per piacevolezze umane d'ordine inferiore, il blocco | Michelangiolo | perduri a fior d'acqua, sotto il crespo di Puget, via fino |
Scritti giovanili 1912-1922 -
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passi del Paradise Lost, il Macbeth, Ossian e | Michelangiolo | furono messi in un sol mazzo, e l’emozione destata da |
Da Bramante a Canova -
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l’antico, sono i caratteri salienti della poetica di | Michelangiolo | e, dopo di lui, delle poetiche del «genio» o del furor. Ma |
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volte si è detto, il vero finito, mentre il non-finito di | Michelangiolo | è tale rispetto a un’altra opera, in perpetua gestazione, |
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tragica del genio. Ora l’opera incompiuta, lo scacco di | Michelangiolo | è veramente un’opera ideata e più volte incominciata e |
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come rappresentazione storico-allegorica. | Michelangiolo | non è stato il primo a proporre il tema ideale del |
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a dirsi, nei primi anni del Cinquecento si ripete tra | Michelangiolo | e Bramante la stessa polemica sull’idea e il valore della |
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della Consegna delle chiavi del Perugino (e si rammenti che | Michelangiolo | si è formato nello stesso ambiente neoplatonico del |
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verità dommatica certa come la struttura stessa del cosmo; | Michelangiolo | vuole un’architettura-scultura, in cui ogni elemento possa |
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freschi se il barocco - che ha dentro | Michelangiolo | - finisse nelle pillacchere di Pollock e se un pezzo di |
Il Nuovo Corriere della Sera -
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felice di arte e cultura, ma ora rettifica quel giudizio: | Michelangiolo | è «sublime», anche in ciò (e non è poco) che nella sua arte |
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sarà ancora più esplicito: simpatizziamo con Raffaello, ma | Michelangiolo | è sublime. Sente il bisogno di giustificarsi di fronte al |
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di fronte al suo predecessore: «Reynolds, dicendo che | Michelangiolo | aveva più immaginazione e Raffaello più fantasia, intendeva |
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di altri lavori, in primo luogo affreschi della Sistina. | Michelangiolo | li intraprende contro voglia, per puro spirito |
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non fa che complicare le cose: infatti, ad ogni ripresa, | Michelangiolo | cambia tutto), dal programma iconografico alla concezione |
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iniziale. Quanto al fatto che tutte le opere compiute da | Michelangiolo | tra il 1505 e il 1545 attingano e portino motivi al |
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1542, quando partecipa all’esecuzione del disegno finale) | Michelangiolo | ha messo mano all’esecuzione della tomba; e gli Schiavi, il |
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sviluppo del precedente, ma un ritorno all’idea del 1516. | Michelangiolo | si obbliga a terminare i lavori in tre anni e s’impegna a |
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o l’equilibrio della forma. Quando lavora agli Schiavi, | Michelangiolo | ha già in mente il Giudizio Finale (lo comincerà infatti |
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la ricerca della plastica libera, anti-architettonica, che | Michelangiolo | aveva affrontato negli Schiavi quando, terminata la pittura |
Da Bramante a Canova -
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negli Schiavi quando, terminata la pittura del Giudizio, | Michelangiolo | torna ad occuparsi della tomba, cancella quella che, poco |
Da Bramante a Canova -
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quasi da uno stato di estasi. La conversione religiosa di | Michelangiolo | è ormai un fatto compiuto: l’artista vive nel fervore della |
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poesia religiosa del Tasso. Ma in essi, per la prima volta, | Michelangiolo | fa una pittura che non ripete l’ideale plastico della |
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e compendiari da distruggere la plasticità dell’immagine. | Michelangiolo | non considera più la pittura come un’arte subalterna, ma |
Da Bramante a Canova -
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spirituale più che una scelta stilistica. Al culto di | Michelangiolo | lo inizia Carlo Maderno, suo maestro e parente. Ma non |
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del Borromini è amaro e quasi espiatorio, perché il mito di | Michelangiolo | era ormai tramontato e il mito classico del Bernini era di |
Da Bramante a Canova -
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il Caravaggio pensa che i manieristi non capiscano | Michelangiolo | e Raffaello: ma, per Annibale, non ne capiscono la |
Manuale Seicento-Settecento -
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che, con il progetto del 1513, | Michelangiolo | si sia coscientemente proposto una sintesi formale di |
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con la sua esistenza: e questo è il fatto nuovo che pone | Michelangiolo | alla radice di tutta una tradizione di pensiero al cui |
Da Bramante a Canova -
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| Michelangiolo | comincia a lavorare agli Schiavi dell’Accademia, ha appena |
Da Bramante a Canova -
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a suo modo può aspirare al termine di genio»), l’arte di | Michelangiolo | ha la qualità suprema della poesia e quindi le spetta la |
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dominante nel Caravaggio, come già in Michelangiolo. Ma per | Michelangiolo | la morte era liberazione e sublimazione, per il Caravaggio |
Manuale Seicento-Settecento -
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Shakespeare, altrettanto alto, è molto diverso da quello di | Michelangiolo | che stringe tutti aspetti del mondo e tutti moti dell’anima |
Da Bramante a Canova -
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«sublime». Non seguì il maestro nell’imitazione fanatica di | Michelangiolo | e si volse invece, attraverso il Canova, allo studio |
Manuale Seicento-Settecento -
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è già tramontata tre anni dopo, nel 1516. In questo momento | Michelangiolo | è già impegnato in un’opera specificamente architettonica, |
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X e il cardinale Giulio de' Medici decidono di affidare a | Michelangiolo | e a Baccio d’Agnolo la stesura del progetto definitivo. La |
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di vista tipologico, l’invenzione della facciata è nuova: | Michelangiolo | la concepisce come un organismo indipendente da quello |
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e i santi patroni della casata medicea: perciò, forse, | Michelangiolo | poteva dire che la facciata sarebbe stata «lo specchio di |
Da Bramante a Canova -
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nel suo discorso di congedo, Reynolds aveva paragonato | Michelangiolo | a Omero e Shakespeare che come lui avevano «esplorato le |
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questa evoluzione dell’ispirazione implica il problema, che | Michelangiolo | aveva appena affrontato nella Sistina, dell’integrazione di |
Da Bramante a Canova -
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questo momento l’interesse di | Michelangiolo | per quella che doveva essere l’opera suprema della sua vita |
Da Bramante a Canova -
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ma preciso: nella primavera di quello stesso anno | Michelangiolo | aveva messo mano all’esecuzione delle sculture per la |
Da Bramante a Canova -
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| Michelangiolo | non era amico del Bramante; tuttavia, quando, trent’anni |
Da Bramante a Canova -
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accingersi a studiare un proprio progetto per la basilica, | Michelangiolo | non può dimenticare che il suo disegno era stato il seme da |
Da Bramante a Canova -
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linea serpentina dal motivo eroico che aveva ispirato a | Michelangiolo | la torsione «serpentinata» di certe sue ligure. E Reynolds, |
Da Bramante a Canova -
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la soluzione puramente pratica di San Pietro in Vincoli, | Michelangiolo | si libera finalmente dall'angoscia dell’opera rimasta |
Da Bramante a Canova -
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devote sono l’opposto delle figure sforzate (il richiamo a | Michelangiolo | è evidente), quindi la historia devota deve essere “fedele, |
L'Europa delle capitali -
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una spazialità ideale come archetipo dello spazio naturale, | Michelangiolo | ritrova la spazialità ideale al di là, o nel superamento, |
Da Bramante a Canova -
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poetica del «Sublime», nata dall’interpretazione che di | Michelangiolo | si dà nel tardo Settecento, specialmente in Inghilterra, e |
Da Bramante a Canova -
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porta la guerra nel campo avversario. I manieristi imitano | Michelangiolo | e Raffaello, ma non li capiscono; fanno pittura «di storia» |
Manuale Seicento-Settecento -
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dei «grandi»; riprende l’impostazione di alcune figure | Michelangiolo | (e, nel primo San Matteo dipinto per San Luigi dei |
Manuale Seicento-Settecento -
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| Michelangiolo | l’arte è la totalità dell’esistenza perché discende dalla |
Da Bramante a Canova -
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conclusione plastica di un equilibrato sistema di volumi. | Michelangiolo | aveva cercato di legarla alla dinamica delle masse |
L'Europa delle capitali -
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della nave maderniana al santuario centrale di | Michelangiolo | in S. Pietro), riducendoli così a una spazialità una e |
Da Bramante a Canova -
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| Michelangiolo | concepisce la prima idea della tomba si propone di creare, |
Da Bramante a Canova -
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