene praticando delle incisioni trasversali  nella  corteccia dell’albero. La resina che cola si forma in
tante assennate conclusioni ricavate  nella  maggior parte dalla pura osservazione personale in
Cicognara, che credette di entrare armato di lancia e scudo  nella  ostica questione della consistenza della scoperta di
Vasari  nella  Vita di Luca Signorelli discorrendo del fresco della
del fresco della «Circoncisione», da questo condotto  nella  chiesa di San Francesco in Volterra, tocca del restauro
semi di lino e di noce, ed oggidì è quello che più si usa  nella  preparazione dei colori ad olio.
ricostituire tanto nei suoi aspetti esteriori quanto  nella  sua generica disposizione molecolare qualsiasi superficie
alberi indigeni delle Indie orientali ed è conosciuta  nella  Nuova Zelanda col nome di cowdie.
dei colori  nella  pittura così vario e senza ombra di ripetizione metodica,
sino dal primo momento che si inizia il dipinto che tanto  nella  scelta di qualsiasi colore dalla tavolozza per combinare
tavola e le striscie di tela si immollavano completamente  nella  colla spianandole poi ben bene colle mani. Il coprire le
paliotto d’altare segnato coll’anno 1215, d’incerto autore,  nella  Galleria delle Belle Arti di Siena.
e solo nel severo isolamento dei musei il ritocco si mostrò  nella  sua meschina vacuità ed impotenza a sollevare il pensiero
che si richiede nei colori perchè le opere si mantengano  nella  perfetta integrità di rapporti di tinte stabilite dal
significato questo che evidentemente non è compreso  nella  parola restauro per quanta latitudine di significato le si
si fissa sull’allumina; ma non ebbe diffusione che  nella  pittura a smalto.
su cui si saranno date in ultimo le due mani di emulsione  nella  proporzione già detta, ma sempre della stessa emulsione con
i generi di pittura. Quando è puro sciogliesi interamente  nella  soluzione allungata d’acido nitrico e acqua, che si colora
di trovare riuniti tali requisiti nei colori già in uso  nella  pittura l’insistente ricerca di perfezionarli.
principale della colorazione degli oli seccativi risieda  nella  mucillaggine che essi ritengono dalla compressione dei
di dipingere a cui è abituato e per poco che sia esperto  nella  tecnica avrà più o meno adottato i pennelli che gli
per condurre a fine il lavoro prefisso da compiere  nella  giornata.
la tavolozza di quanti colori produce l’industria,  nella  speranza di cogliere più facilmente gli effetti dei colori
che nel senso conservativo, ne consegue che il restauro  nella  pittura antica non si deve riferire che al materale
singolarissime, per essere condotte a buon fine, però  nella  maggior parte dei casi escludono il danno irrimediabile che
nel mandare ad effetto, informi la rimozione della vernice  nella  Madonna degli Alberelli del Giambellino a Venezia e il
acido pirogallico o di idrochinone colle quali si prosegue  nella  camera oscura il processo iniziatosi nella macchina
si prosegue nella camera oscura il processo iniziatosi  nella  macchina fotografica, nè altrimenti che riduzione diversa
la questione dell’opacità o del lustro dei colori  nella  pittura ad olio, essendo collegata alla conservazione di
che già si praticava la velatura ad olio sulle tempere, ma  nella  pittura ad olio, propriamente detta, diede luogo a metodi
dal microscopio, trasparenti come splendidi rubini  nella  regolare loro invariata seguenza, colle stesse
o di assorbimento di luci, come lo potremo vedere  nella  riunione di grandi prismi esperimentando in un gabinetto di
finchè l’acqua resti carica di colore, ripetendo ciò  nella  seconda catinella sinchè il pastello non darà più colore,
del colore cagionata dalla presenza del torlo d’uovo  nella  misura necessaria perchè la tempera potesse essere
a tratti. I quali, ben dice il Baldinucci, non si praticano  nella  tempera, come nell’affresco, per ostentazione ma per
le prove che molti pittori fiamminghi percorrevano l’Italia  nella  metà del secolo XV lasciandovi quadri dipinti ad olio,
nel 1475. Contemporaneamente a Venezia Bartolomeo Vivarini  nella  chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo mostrava i primi frutti
stratificandoli l’uno sull’altro, come occorre tanto spesso  nella  pittura. E questa condizione è l’affinità fra le sostanze
fioriti specialmente dopo che i Padri Gesuiti penetrati  nella  China, diedero, come poterono, notizie sulla fabbricazione
che  nella  sua vita nomade da l’un estremo all’altro d’Italia ebbe
 nella  continua occasione di un solvente per il più facile

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