d'altro che al loro sesso, e a norma del comun fare, si addica; ma non devono mai usare affettazione in nessuna di queste cose, nè cedere al vano
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persone spettanti alla buona società; ma questa è stolta e ingiusta pretensione, imperocchè nè la nascita nè gli averi portano seco i costumi e i modi
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capir bene intorno a che cosa il discorso si aggiri, nè si fa lecito di muover parola prima d'esserne invitata dai circostanti; nel qual caso risponde
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La Bruyère ha detto: «Essere infatuato di sè, ed avere la persuasione di possedere molto spirito, è proprio di coloro che non ne hanno o che ne hanno
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a grado il vostro zelo, essendo il vero merito sempre modesto. Udendo fare elogio dei vostri genitori, di un fratello, di un amico, è giusto che ne
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generosa; la maldicenza, ancorchè per mala sorte possa talora apparire divertevole, non richiede talento, nè è stata mai presa per indizio di spirito
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equivoci, le ambiguità, i giuochi di parole che recar potrebbero offesa al pudore; e infatti le persone bene educate se ne astengono rigorosamente, e
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alquanto d'acqua nel bicchiere, tuffarvi le dita, ed asciugarsele di poi con la salvietta. Non sono più di moda nè i brindisi, nè i canti o simili tripudi
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stonature; nè dovete far mostra di volervi astenere dai consueti elogi che peraltro nulla significano. Anche la civiltà ha certi obblighi talora
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giuochi alla comitiva; la scelta ne è riservata alle donne; ma queste allora devono mostrarsi discrete nell'usare della facoltà che vien loro accordata
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, nè potevamo far qui un trattato di morale; ma soltanto porgere alcuni avvertimenti opportuni a servire d'introduzione a quanto diremo intorno ai
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a molestare, passando, chi l'ascolta; e parimenti, senza grave motivo, non conviene che ve ne andiate innanzi che la messa sia finita. Essendo al
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irriverenti; porgere orecchio nè sorridere alle loro beffe; mostrare affettazione o intolleranza in fatto di religione.
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persone specialmento consacrate al servizio di Dio, devono essere oggetto di riverenza. I giovani soprattutto non devono trattarli con confidenza, nè
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tardi in veste di camera o in maniche di camicia, o scalza e senza cuoprirvi le spalle; nè i rigori del verno vi permettono di presentarvi in ciabatte e
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della persona conviene usare decenza e modestia, senza legatura, nè aria di pretensione; ci vuole disinvoltura pudica e semplicità decorosa. State pure a
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grande incontro cade tra un mese in spregevole abbandono. Non siate mai la prima a seguirla nè ultima a lasciarla, dice un vecchio proverbio; ed è
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e dei frivoli, a meritarsi elogi, a compiacersi delle adulazioni; e che poi addivengono favola e argomento di beffe per quelli stessi che se ne
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sarebbe cattiva assuefazione mangiucchiare ogni poco, allorchè non siamo nè bambini, nè vecchi, quando non fosse per consiglio del medico in certi
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doverli contradire; studiatevi di recar loro quei servigi, di procurar quei piaceri che più ne incontrano il gradimento; confortateli nelle afflizioni che
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vostre maestre, in altri dei vostri superiori, non vi dovete perciò far lecito di trattarli con irriverenza, nè cavarne argomento ad essere indulgenti coi
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esser permesso di andare vestita sconciamente, nè di fare sfoggio di lusso, di intromettersi non richiesta nei vostri colloqui, di interrogarvi su di ciò
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contegno modesto e riverente, non vi dimenticate della propria dignità nè della disinvolta grazia dei modi. Il vostro conversare deve essere franco e
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durato molto (sebbene le sue stesse seguaci se ne rammaricassero con ragione, perchè niuna più sozza cosa potevasi vedere di una pedana di vestito
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fatte. Ma a voi non appartiene esser le prime ad intavolare il discorso; non dovete mai parlare di voi, nè fare osservazioni critiche, imperocchè
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confidenza possiamo levarci il cappeIlo, se ci piace; ma, ove non passi grande familiarità fra noi e la persona visitata, è meglio aspettare che ce ne sia
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una donna. Se ora consideriamo le convenienze sociali, avvertiremo: non doversi discorrere di morte dinanzi ad un vecchio, nè di quei godimenti dei
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sollecite a ritirarvi; e qualora vi fosse fatta preghiera di rimanere, chiedendovi il permesso di sbrigare qualche cosa di premura, non ve ne date pensiero
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l'umanità sofferente e sventurata sono sacri; e niuno che abbia sentimenti elevati può dimenticarli nè trascurare le attenzioni con cui l'educazione ne
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del vostro carattere. Ogni volta che vi è stato fatto un piacere, è necessario che ne sappiate mostrare riconoscenza con tanta maggiore generosità
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caritalive. Non dobbiamo: Contentarci di fare sterili elemosine; offendere la sventura con insolente e stolta arroganza; nè rinunziare all'esercizio della
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si sentisse lodare i pregi della roba avuta in prestito, se ne vantasse come di cosa sua propria; od anche spontaneamte, senz'esserne da altri
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, non devono essere sigillate; nè convien sigillare le lettere di raccomandazione (le lettere commendatizie) allorchè le consegnamo alla persona stessa
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La lettura Usando il tempo con quella regola che al proprio respettivo stato si addice, ne può essere assegnata una parte a qualche gradevole
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ordinario, e pei suoi discendenti diretti otto giorni. L'usanza non permette, nel primo tempo di bruno, il frequentare le società, nè l'assistere ad
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