si attraggono con una forza direttamente proporzionale al prodotto delle loro masse e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza
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Cavendish potè dimostrare che l’entità della rotazione variava in rapporto diretto con il prodotto delle masse e inversamente rispetto al quadrato
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ignoto si trovasse a un po’ meno del doppio della distanza di Urano e che avesse una massa doppia rispetto a questo pianeta, cioè di 36 masse terrestri.
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Le Verrier aveva fatto i suoi calcoli ipotizzando 36 masse terrestri.
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curvatura. Nessuna attrazione, dunque: tutto si riduce a un fatto di geometria. Le masse plasmano lo spazio e dicono ai corpi come devono muoversi. Già, ma
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sperimentale di antigravità, tutte le masse si attraggono, non si respingono.
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diametro cento volte più piccolo della stella originaria, e dunque con una incredibile densità. Quel numero – 1,4 masse solari – oggi è noto come il “limite
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pulsar. Oltre le 3-4 masse solari si forma un buco nero, il più inquietante tra gli oggetti del cielo: da essi non può sfuggire neppure la luce, la loro
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quel limite, che è di 1,4 masse solari. Ciò fa sì che la luminosità delle supernove del tipo Ia sia costante (magnitudine assoluta -19,3, pari a 5
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). Nessuno è davvero paragonabile alla Terra: hanno masse maggiori, sono troppo vicini alla loro stella, hanno un clima torrido, probabilmente sono
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correttamente solo da Newton introducendo una forza, la gravità, che varia con il quadrato della distanza e il prodotto delle masse in gioco.
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