Se la rappresentazione formale non è più conoscenza positiva del mondo, sorge il problema della giustificazione non più intellettuale ma etica dell
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valore le antiche basiliche, meta di tanti pellegrinaggi, era un modo di riaffermare solennemente, in cospetto del mondo intero, il fondamento
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storia non è un succedersi di grandiose concezioni del mondo, ciascuna delle quali oscura la precedente, ma un continuo processo di sviluppo: tanto
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attuarsi e questa non può essere contenuta in una forma conclusa. Certo ogni artista ha le sue opere finite che il mondo conosce, ma non sono che segni
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pensiero della morte come dimensione indefinita, ma non per questo meno reale, dell’esistenza: le cose che si fanno rimangono qui, nel mondo, ma hanno in
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trionfo della spiritualità cristiana sul tempo, sul mondo, sulle forze contrarie. L’assunto ideologico si allarga e con esso si moltiplicano i
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del mondo che si compie con gli occhi: il senso di ciò che appare. Non le si chieda di elevarci al cielo e di attrarci all’inferno: si chiede forse
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si mette al servizio dell’autorità che, come Chiesa o come Stato, rappresenta nel mondo la volontà divina. Nel Trattato, l’architettura sacra o
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e rappresentazione della forma del mondo. La matematica non è più la logica del creato, ma il processo, l’operazione rigorosa del pensiero umano. L
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mondo» (T. II, cap. IV). In ogni caso, come spiega nel V trattato, la geometria gli permetterà sempre di trasformate una superficie in un’altra
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Tutta l’arte barocca ha una vocazione teatrale. Se lo scopo è la descrizione del nuovo spazio del mondo, e questo non è più ricalcato e misurato
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mondo come il giardino al bosco, anzi il giardino non è altro che il bosco ideale, edenico, il bosco per eccellenza. Per il Juvarra l’architettura e il
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mondo». [ 1963]
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filosofia e la matematica perché queste saranno anche le cause supreme, ma il mondo in cui si vive è il mondo degli effetti. Quanto al Juvarra, è un
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In fatto di planimetria, gli fa da guida il Guarini. Un ottimo, recentissimo libro di Mario Passanti (Nel mondo magico di Guarino Guarini. Toso
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comunicazione, anzi esclude dal mondo. Perciò il «sublime» è programmaticamente ermetico allo stesso modo che il «pittoresco» è programmaticamente chiaro, fino
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piangente e del Cielo ridente, è ora una realtà di fatto, che tocca profondamente il mondo del sentimento, suscita il compianto. Ma, appunto, è
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, al mondo dal quale si sottrae e al quale rinuncia? Indubbiamente, la teorica del «sublime» non è soltanto inglese, nasce dall’incontro con altre
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mondo. Cosi l’individualismo appare come il frutto di una sorta di misticismo sociale: se l’esperienza dell’incontro supremo non potrà essere che
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possibilità d’esperienza, lo distacca dalla realtà e ricostruisce in lui, molto più che un mondo di pregiudizi, un mondo di fantasmi e di miti
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universale visione del mondo e dalla contemplazione dei suoi grandi valori a un’introspezione dubbiosa e inquieta dell’essere umano e del suo destino
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giusto, Fuseli vede in Shakespeare, non già l’artista che rappresenta il mondo, ma l’artista che realizza nella propria opera l’esistenza del mondo
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Il genio di Shakespeare, altrettanto alto, è molto diverso da quello di Michelangiolo che stringe tutti aspetti del mondo e tutti moti dell’anima
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Ma, ora che ha perduto il suo paradiso naturale e ha intrapreso il suo cammino nel mondo «artificiale» degli uomini, le forze che agiscono su di lui
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. Il volto è maschera; il «tipo» umano è l’eroe-attore, il teatro è il sito magico dove si rivelano gli archetipi umani che, nella ressa del mondo
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a compiacersi. Per Fuseli, come già per Winckelmann, l’arte ha la sua determinazione storica, è una epoca nella vita del mondo, l’epoca classica dei
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trova in Shakespeare il tema più appropriato al proprio moralismo ribelle e sconfitto: tutto è sogno nel mondo, aveva ragione Calderon, ma ogni sogno
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