“Mia signora, riportato v’ho il cappello.” Oh! in quale stato!
nonno dovette rinchiuderla in casa. - Piumadoro, povera bimba mia, qui si tratta di un malefizio! E il vecchio sospirava. E Piumadoro s'annoiava, così
tuoi giardini. - Grazie, vecchietta mia! Il Reuccio baciò la buona fata, ma sentiva l'anello donatogli da Biancabella di Pameria stringergli il dito
la mia fedeltà sarà in pericolo...
ricca e non posso fare gran che. Aggiungerò al tuo fardello una logora camicia della mia trisavola, che era negromante. Prataiolo non poté nascondere
pettinavano le chiome fluenti. - Figliuole mie - disse con voce affettuosa - voglio insegnarvi un'acconciatura di mia invenzione... E preso il pettine dalle
Re di Bikarìa. E questa è la mia figliuola Nazzarena che chiedete per moglie. La Principessa era nana, pallida, vizza, per nulla rassomigliante al
: - Rispondi di tutto sulla tua testa? - Sulla mia testa. I cuochi e il loro capo andarono a passeggio, e Cassandrino restò nelle cucine. Pochi minuti
, prese il libro e ritornò al castello. Quando la madre la vide dié un urlo: - Gordiana, figlia mia! Chi t'ha conciata così? - Voi, madre snaturata, che
. - Sì. Ho pensato che la vita con voi, nella mia casa, era preferibile a qualunque avventura. E tacque del bando, e della gazza misteriosa. Saturnino
ritornava. Compiva l'anno, il mese, il giorno quando Doralice disse a Chiaretta: - Sorella mia, sono la secondogenita. É giusto ch'io mi metta alla
cavalieri temerari che vogliono affrontarlo. - Lo affronterò anch'io e vincerò, se questa è la mia sorte. E il Reuccio Sansonetto proseguiva la via. Giunse
sposare! - I tuoi sudditi non vorranno una Regina che diffonde il gelo. - Non importa. La mia volontà sarà fatta. Avanzarono ancora, tenendosi per mano
sono perduto; accoglietemi per carità. - Vieni avanti, figliuolo mio. Fortunato entrò nel tepore della capanna. - Ti farò parte della mia cena; ti
negromante travestito da medico. - Figlia mia, questo medico famoso non domanda, per rendermi la salute, che il tuo anello d'oro. - Acconsento - disse la
le presero. - Io, per conto mio, - disse il Reuccio - non ho nessuna voglia di uccidere la mia colomba. - Neppur io voglio uccidere la mia, - rispose
Costanza, era tutto taciturno e pensieroso e respingeva il cibo. - Che cosa ti tiene in angustia, fratel mio? - gli domandò la gobba. - La mia miseria
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sono cristiano e morrò cristiano. Se il mio Dio non m'aiuta, si è perché vuoi mettere alla prova la mia costanza e la mia fortezza, - e spronato il
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mia sorella Peppa. - Chiamatela, che debbo parlare con lei. - Donna Tura, lemme lemme andò a chiamarla. Quando il cameriere si vide davanti quelle
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casa. - E perché sei rinchiusa ? - Perché mia madre e le mie sorelle sono andate alla messa, ma io, dovendo terminare questo filato, che non ho potuto
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gran pena. Zitto zitto se ne andò a piangere nello stanzino buio e fra le lacrime diceva : - È mai possibile che il mio babbo e la mia mamma non si
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sempre, sempre aspettava e badava a ripetere : - Anch'io devo avere un giorno o l'altro qualche sollievo, altrimenti la mia vita sarebbe troppo troppo
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bene. Lei, signor padre, deve fare un bando e invitare tutti quelli che aspirano alla mia mano a venire a tre banchetti che darà nella gran sala del
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: - Ragazze mie, i miei negozi mi costringono a partire ; vado a Palermo, starò assente un pezzo, e desidero compensarvi della mia assenza con un dono. Che
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avevate macchinato contro di me, - gli disse appena gli fa davanti. - Siete fratello di mia madre e non voglio macchiarmi col vostro sangue, ma vi ordino
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prendi invece questa ghinea con la quale potrai bere alla mia salute sotto le mura di Boston. - Per il borgo di Batz! - esclamò il vecchio lupo di mare
, e suo figlio non assaggerà quella porcheria. Per far lume passi, ma ... - E che cosa vai a fare al castello? - E la mia Nelly? Te la sei dimenticata
. - La serata veramente non mi pare propizia, non per la mia pelle, perché è ormai troppo vecchia e non servirebbe nemmeno ad adescare i pescicani
vedrete, miss, come monterò all'abbordaggio colla mia sciabola. - Dov'è il baronetto? - Ho detto alla vostra cameriera che si trova più vicino di quello
pronta la stanza per la signora? - chiese sir William. - Anche. - Vieni, Mary: qui sei al sicuro, perché la mia spada e le sciabole dei miei marinai
Piccolo Flocco. - Ho ben recitata la mia parte, comandante? - chiese. - Un galeotto come te non si trova in nessun luogo della Bretagna - rispose sir
bretone. - Io? Niente affatto, signore. Mio nonno era un Chalkraff. - Volete dire? - Il carnefice di Londra. - Allora potete stringere la mia mano. Il
sparato tutt'oggi e crepare di fame. - Va' a crepare in un altro luogo, ma non qui - rispose il mastro. - Mia gamella trovasi nella casamatta. - Andrò a
rompere la mia preziosa pipa - disse Testa di Pietra. - Mettila in bocca, - disse il baronetto, che era in testa, tenendo l'occhio di bue. - Forse sarà
per il castello, promettendomi di ritornar presto. - Torneranno quei cani di policemen? - Può darsi; ma potete contare sulla mia fedeltà. Non vi
sorvegliati. - Dalle due navi d'alto bordo, vero? - Si, e scommetterei nuovamente la mia pipa che le rivedremo ben presto. Fortunatamente il vento aumenta e la
riceverci? - Anzi! Nessuno mette piede nella mia casa, come se ci regnasse la febbre gialla. Passano mesi senza che veda un volto umano, poiché l'uscire mi
porti via la mia testa ed anche quella dei miei aiutanti. Sono l'unico boia che lavora per le colonie americane, ed ho il diritto di conservare la mia
ha mandato, sir William. - È scoppiato il fuoco a bordo? - Ah no, sir. - E allora? - È il fuoco invece che sta per caderci addosso. - Sulla mia
rimandarvi, perché non entra più nulla nella piazza, Quest'assedio è la mia rovina. - Raddoppia i prezzi delle bottiglie che ancora possiedi, mastro
ti cada qualche palla sulla testa. - È dura come la pietra la mia testa, signore; la farà rimbalzare in mare. - Uhm! Le palle fioccavano da tutte le
di difendere la mia pelle. - Siete diventato maestro d'armi? Non l'avevo mai saputo prima di questa sera. - V'insegnerò come insegnano i maestri
baronetto, scorgendola, mandò un altissimo grido: - In caccia! Abbordiamola! Salvate la mia fanciulla! Non fate fuoco sul quadro! Il capitano della
? Impiccherei il comandante del forte, piuttosto! Per il borgo di Batz! Un bretone tradire il suo capitano? Oh, mai! Darei la mia testa per salvare la sua
mia pipa che un gatto non riuscirebbe a vederli. Ad un tratto il bretone si curvò in avanti e si mise in ascolto. - Che cosa senti? - chiese sir
navigazione, e nella mia cintura ho tante sterline da poter vuotare cinquecento bottiglie, fare duecento pranzi e trecento colazioni ... Pefi