Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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morte, la vita  nella  morte; morte, vita, la morte nella vita. Noi col filo col
morte, la vita nella morte; morte, vita, la morte  nella  vita. Noi col filo col filo della vita nostra sorte filammo
aita ma la vita la vita non è vita se la morte la morte è  nella  vita e la morte morte non è finita se più forte per lei
forte per lei vive la vita. Ma se vita sarà la nostra morte  nella  vita viviam solo la morte morte, vita, la morte nella vita;
morte nella vita viviam solo la morte morte, vita, la morte  nella  vita; vita, morte, la vita nella morte. -
morte, vita, la morte nella vita; vita, morte, la vita  nella  morte. -
aveva capito che  nella  firma Scardanelli c'erano scaglie di pace.
e vedove, tornano a vivere insieme  nella  casa in cui trascorsero una giovinezza allegra e accordata.
che anche lei ha un cancro,  nella  pancia, perciò è disperata. Dice che non e cancro, ma
della metropolitana mi ruota nel petto e  nella  testa come la tromba marina che oggi si è abbattuta sul
dove adesso c`è dell'altro legno, un po' più chiaro.  Nella  sola camera rimasta in questo piano, che è la vostra,
il legno del vecchio salotto. Così la novità sta tutta  nella  parte giomo, la storia della nostra casa nella parte notte,
sta tutta nella parte giomo, la storia della nostra casa  nella  parte notte, ed è per questo che in salotto o in cucina non
Ecco un battesimo  nella  città ; mio saggio demone, che mai sarà? - Rispose: -
che ti rode il fianco è nato un germe! - - Ecco un'esequie  nella  città : mio saggio demone, che mai sarà? - Rispose: -
in silenzi torvi, trascorrono i pomeriggi e le sere, ognuna  nella  sua stanza, davanti al televisore.
vicina, invano cerco trattenerla, invano tendo le braccia:  nella  notte oscura non anche io l'ho mirata ed è svanita. E
all'antico cantore che a Euridice si volse ed Euridice  nella  notte infernale risospinse. Spenta ogni luce allora ed ogni
sì che il cuor ignoto orrore m'invade, non per me se  nella  notte solo io soccomba, ma per te, o compagna forte e
per la mia debolezza, il mio sostare non t'abbia risospinta  nella  stretta della diuturna sofferenza inerte. Perciò se freddo
per nutrir più vivida la fiamma, perché un giorno risplenda  nella  notte, perché possiamo un giorno fiammeggiar liberi e uniti
Il poeta riflette sul fatto che,  nella  notte seguente l'attentato, centinaia di milioni di
e sale senza posa nebbia e pioggia greve e scura,  nella  nebbia la natura si distende accidiosa. Goccia, goccia
unita va a formar le pozze putride per i campi e le città.  Nella  pozza riflettete gocce unite in società grigio in grigio
e in alto va, non ha forma né colore l'affannosa umidità.  Nella  nebbia la natura si distende accidiosa, scende e sale senza
annaffiare. Dove sapersi uguale allo sterpo, alla rosa.  Nella  stagione che muta. Qui la pena è un vorticare di acque. Qui
nel sabato lontano di resurrezione e il sole ancora dolce  nella  strada, le strisce d'ombra sui marciapiedi e le biciclette
da quale aprile viene questo istante a visitarmi  nella  notte di una citta che ha torri e altane e ha piazze la cui
le voci che mi gridano di prendere il pallone finito  nella  bottega del falegname, mentre qui nella notte s'avvicina il
il pallone finito nella bottega del falegname, mentre qui  nella  notte s'avvicina il rombo di moto che taglia il silenzio
a lungo, sano e allegro. Quanto alla donna, spesso cerca  nella  memoria il momento in cui trovò nella gabbia il piccolo
donna, spesso cerca nella memoria il momento in cui trovò  nella  gabbia il piccolo corpo inerte.
ogni attimo per seguitare. Un brusio nel tumulto, un passo  nella  ressa. Folle generano folle per annientarsi, sparire.
questo seguitare. E la grazia di un gesto, la credulità  nella  promessa. E il vuoto in cui tutto pencola, e in esso
di definirlo, quel vuoto, fino al terrore e allo spasimo:  nella  negazione affermarsi. E i nomi: il leccio, la nuvola, lo
Dal pianoforte, leva simmetrie, muove estasi.  Nella  finestra il sole del mattino, lontani gli alberi, le case.
gialla vuota senza di me: tutto questo è il tuo sguardo  nella  fase di un amore corrisposto.
fugace ma ferma sul ferro. Poi se ne va puntando avanti e  nella  testa l'impulso animale del gesto che ha creato ll
Ed il passero riscuoti con la tua folle ventata  nella  sua grondaia secca nella siepe denudata. Spazzi i portici e
riscuoti con la tua folle ventata nella sua grondaia secca  nella  siepe denudata. Spazzi i portici e le calli e la nebbia
t'ama il falco su nell'aria che più agile si libra  nella  tua ventata varia e la sente in ogni fibra lieto nella tua
nella tua ventata varia e la sente in ogni fibra lieto  nella  tua procella, ché per lei si fa più bella ché per lei si fa
adre, narrartela vorrei la storia, ma è fumo, è nebbia  nella  memoria. Storia di grandini e di vendemmie, storia di
Madre, narrartela vorrei la storia, ma è fumo, è nebbia  nella  memoria!... …………………… Però ritessimi qualche armonia che mi
M'udrai ripetere che la mia storia è fumo, é nebbia  nella  memoria, ma che l'aureola del tuo sorriso la muta in
al mare, desolata terribile nel crepuscolo, spaventosa  nella  notte, triste cancellatura nella chiarità dell'alba. Le
nel crepuscolo, spaventosa nella notte, triste cancellatura  nella  chiarità dell'alba. Le antichissime sale morivano di noia:
vergine di stelle. E non c'era più nessuno da tanti anni,  nella  torre, come nel mio cuore. Sotto la polvere ancora, un
intorno alla finestra. Allora qualche cosa tremò si spezzò  nella  torre e, quasi in un inginocchiarsi lento di rassegnazione
la piadina alla salsiccia che mangio è un grumo informe,  nella  mia mano.
di piú, che la sua azione si colloca a livello neurologico,  Nella  stessa maniera, l'immagine dell'individuo anatra-lepre si è
Qual desio vi commove il petto ardente, quale amor,  nella  bruna aura tranquilla, vi consiglia a oscillar sì
felici intreccian danze. Ma neghittosa se tu resti ancora  nella  tua danza eterea, oh a te, dall'alto, cui di notte agogno,
ripete, le capita ancora di rneravigliarsi delle voci  nella  radio, delle facce nel televisore.
che la cassa inchiodò, e alla chiesa cattolica perdonar,  nella  quiete, il puzzo delle esequie, e il brontolìo del prete!
sono stati per molti anni,  nella  luce gialla della grande città. Io so che non potrò
che sbattono negli altri appartamenti. Sto solo chiuso  nella  mia casa come un tagliaboschi, O un marinaio, O un soldato
sotto controllo. Sto in bilico tra paura e sicurezza. Sto  nella  situazione in cui si sogna. Allora scrivo e ogni tanto mi
sedemmo sull’orlo della fontana  nella  vigna d’oro. Sedemmo lacrimosi in silenzio. Le palpebre
d’oro, e l’alba ci trovò seduti sull’orlo della fontana  nella  vigna non piú d’oro. O dolce mio amore, confessa al
che  nella  cantina addetta a dormitorio c'erano giocattoli,
radiazione cosmica. Con questo spasimo la lingua cammina  nella  pianura del giorno.
verdi le bianche colossali prostitute sognavano sogni vaghi  nella  luce bizzarra al vento. Il mare nel vento mesceva il suo
teneva fra le mani rosse il mio antico cuore. ... Ritorno.  Nella  stanza ove le schiuse sue forme dai velarii della luce io
gonfie di luce, e le stelle erano assenti, e non un Dio era  nella  sera d'amore di viola: ma tu nella sera d'amore di viola:
e non un Dio era nella sera d'amore di viola: ma tu  nella  sera d'amore di viola: ma tu chinati gli occhi di viola, tu
bellezza, alitarono a una più chiara luce le mie membra  nella  tua docile nuvola dai divini riflessi. O non accenderle!
vagare. Non era dunque il mondo abitato da dolci spettri e  nella  notte non era il sogno ridesto nelle potenze sue tutte
levammo la nostalgia della nostra bellezza? La luna sorgeva  nella  sua vecchia vestaglia dietro la chiesa bizantina.
al giglio, dal geranio alla rosa, come chi cerca alcuno  nella  folla, né il vede, s'alza, scende, fa sosta, si dilegua,
a dirsi! fiori!... i fiorellini anch'essi, poiché fur  nella  disputa per alcun po' perplessi, diedero poi ragione ai
ragione ai bruti e alla cicoria! Le favole ritornano care  nella  memoria, come il primo giuocatolo e come il primo amore; ma
dei colli ancor la massa oscura e San Miniato avvolto  nella  nebbia ombra nell'ombra, - fiaccola rossa dai camini neri
dopo un amico mi lasciò ascoltare il nastro, registrato  nella  stazione radio di Baronissi. Prima la musica allegra di una
notte. È difficile ricostruire la posizione delle cose  nella  massa scura che sta sotto, ma dove aumenta il buio e si fa
che sta soletto, come le membra, ha il core intirizzito; e  nella  pace del deserto tetto di un angelo che seco a un muto
 Nella  mia stanza squallida, nell'asil mio negletto, oh! quante
?... Il bimbo ha biondo il crine, e la mia Musa è qui!  Nella  mia stanza squallida, nell'asil mio negletto, oh! quante
ho la vela al vento e in mezzo all'onde del mar selvaggio,  nella  notte oscura, solo, in fragile nave ho abbandonato il porto
dolci cose. Né deserto e triste m'è apparso il mar sonante  nella  notte, anzi la voce sua come un appello mi sonò in cor
E se l'albero gema, se la scotta a spezzarsi si tenda, e  nella  vela ingolfandosi il vento il mio naviglio minacci di
Poi c'è quel dito, ahimè! del cardinale, che pecca assai  nella  sinistra parte; sono inezie, lo so, ma piano piano si
appena più chiare, voci scomposto, gutturali, e strappi  nella  pelle del silenzio) mi sono penetrate fino in fondo: e
s'udian le foglie bisbigliar tra loro. Sacra natura,  nella  tua dolcezza chi mai le sventurate anime arresta?.. Il
a Planaval, come del resto ti ho visto, anche tu, stampata  nella  foto, hai la tua rosa.
le macchie scure delle piante sotto di sé, davanti a sé,  nella  nostra direzione quando siamo rivolti al terrazzo, e ancora
passeggiatrici, le antiche: la campagna intorpidiva allora  nella  rete dei canali: fanciulle dalle acconciature agili, dai
tocco di campana argentino e dolce di lontananza: la Sera:  nella  chiesetta solitaria all'ombra delle modeste navate, io
accesi occhi fuggitivi: anni ed anni ed anni fondevano  nella  dolcezza trionfale del ricordo. ... Inconsciamente colui
si accalcavano spingendosi coi gomiti perforanti terribili  nella  gran luce. Davanti alla faccia barbuta di un frate che
di un sorriso molle nell'aridità meridiana, ebete e sola  nella  luce catastrofica. Non seppi mai come, costeggiando torpidi
per strade male odoranti dove le femmine cantavano  nella  caldura. Ai confini della campagna una porta incisa di
Mentre più dolce, già presso a spegnersi ancora regnava  nella  lontananza il ricordo di Lei, la matrona suadente, la
apparendo le immagini avventurose delle cortigiane  nella  luce degli specchi impallidite nella loro attitudine di
delle cortigiane nella luce degli specchi impallidite  nella  loro attitudine di sfingi: e ancora tutto quello che era
la sua vestaglia bianca a fini strappi azzurri ondeggiò  nella  luce diffusa, ed io seguii il suo pallore segnato sulla sua
dalla festa, si volsero verso di noi, profondamente limpidi  nella  luce. E guardammo le vedute. Tutto era di un'irrealtà
e Faust alzava gli occhi ai comignoli delle case che  nella  luce della luna sembravano punti interrogativi e restava
dall'infinito del sogno. Lassù tra gli abeti fumosi  nella  nebbia, tra i mille e mille ticchiettìi le mille voci del
nelle nevi delle bianche Alpi. Si volse, mi accolse,  nella  notte mi amò. E ancora sullo sfondo le Alpi il bianco
i baci vani della fanciulla che lavava, lavava e cantava  nella  neve delle bianche Alpi! (le lagrime salirono ai miei occhi
presente, una chioma profusa, un corpo rantolante procubo  nella  notte mistica dell'antico animale umano. Dormiva l'ancella
barbaro, gli occhi gorghi cangianti vividi di linfe oscure,  nella  tortura del sogno scoprire il corpo vulcanizzato, due
mammelle estinte. Credetti di udire fremere le chitarre là  nella  capanna d'assi e di zingo sui terreni vaghi della città,
la fanciulla liberata esalò la sua giovinezza, languida  nella  sua grazia selvaggia, gli occhi dolci e acuti come un
fluidi e la chioma augusta dell'albero della vita si tramò  nella  sosta sul terreno nudo invitando le chitarre il lontano
della porta aperta le stelle brillarono rosse e calde  nella  lontananza: l'ombra delle selvaggie nell'ombra.
il giallo inchiostro. Ond'è che a notte, leggendo il poeta  nella  mia stanza queta, balzo repente, e, attonito, perplesso,
tremule di cori in lontananza, belle, ridenti, tiepide,  nella  tranquilla stanza tornano le memorie del luglio e
nuvole di passaggio, ascolta... erra uno strascico  nella  vicina stanza? Ascolta; e la speranza, la fede tornerà.
Nei giorni del dolore e nelle notti senza riposo,  nella  valle triste della sorda fatica e del tormento senza
cuore mi toglieva. Dal più profondo della mia distretta,  nella  mente più oscura quella fiamma mi era sorta, caduta ogni
popoloso, credetti fosse giunto il luminoso mio giorno  nella  notte e consumare quella fiamma mi parve la mia vita. Ma
con le parole non contaminò. Pur or mi trovo ancora  nella  nebbia e il camminar m'è vano e la fatica novellamente mi
ancora come un tempo, e la mia fiamma geme che pur rifulse  nella  notte per sua forza, sicura. Nelle tante piccole e vane
Non sarà necessario lasciare il letto. Solo l'alba entrerà  nella  stanza vuota. Basterà la finestra a vestire ogni cosa di un
negli occhi il ricordo delle lacrime della voluttà. Passano  nella  veglia opime di messi d'amore, leggere spole tessenti