più inveterate abitudini. Pranzai alla mia solita tavola, senza i miei soliti compagni di dispepsia, perchè contemporaneamente alla proclamazione
Giuoco di torri, d'alfieri e di pedine. Tra molti difetti comuni con la maggior parte dei miei simili io ho anche alcune qualità abbastanza originali
postiches nè i capelli, il Ministro degli Esteri non ebbe mai più l'idea di strapparmi ai miei dolci ozii di Pulquerrima. E lì a Pulquerrima il
. Adesso mi accorgo che le mie funzioni non erano molto brillanti. Allora mi sembrava di continuar le glorie dei miei avi, ed avrei giurato che il mio paese
con la più intensa attenzione come se non si fosse mai interessata d'altro in vita sua. E ne parlammo tanto, dei miei ventagli, che giunti a casa ci
ogni sei mesi. Se ricevo ordini, obbedisco. Senz'ordini, agisco secondo le mie idee ed i miei sentimenti». Ed essendosi il colloquio col ministro fatto
che io avevo pessimisticamente preveduto. Al solito don Pedro salvò le apparenze: — Comprendo e apprezzo, miei cari colleghi, la vostra delicatezza
sera accompagnare alla frontiera. Ma a me poco importa. I miei capitali sono fuori di Fantasia, a Londra, a Roma, a Parigi. Con un po' di denaro, un
ricordo offenbachiano della Belle Héléne e al quale faranno bene a ritornare le memorie labili in cui le parole di questi miei «documenti» non si fossero
miei ricordi di stretto amico di Sua Maestà, di suo fedele confidente e di suo pedagogo galante quando muoveva nei salotti di Pulquerrima i primi passi
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il mare in fondo alla strada: mi sembra uno specchio che riflette la luce inquieta dei miei occhi e con essa la mia fede e la mia speranza. Attraverso
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Verso la una ero davanti alla drogheria deserta, accecato dal sole della strada, dal barbaglio del mare che pareva uno specchio mosso, e dai miei
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sull'altura del mio terreno, e il mio aspetto e i miei occhi avevano certo qualche cosa di minaccioso perchè l'uomo ripiegò tosto il capo e rilesse il
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pensavo anche ai casi miei. Pensavo che forse il vecchio marinaio aveva avvertito la zia di vigilarmi: lei mi vigilava: io mi nascondevo sotto le mie
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sentissero quelli che stavano di Ià, - che ai miei tempi i bambini non si trovavano così in campagna come leprotti. - Ai tuoi tempi non si trovavano
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tutto il mondo davanti a me; e i suoi occhi chiari, alti, come il cielo, attiravano i miei, bevevano I'anima mia. Mi fu davanti, mi accarezzò i capelli
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si avvilisse davanti a me. Eppoi un calcolo era fitto tra i miei vari pensieri: "Se la nostra passione ci travolgesse e noi avessimo un figlio, lei non
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Non l'avevo mai veduto in casa nostra. E neppure per un momento sperai nulla di buono dalla sua visita. Anzi i miei timori andavano oltre.... Ecco
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fatti miei? Perchè si opponeva alla vendita del terreno? E perchè non mi domandava neppure la ragione per la quale avevo preso i danari dall'usuraio e
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parve più di sdegno che di affetto. Subito però si dominò, mi accennò di avanzare. AI rumore del miei passi l'uscio della cucina si socchiuse e subito
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, forse perchè lei era quasi guarita ed io mi toglievo da quell'oscuro dubbio che fossi io con le mie pazzie e i miei errori a farle del male, o forse
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dispetto dei miei creditori nel vedersi derubati della bimba, - ch'essi avevano già adottato con tutti i mezzi legali. Mi veniva da ridere. Adesso
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inganno dai miei creditori. No, no, dicevo a me stesso, io veglierò; starò in giro intorno alla casetta, o farò venire la donna in casa. La zia
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rumore dei miei passi, il fruscio delle foglie, e un suono lontano che dapprima mi sembrò fosse dentro di me: il mormorio del mare. Poi d'un tratto mi
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servi, non li avete? Siete obbligata a loro, poichè li avete voluti, come io sono obbligato ai miei clienti. Si vive o si muore, - egli proseguì
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nella sventura, cominciando dalla zia e continuando nei miei istitutori e nei compagni. E con questi eravamo stati sempre allegri e spensierati: mi
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la ragazza sui miei passi. Io m'ero alzato, ancora stordito dal vino e dai mali sogni, e andavo lungo la siepe, guardando dal di fuori il mio terreno
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la voce, ma tutta la mia persona si tendeva in atto di protesta; e vedevo delle scintille, che mi sembravano il riflesso dei miei occhi splendenti di
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Amici miei, permettete ch’io incominci, salutandovi con tutta l’effusione dell’anima. Ci rivediamo dopo cinque anni ad una prima assemblea politica
entro la nazione. Ecco cosa vuol dire, amici miei, avere finalmente una patria.
liberazione politica. Con quale ansia, amici miei, abbiamo atteso la grande giornata! Quando venne finalmente, le aspre lotte per la nostra esistenza
contro il parere di amici miei carissimi. Parmi però che non sia possibile discutere di un problema così arduo e così importante per il nostro Paese
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vi si avventan tutti gli sguardi, e tutte le aspettazioni rimangon deluse. So, dunque, d'aver fatto male riprendendo la serie dei miei lavori
imputati. I miei studii non sono mai stati spinti più oltre... M'interruppi, sentendo che il fruscio della gonna ricominciava: e con un certo spavento
gesto, perduta; in quell'attimo era mia, io le aveva trasfuso tutti i miei pensieri, io la faceva vibrare con le mie parole, io la conduceva per mano
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possibile un'indigestione spaventosa; i buongustai si contentano di meno e godono assai di più. Quando io ripenso ai miei atteggiamenti di quei tempi
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miei, venga ad accusarmi di avergli rapito la sua donna!.... Egli vi ama non è vero? Ha detto che vi ama, senza dubbio, e quasi tutti i giorni vi segue
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vanto. Ho interrogato dei servi e delle serve, come voi dite; che cosa importa? Vi ho persuasa della verità dei miei sospetti; ecco il nodo della
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era certa dell'innocenza di colui che io le aveva additato come un assassino. Perché? Quali argomenti possedeva, da contrapporre ai miei? Quali fatti
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