morte, la vita | nella | morte; morte, vita, la morte nella vita. Noi col filo col |
POESIE -
|
morte, la vita nella morte; morte, vita, la morte | nella | vita. Noi col filo col filo della vita nostra sorte filammo |
POESIE -
|
aita ma la vita la vita non è vita se la morte la morte è | nella | vita e la morte morte non è finita se più forte per lei |
POESIE -
|
forte per lei vive la vita. Ma se vita sarà la nostra morte | nella | vita viviam solo la morte morte, vita, la morte nella vita; |
POESIE -
|
morte nella vita viviam solo la morte morte, vita, la morte | nella | vita; vita, morte, la vita nella morte. - |
POESIE -
|
morte, vita, la morte nella vita; vita, morte, la vita | nella | morte. - |
POESIE -
|
aveva capito che | nella | firma Scardanelli c'erano scaglie di pace. |
Salva con nome -
|
e vedove, tornano a vivere insieme | nella | casa in cui trascorsero una giovinezza allegra e accordata. |
Il letto vuoto -
|
che anche lei ha un cancro, | nella | pancia, perciò è disperata. Dice che non e cancro, ma |
Il letto vuoto -
|
della metropolitana mi ruota nel petto e | nella | testa come la tromba marina che oggi si è abbattuta sul |
Salva con nome -
|
dove adesso c`è dell'altro legno, un po' più chiaro. | Nella | sola camera rimasta in questo piano, che è la vostra, |
Ritorno a Planaval -
|
il legno del vecchio salotto. Così la novità sta tutta | nella | parte giomo, la storia della nostra casa nella parte notte, |
Ritorno a Planaval -
|
sta tutta nella parte giomo, la storia della nostra casa | nella | parte notte, ed è per questo che in salotto o in cucina non |
Ritorno a Planaval -
|
Ecco un battesimo | nella | città ; mio saggio demone, che mai sarà? - Rispose: - |
Penombre -
|
che ti rode il fianco è nato un germe! - - Ecco un'esequie | nella | città : mio saggio demone, che mai sarà? - Rispose: - |
Penombre -
|
in silenzi torvi, trascorrono i pomeriggi e le sere, ognuna | nella | sua stanza, davanti al televisore. |
Il letto vuoto -
|
vicina, invano cerco trattenerla, invano tendo le braccia: | nella | notte oscura non anche io l'ho mirata ed è svanita. E |
POESIE -
|
all'antico cantore che a Euridice si volse ed Euridice | nella | notte infernale risospinse. Spenta ogni luce allora ed ogni |
POESIE -
|
sì che il cuor ignoto orrore m'invade, non per me se | nella | notte solo io soccomba, ma per te, o compagna forte e |
POESIE -
|
per la mia debolezza, il mio sostare non t'abbia risospinta | nella | stretta della diuturna sofferenza inerte. Perciò se freddo |
POESIE -
|
per nutrir più vivida la fiamma, perché un giorno risplenda | nella | notte, perché possiamo un giorno fiammeggiar liberi e uniti |
POESIE -
|
Il poeta riflette sul fatto che, | nella | notte seguente l'attentato, centinaia di milioni di |
Disturbi del sistema binario -
|
e sale senza posa nebbia e pioggia greve e scura, | nella | nebbia la natura si distende accidiosa. Goccia, goccia |
POESIE -
|
unita va a formar le pozze putride per i campi e le città. | Nella | pozza riflettete gocce unite in società grigio in grigio |
POESIE -
|
e in alto va, non ha forma né colore l'affannosa umidità. | Nella | nebbia la natura si distende accidiosa, scende e sale senza |
POESIE -
|
annaffiare. Dove sapersi uguale allo sterpo, alla rosa. | Nella | stagione che muta. Qui la pena è un vorticare di acque. Qui |
Il letto vuoto -
|
nel sabato lontano di resurrezione e il sole ancora dolce | nella | strada, le strisce d'ombra sui marciapiedi e le biciclette |
Menhir -
|
da quale aprile viene questo istante a visitarmi | nella | notte di una citta che ha torri e altane e ha piazze la cui |
Menhir -
|
le voci che mi gridano di prendere il pallone finito | nella | bottega del falegname, mentre qui nella notte s'avvicina il |
Menhir -
|
il pallone finito nella bottega del falegname, mentre qui | nella | notte s'avvicina il rombo di moto che taglia il silenzio |
Menhir -
|
a lungo, sano e allegro. Quanto alla donna, spesso cerca | nella | memoria il momento in cui trovò nella gabbia il piccolo |
Il letto vuoto -
|
donna, spesso cerca nella memoria il momento in cui trovò | nella | gabbia il piccolo corpo inerte. |
Il letto vuoto -
|
ogni attimo per seguitare. Un brusio nel tumulto, un passo | nella | ressa. Folle generano folle per annientarsi, sparire. |
Il letto vuoto -
|
questo seguitare. E la grazia di un gesto, la credulità | nella | promessa. E il vuoto in cui tutto pencola, e in esso |
Il letto vuoto -
|
di definirlo, quel vuoto, fino al terrore e allo spasimo: | nella | negazione affermarsi. E i nomi: il leccio, la nuvola, lo |
Il letto vuoto -
|
Dal pianoforte, leva simmetrie, muove estasi. | Nella | finestra il sole del mattino, lontani gli alberi, le case. |
Il letto vuoto -
|
gialla vuota senza di me: tutto questo è il tuo sguardo | nella | fase di un amore corrisposto. |
Ritorno a Planaval -
|
fugace ma ferma sul ferro. Poi se ne va puntando avanti e | nella | testa l'impulso animale del gesto che ha creato ll |
Ritorno a Planaval -
|
Ed il passero riscuoti con la tua folle ventata | nella | sua grondaia secca nella siepe denudata. Spazzi i portici e |
POESIE -
|
riscuoti con la tua folle ventata nella sua grondaia secca | nella | siepe denudata. Spazzi i portici e le calli e la nebbia |
POESIE -
|
t'ama il falco su nell'aria che più agile si libra | nella | tua ventata varia e la sente in ogni fibra lieto nella tua |
POESIE -
|
nella tua ventata varia e la sente in ogni fibra lieto | nella | tua procella, ché per lei si fa più bella ché per lei si fa |
POESIE -
|
adre, narrartela vorrei la storia, ma è fumo, è nebbia | nella | memoria. Storia di grandini e di vendemmie, storia di |
Trasparenze -
|
Madre, narrartela vorrei la storia, ma è fumo, è nebbia | nella | memoria!... …………………… Però ritessimi qualche armonia che mi |
Trasparenze -
|
M'udrai ripetere che la mia storia è fumo, é nebbia | nella | memoria, ma che l'aureola del tuo sorriso la muta in |
Trasparenze -
|
al mare, desolata terribile nel crepuscolo, spaventosa | nella | notte, triste cancellatura nella chiarità dell'alba. Le |
Poesie - La morte di Tantalo -
|
nel crepuscolo, spaventosa nella notte, triste cancellatura | nella | chiarità dell'alba. Le antichissime sale morivano di noia: |
Poesie - La morte di Tantalo -
|
vergine di stelle. E non c'era più nessuno da tanti anni, | nella | torre, come nel mio cuore. Sotto la polvere ancora, un |
Poesie - La morte di Tantalo -
|
intorno alla finestra. Allora qualche cosa tremò si spezzò | nella | torre e, quasi in un inginocchiarsi lento di rassegnazione |
Poesie - La morte di Tantalo -
|
la piadina alla salsiccia che mangio è un grumo informe, | nella | mia mano. |
Il letto vuoto -
|
di piú, che la sua azione si colloca a livello neurologico, | Nella | stessa maniera, l'immagine dell'individuo anatra-lepre si è |
Disturbi del sistema binario -
|
Qual desio vi commove il petto ardente, quale amor, | nella | bruna aura tranquilla, vi consiglia a oscillar sì |
TAVOLOZZA -
|
felici intreccian danze. Ma neghittosa se tu resti ancora | nella | tua danza eterea, oh a te, dall'alto, cui di notte agogno, |
TAVOLOZZA -
|
ripete, le capita ancora di rneravigliarsi delle voci | nella | radio, delle facce nel televisore. |
Il letto vuoto -
|
che la cassa inchiodò, e alla chiesa cattolica perdonar, | nella | quiete, il puzzo delle esequie, e il brontolìo del prete! |
TAVOLOZZA -
|
sono stati per molti anni, | nella | luce gialla della grande città. Io so che non potrò |
Ritorno a Planaval -
|
che sbattono negli altri appartamenti. Sto solo chiuso | nella | mia casa come un tagliaboschi, O un marinaio, O un soldato |
Ritorno a Planaval -
|
sotto controllo. Sto in bilico tra paura e sicurezza. Sto | nella | situazione in cui si sogna. Allora scrivo e ogni tanto mi |
Ritorno a Planaval -
|
sedemmo sull’orlo della fontana | nella | vigna d’oro. Sedemmo lacrimosi in silenzio. Le palpebre |
Poesie - La morte di Tantalo -
|
d’oro, e l’alba ci trovò seduti sull’orlo della fontana | nella | vigna non piú d’oro. O dolce mio amore, confessa al |
Poesie - La morte di Tantalo -
|
che | nella | cantina addetta a dormitorio c'erano giocattoli, |
Dal balcone del corpo -
|
radiazione cosmica. Con questo spasimo la lingua cammina | nella | pianura del giorno. |
Menhir -
|
verdi le bianche colossali prostitute sognavano sogni vaghi | nella | luce bizzarra al vento. Il mare nel vento mesceva il suo |
Dai Canti Orfici -
|
teneva fra le mani rosse il mio antico cuore. ... Ritorno. | Nella | stanza ove le schiuse sue forme dai velarii della luce io |
Dai Canti Orfici -
|
gonfie di luce, e le stelle erano assenti, e non un Dio era | nella | sera d'amore di viola: ma tu nella sera d'amore di viola: |
Dai Canti Orfici -
|
e non un Dio era nella sera d'amore di viola: ma tu | nella | sera d'amore di viola: ma tu chinati gli occhi di viola, tu |
Dai Canti Orfici -
|
bellezza, alitarono a una più chiara luce le mie membra | nella | tua docile nuvola dai divini riflessi. O non accenderle! |
Dai Canti Orfici -
|
vagare. Non era dunque il mondo abitato da dolci spettri e | nella | notte non era il sogno ridesto nelle potenze sue tutte |
Dai Canti Orfici -
|
levammo la nostalgia della nostra bellezza? La luna sorgeva | nella | sua vecchia vestaglia dietro la chiesa bizantina. |
Dai Canti Orfici -
|
al giglio, dal geranio alla rosa, come chi cerca alcuno | nella | folla, né il vede, s'alza, scende, fa sosta, si dilegua, |
Trasparenze -
|
a dirsi! fiori!... i fiorellini anch'essi, poiché fur | nella | disputa per alcun po' perplessi, diedero poi ragione ai |
Trasparenze -
|
ragione ai bruti e alla cicoria! Le favole ritornano care | nella | memoria, come il primo giuocatolo e come il primo amore; ma |
Trasparenze -
|
dei colli ancor la massa oscura e San Miniato avvolto | nella | nebbia ombra nell'ombra, - fiaccola rossa dai camini neri |
POESIE -
|
dopo un amico mi lasciò ascoltare il nastro, registrato | nella | stazione radio di Baronissi. Prima la musica allegra di una |
Il letto vuoto -
|
notte. È difficile ricostruire la posizione delle cose | nella | massa scura che sta sotto, ma dove aumenta il buio e si fa |
Ritorno a Planaval -
|
che sta soletto, come le membra, ha il core intirizzito; e | nella | pace del deserto tetto di un angelo che seco a un muto |
TAVOLOZZA -
|
| Nella | mia stanza squallida, nell'asil mio negletto, oh! quante |
Trasparenze -
|
?... Il bimbo ha biondo il crine, e la mia Musa è qui! | Nella | mia stanza squallida, nell'asil mio negletto, oh! quante |
Trasparenze -
|
ho la vela al vento e in mezzo all'onde del mar selvaggio, | nella | notte oscura, solo, in fragile nave ho abbandonato il porto |
POESIE -
|
dolci cose. Né deserto e triste m'è apparso il mar sonante | nella | notte, anzi la voce sua come un appello mi sonò in cor |
POESIE -
|
E se l'albero gema, se la scotta a spezzarsi si tenda, e | nella | vela ingolfandosi il vento il mio naviglio minacci di |
POESIE -
|
Poi c'è quel dito, ahimè! del cardinale, che pecca assai | nella | sinistra parte; sono inezie, lo so, ma piano piano si |
TAVOLOZZA -
|
appena più chiare, voci scomposto, gutturali, e strappi | nella | pelle del silenzio) mi sono penetrate fino in fondo: e |
Il letto vuoto -
|
s'udian le foglie bisbigliar tra loro. Sacra natura, | nella | tua dolcezza chi mai le sventurate anime arresta?.. Il |
Penombre -
|
a Planaval, come del resto ti ho visto, anche tu, stampata | nella | foto, hai la tua rosa. |
Ritorno a Planaval -
|
le macchie scure delle piante sotto di sé, davanti a sé, | nella | nostra direzione quando siamo rivolti al terrazzo, e ancora |
Ritorno a Planaval -
|
passeggiatrici, le antiche: la campagna intorpidiva allora | nella | rete dei canali: fanciulle dalle acconciature agili, dai |
Dai Canti Orfici -
|
tocco di campana argentino e dolce di lontananza: la Sera: | nella | chiesetta solitaria all'ombra delle modeste navate, io |
Dai Canti Orfici -
|
accesi occhi fuggitivi: anni ed anni ed anni fondevano | nella | dolcezza trionfale del ricordo. ... Inconsciamente colui |
Dai Canti Orfici -
|
si accalcavano spingendosi coi gomiti perforanti terribili | nella | gran luce. Davanti alla faccia barbuta di un frate che |
Dai Canti Orfici -
|
di un sorriso molle nell'aridità meridiana, ebete e sola | nella | luce catastrofica. Non seppi mai come, costeggiando torpidi |
Dai Canti Orfici -
|
per strade male odoranti dove le femmine cantavano | nella | caldura. Ai confini della campagna una porta incisa di |
Dai Canti Orfici -
|
Mentre più dolce, già presso a spegnersi ancora regnava | nella | lontananza il ricordo di Lei, la matrona suadente, la |
Dai Canti Orfici -
|
apparendo le immagini avventurose delle cortigiane | nella | luce degli specchi impallidite nella loro attitudine di |
Dai Canti Orfici -
|
delle cortigiane nella luce degli specchi impallidite | nella | loro attitudine di sfingi: e ancora tutto quello che era |
Dai Canti Orfici -
|
la sua vestaglia bianca a fini strappi azzurri ondeggiò | nella | luce diffusa, ed io seguii il suo pallore segnato sulla sua |
Dai Canti Orfici -
|
dalla festa, si volsero verso di noi, profondamente limpidi | nella | luce. E guardammo le vedute. Tutto era di un'irrealtà |
Dai Canti Orfici -
|
e Faust alzava gli occhi ai comignoli delle case che | nella | luce della luna sembravano punti interrogativi e restava |
Dai Canti Orfici -
|
dall'infinito del sogno. Lassù tra gli abeti fumosi | nella | nebbia, tra i mille e mille ticchiettìi le mille voci del |
Dai Canti Orfici -
|
nelle nevi delle bianche Alpi. Si volse, mi accolse, | nella | notte mi amò. E ancora sullo sfondo le Alpi il bianco |
Dai Canti Orfici -
|
i baci vani della fanciulla che lavava, lavava e cantava | nella | neve delle bianche Alpi! (le lagrime salirono ai miei occhi |
Dai Canti Orfici -
|
presente, una chioma profusa, un corpo rantolante procubo | nella | notte mistica dell'antico animale umano. Dormiva l'ancella |
Dai Canti Orfici -
|
barbaro, gli occhi gorghi cangianti vividi di linfe oscure, | nella | tortura del sogno scoprire il corpo vulcanizzato, due |
Dai Canti Orfici -
|
mammelle estinte. Credetti di udire fremere le chitarre là | nella | capanna d'assi e di zingo sui terreni vaghi della città, |
Dai Canti Orfici -
|
la fanciulla liberata esalò la sua giovinezza, languida | nella | sua grazia selvaggia, gli occhi dolci e acuti come un |
Dai Canti Orfici -
|
fluidi e la chioma augusta dell'albero della vita si tramò | nella | sosta sul terreno nudo invitando le chitarre il lontano |
Dai Canti Orfici -
|
della porta aperta le stelle brillarono rosse e calde | nella | lontananza: l'ombra delle selvaggie nell'ombra. |
Dai Canti Orfici -
|
il giallo inchiostro. Ond'è che a notte, leggendo il poeta | nella | mia stanza queta, balzo repente, e, attonito, perplesso, |
Penombre -
|
tremule di cori in lontananza, belle, ridenti, tiepide, | nella | tranquilla stanza tornano le memorie del luglio e |
Penombre -
|
nuvole di passaggio, ascolta... erra uno strascico | nella | vicina stanza? Ascolta; e la speranza, la fede tornerà. |
Penombre -
|
Nei giorni del dolore e nelle notti senza riposo, | nella | valle triste della sorda fatica e del tormento senza |
POESIE -
|
cuore mi toglieva. Dal più profondo della mia distretta, | nella | mente più oscura quella fiamma mi era sorta, caduta ogni |
POESIE -
|
popoloso, credetti fosse giunto il luminoso mio giorno | nella | notte e consumare quella fiamma mi parve la mia vita. Ma |
POESIE -
|
con le parole non contaminò. Pur or mi trovo ancora | nella | nebbia e il camminar m'è vano e la fatica novellamente mi |
POESIE -
|
ancora come un tempo, e la mia fiamma geme che pur rifulse | nella | notte per sua forza, sicura. Nelle tante piccole e vane |
POESIE -
|
Non sarà necessario lasciare il letto. Solo l'alba entrerà | nella | stanza vuota. Basterà la finestra a vestire ogni cosa di un |
Il paradiso sui tetti -
|
negli occhi il ricordo delle lacrime della voluttà. Passano | nella | veglia opime di messi d'amore, leggere spole tessenti |
Dai Canti Orfici -
|