La tradizione di naturalismo nordico è per l'arte napoletana qualcosa di secolarmente inconcusso e invincibile. Giotto e Simone vi sono accolti
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, avvenuta già al tempo del De Dominici, è la più grave forse che abbia sofferto l'arte napoletana. A convincerci di questo dovrebbero bastare, io credo
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Battistello puro caravaggesco - si contrappongono o si combinano tre altre tendenze essenziali, sulle quali deve costruirsi la storia dell'arte napoletana.
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, per intendere questa corrente d'arte napoletana.
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Questa è la sorte di Battistello nell'arte napoletana, e soltanto più tardi, verso il 1660, quando Mattia Preti crea i capolavori del soffitto di San
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delle medesime colpe - e non un apriori etnico ch'io voglia porre alla storia dell'arte napoletana per via della sua secolare tradizione fiamminga o del
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! Occorre pensare agli strascichi vizzi e polverosi che la tradizione fiorentina perpetuava nella scuola decorazionistica napoletana dello stesso tempo
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costruire in carne e sangue, tutta la pittura napoletana fino all'apparire spiegato di Luca Giordano.
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pittura napoletana; sicché sarebbe strano se non avesse voluto trar profitto, così accorta, dai nuovi beni pittoreschi che andavano scoprendo, Massimo e
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I due «pendants» col Trionfo di Flora e di Galatea non sono di scuola romana del '700, ma di Luca Giordano, cioè di scuola napoletana del '600 **.
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tempio riconosciuta dal Glück per opera di Giovanni Scorel, di un romanismo insolitamente acuto e quasi gradevole; un bozzo di scuola napoletana del
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napoletana contemporanea, con molti Stanzioni, Ribera, Andrea di Leone, Aniello Falcone, Beltrano; e della sorella gemella della scuola napoletana di quel
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Altre lettere interessanti la storia della critica sono quelle da Napoli di Giacinto Giacomo de Castro, che considerava la pittura napoletana ormai
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napoletana del Settecento - Viaggio a Venezia e relazioni con Tiepolo).
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napoletana del mezzo secolo che lo precede, possa significare molto per la comprensione dell'arte sua; il P. è stato ancora qui dominato dalla solita
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far credere all'Ente autonomo della pittura napoletana; proprio lui veleggia il suo cuore napoletano via nel mare del più generico e decorativo
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, priva della storia dei dipinti singoli e persino delle indicazioni di misure; «con senza niente», insomma, per dirla alla napoletana.
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(prima ed., 207) mi sembrava cosa napoletana stanzionesca e così veniva rettificato nella seconda (910); la grande Natura morta del Sestieri (seconda
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]. Quanto alla Santa Cecilia (448) della Coll. Norman, la vedevo cosa napoletana. Nella seconda edizione si aggiunse la Giuditta della Galleria
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SCUOLA NAPOLETANA DEL SEICENTO
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