nuotano colossi marini, ruine le cui macerie vedute da lontano sembrano montagne all’attonito viaggiatore, colonne di venti secoli lanciate nelle nubi
cospicue oggi è seminato di macerie e presenta all’attonito passeggiero un’immagine di desolazione e di morte. I miserabili abitatori che s’incontrano
. Non seggioloni, non arazzi adornavano il recinto. (E che importavano gli adornamenti a coloro che s’eran sacrati alla morte?). Le macerie eran per loro
molti luoghi non trovi più che macerie in mezzo a vasto deserto, a solitudine desolata, a silenzio d’essere umano. Caddero le città dei dominatori del
macerie e subito che vi sia tanta luce da poter mettere il piede sicuro sul sentiero della foresta noi dobbiamo internarci allontanandoci dalla sede dei
volete! Essa aveva trovato il suo Eden tra le macerie e sotto la toga cenciosa del nostro mendico aveva scoperto colla sua immaginazione esaltata il
giuravano di voler libera Roma, e l’eco diffuse tra le secolari macerie dello sterminato Colosseo il maschio grido di quella coorte. Trecento
, dei ricami e delle mode, mi erano famigliari i capi d’opera dei maestri dell’arti belle, le macerie del Foro e quelle sparse nella deserta campagna
far vigilare gli emissari dei preti. L’ultime ombre dei congiurati (perché veramente sembravano ombre che traversassero quelle macerie) eransi
della campagna in quella stagione purissima. La campagna romana, un dì sì popolata e fertile, è oggi, lo ripeto, un deserto seminato di macerie e