capacità mentali della massa; il conflitto tra le esigenze dell'ispirazione e quelle della cassetta. La verità è - dice Machaty - che mentre le altre arti
sostanza attraversata, perchè questi, avendo una massa varie migliaia di volte minore di quella delle particelle a, non possono farle deviare
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massa, avente una carica positiva Ze (chiamando e la carica dell'elettrone presa in valore assoluto): intorno ad esso si trovano Z elettroni, le cui
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e lo stesso numero di elettroni planetari, ma differiscono per la massa del nucleo. Poichè il moto degli elettroni è determinato dalle forze
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trascurabili, caratterizzato solo dal valore della sua massa e della sua carica elettrica positiva (ossia dal numero atomico): ci limitiamo perciò qui solo ad
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Per tener conto della condizione I consideriamo una particella di massa m che si muova in un campo di potenziale (1) Chiamiamo «potenziale» l'energia
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(1) Adoperiamo questa lettera per conformarci all'uso ormai universale, sebbene m, indichi pure la massa della particella.
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uguale ad un numero intero (1) Adoperiamo questa lettera per conformarci all'uso ormai universale, sebbene m, indichi pure la massa della particella. m
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un nucleo di carica Ze e da un solo elettrone (il caso dell'idrogeno corrisponde a Z = 1). Data la massa preponderante del nucleo, possiamo
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(1) Adottiamo provvisoriamente per il quanto magnetico la notazione m* per evitare confusione con la massa elettronica m: in seguito, quando non vi
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per il quanto magnetico la notazione m* per evitare confusione con la massa elettronica m: in seguito, quando non vi sia ragione di equivoco
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dei due corpi si riconduce a quello di un solo corpo attirato da un centro fisso, purchè si modifichi lievemente la massa del mobile: il moto di un
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tra la massa dell'elettrone e quella del nucleo. Il valore di R dato dalla (21) del § 16 è quello che corrisponderebbe ad un nucleo di massa infinita
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, secondo la meccanica relativista, (dove m è la «massa di quiete» dell'elettrone) (1) Se si usassero le formule classiche per la forza viva e la quantità di
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corpo non più di massa m, ma di una massa M uguale alla massa dell'atomo, cioè alcune migliaia di volte più grande. Il ragionamento precedente varrà
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(oppure con pi il momento coniugato a : la massa della k-esima particella sarà indicata con e la sua carica con . Allora l'hamiltoniana del sistema si
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coordinate: sia poi M la massa del nucleo, m quella dell'elettrone. L'hamiltoniana classica è
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sostituzione della massa m con la m' (leggermente inferiore): la dunque coinciderà con la della teoria svolta al § 46, P. II, purchè si sostituisca la massa
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Quanto all'operatore , esso è quello che si presenta nel moto di una particella di massa M + m non soggetta a forze: la è dunque un'autofunzione del
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(m' prende il nome di massa ridotta). Corrispondentemente la potrà spezzarsi (v. § 20) nel prodotto
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della massa m con la massa ridotta mi.
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Prendiamo il caso di un oscillatore armonico, di massa m e forza di richiamo — Kx, trattato con la meccanica ondulatoria al § 39, p. II, e
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, essendo costituiti da un nucleo e da un solo elettrone, hanno struttura analoga all'atomo di idrogeno, da cui differiscono solo per la massa del nucleo e
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(2) Indicheremo in tutto questo capitolo con e la carica dell'elettrone in valore assoluto, e con la sua massa di quiete.
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il suo momento e il campo magnetico: si avrà cioè, detta la massa, — e la carica (2) Indicheremo in tutto questo capitolo con e la carica
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assoluto della carica elettronica. Nel caso dell'elettrone dunque . di carica (in unità elettrostatiche) e massa (di quiete) , posta in un campo elettrico
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dei positroni: restava però inesplicabile che la massa delle particelle positive fosse tanto diversa da quella degli elettroni. Con la scoperta
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che la massa delle particelle positive fosse tanto diversa da quella degli elettroni. Con la scoperta sperimentale del positrone (1932), le «lacune
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Osserviamo anzitutto che, data la massa grandissima che ha un atomo in confronto di un elettrone, la forza viva che esso riceve dall'urto di questo è
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la massa m delle singole molecole, ma nelle formule finali, destinate al confronto con l'esperienza, la m appare quasi sempre moltiplicata per il
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Ma si sono poi scoperti alcuni fenomeni nei quali interviene direttamente la massa delle singole molecole o — ciò che è lo stesso — il numero di
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feconda di risultati conformi alla esperienza. Tale ipotesi consiste nell'attribuire all'elettrone, oltre alla carica elettrica ed alla massa, anche un
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dove m è la massa di un elettrone. Se ne deduce, in particolare, che se il fascio di elettroni incontra un reticolo, esso deve essere diffratto come
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potuto misurare (mediante la deflessione subìta in un campo elettrico e magnetico) il rapporto e/m tra la carica e la massa, cosicchè da una misura
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e nella (26) la massa mdiviene funzione di v secondo la legge
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La massa risulta circa 1837 volte più piccola della massa dell'atomo di idrogeno. Per velocità elevate si è constatato che il rapporto e/m decresce
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Massa (per piccole velocità): mo= [numero eliminato] g.
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dove mo è il valore della massa per piccole velocità.
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m essendo la massa di una molecola (v. gas).
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quantità di calore trasmessa al corpo. Se indichiamo con c il calore specifico, potremo ; scrivere, per l'unità di massa della sostanza, dQ = cdT; e
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dove n è il numero delle molecole per unità di volume ed m la massa molecolare. I fenomeni di degenerazione sono piccoli o grandi a seconda che D è
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concentrazione e la piccola massa degli elettroni, il parametro D risulta molto grande anche a temperature elevate) e quindi il suo comportamento è sotto
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