Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: mio

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«Corriere dei Piccoli» 2, Anno I (3 Gennaio 1909)

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AA. VV. 3 occorrenze

“Qua, Medoro! Vieni bello: dammi indietro il mio cappello.”

“Il vestito è molto bello, signor mio, le sta a pennello!...”

“Caro Mimmo, mio tesoro, io perdono a te e a Medoro.”

LA DANZA DEGLI GNOMI E ALTRE FIABE

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Gozzano, Guido 12 occorrenze

era un bimbo sveglio e intelligente, giunti agli otto anni disse al Padre: - Vorrei andare a scuola... - Non ho danaro sufficiente, figlio mio

. - Ragazzo mio, come volete ch'io vi conceda Biancabella? Fra qualche anno sarete un marito bambino, poi un marito lattante, poi nascerete; cioè morirete

palma della mano. La vecchietta l'osservò dalla finestra. - Figliuolo mio, non è quello! quello porta incise intorno certe parole che so io... Il

mondo alla ventura. Andò a salutare la sua sorella di latte, Ciclamina, e questa gli disse: - Voglio darti una piccola cosa, per mio ricordo. Non sono

accolse a braccia aperte e lo fece sedere presso il focolare, tra la moglie ed i figli. - Fratello mio Cassandrino, e la tua borsa fatata? - Ohimè! Mi fu

sono perduto; accoglietemi per carità. - Vieni avanti, figliuolo mio. Fortunato entrò nel tepore della capanna. - Ti farò parte della mia cena; ti

. - Ah! fata mia, la fedeltà della mia sposa corre pericolo. - Forse. ma fa' cuore, mettiti in armi e corri alla Corte. Dal canto mio t'aiuterò. Sansonetto

tuo Padre? Io sono Fiordaprile, e non t'è lecito avanzare sulle mie terre. Ritorna al tuo ghiacciaio, pel bene tuo e pel mio! Nevina fissava il

il giorno del pentimento per la collana presa contro mio consiglio. Ma fa' cuore ed ascoltami. Chiedi al Re molta avena e molto danaro, e mettiamoci in

Nazzarena, quella che il vostro cuore scelse per compagna. Quando giunsi col mio corteo nel bosco, un mago mi trasformò, imprigionandomi con la mia

, dopo cena, disse alla figlia: - Serena, ho dimenticato il mio libro di preghiere nella chiesa del villaggio: vammelo a cercare. - Mamma, perdonate... è

. - Quella gazza dannata mi ha stregato l'accetta! Gettò via lo stromento e fece ritorno alla casa paterna. - Già di ritorno, figlio mio? - gli disse il Padre

Al tempo dei tempi. Fiabe e leggende delle Città  di Sicilia

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Perodi, Emma 9 occorrenze

, io, figlio di suddito, non posso trattare il figlio del mio Re, colui che un giorno sarà mio sovrano, diversamente da quel che è trattato da tutti

le ricchezze di mio fratello. - Quelle sì, e se le vuoi le avrai fra pochissimo tempo perché tuo fratello morrà. Ma tu, da oggi in poi, sera e mattina

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potrà dargli soccorso? Il tuo Dio non ti aiuta a far cessare tanta miseria; prega il mio e sarai esaudito. - Lungi da me, vecchia tentatrice ; io

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pulita di molto per entrare al mio servizio ? - Venne il giorno che fece questa domanda anche a quel cameriere che aveva veduto cader l'acqua dal

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: - Ora, al primo che passa, chiedo il favore di raccogliermi il fuso, e se lo fa, quello sarà lo sposo mio.- Di lì a un momento passò un bellissimo e

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figlio del mugnaio un'arancia. - Dammela, fratuzzu dammela! - Ma tu non sei fratello mio ! - rispose l'altro. - Se tu fossi mio fratello te la darei, a

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fare la stessa morte di lui. - Figuriamoci la disperazione di Mariuccia! Si mise alla finestra a gridare : - Cavallino mio, aiutami ! La mangiatoia

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si preparava per il viaggio, gli disse : - Padre mio, per il bene che mi volete, dovete farmi un piacere : andate dal Re e ditegli che io m'ammazzo

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Reuccio par mio. Che cosa crede che mi abbia fatto sprezzare il ridicolo? Soltanto il desiderio di vederla e conoscerla. - Nel sentire che il cavaliere

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I CORSARI DELLE BERMUDE

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Salgari, Emilio 20 occorrenze

nell'ultima stanza della torre e non esservi abbasso che una sola sentinella. Mettere questa sera mio fratello Wolf, e noi passare tranquilli. - Ed io

non fidiamoci: i due comandanti inglesi potrebbe sorgere qualche sospetto. - Apriremo bene gli occhi, mio caro signor Howard, e non riprenderemo la

... della tua capigliatura da leone africano! - gridò Testa di Pietra, piantando i suoi occhi minacciosi in quelli grossi del Taverniere. - Mio signore

mastro Taverna. - Che cos'è? - Anche questo l'ha comperato tuo padre? - Sì, mio gentleman. - Ecco, tuo padre in certi momenti doveva essere un gran

donnicciuole del borgo di Batz. - Il mio borgo! - rispose il bretone con un sorriso misto ad un sospiro. Scese la scala, col suo passo pesante, mise il

Bellona, vedendolo, mi passò davanti agli occhi come una nube sanguigna, e il mio coltello di manovra bevette il suo sangue. - L'uccideste? - Gli spaccai la

. - Dovevo andare a trovare mio fratello per portargli un paio di pagnotte - disse il bretone. - Me le sono levate dalla bocca per serbargliele. - Non si

la guarnigione del castello. - Il mio comandante è assolutamente invincibile. - Diamine! Dopo tanti abbordaggi! ... - esclamò Piccolo Flocco. In quel

autentico, aringhe squisitissime, prosciutto ben conservato, avendo ammazzato il mio ultimo maiale un mese fa ... - Che lusso! E vini? - Niente vino

sempre stato fantaccino. - E tu che ne dici, mastro Taverna? - Non vi riconosco più, mio signore, - rispose l'albergatore. - Ed ora? - chiese Piccolo

comandata da sir William Mac Lellan. Sono pronto a farmi uccidere per il mio capitano. Il marchese d'Halifax? Non l'ho mai conosciuto. Venite pure e

troppo lunghe. Il mastro mise una mano nella sua ampia cintura rossa, come per levarne denaro, ma mastro Taverna con un gesto lo fermò. - No, mio

che era più vicino alla candela. - Ne ho ancora qualcuna, gentleman. Se foste giunto fra qualche giorno, con mio grande dispiacere avrei dovuto

marchese che, alla stretta dei conti, è vostro fratello? - Se entro in Boston, quell'uomo pagherà l'infame tradimento e mio padre mi perdonerà. - E poi

noi? - chiese a Testa di Pietra. - Pare - rispose il bretone. molto preoccupato. - Qui non spira più buon vento per noi, mio giovane amico, e faremo

fuoco rasente al mio corpo. - Non oserò mai! - affermò Testa di Pietra. - Non vorrei uccidere il mio comandante che adoro più della punta del campanile

? - chiese Piccolo Flocco. - Vi è la corvetta che batte, mio caro, ed i suoi mortai ed i suoi pezzi da caccia senza contare tutti quelli delle batterie

colpo lontano? - gli chiese il Corsaro. - Il mio orecchio si è conservato ottimamente, sebbene ne abbia uditi frastuoni di quei mostri di bronzo! - Non

, ma prima che abbia sbrigato i miei affari molte cose possono accadere. Che ne dici, Testa di Pietra? - Che mio nonno, un famoso corsaro ... - Ah

non mandare il mio Tuonante su qualche secca. - Conosco la baia come le mie tasche, quindi potete essere tranquillo. Il Corsaro lo accomiatò con un

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