prestargli il porco. Da prima il Duca si rifiutò, ma poi promise che glielo avrebbe prestato; però, quando il padrone avvertì il porco di tenersi pronto per
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la terra benedetta, che tocchino lo scheletro che fu benedetto, impossibile. Chiedi ogni altra cosa e ti sarà accordata, ma questa no. - Costanza
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e giungere presto a casa, ma allora sì che andava piano e che le gambe le facevano cicche ciacche. Basta, tutte le cose vengono a termine e venne a
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con la sua vociaccia di dispettosa. - Lei ora è giovane, è bella, è al servizio del Re e finge di non conoscermi più. Ma che posso fare per diventar
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tasca. Aveva la buccia secca secca, ma tagliandola in mezzo, vide che conteneva ancora un po' di succo. Con quel succo bagnò la testa delle bisce dorate
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sopra i monti fino alla vetta dell'Etna, e si librò sul cratere del vulcano. - Vedi il fuoco? - domandò a Ruggiero. - Lo vedo! Oh, come è bello, ma
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prese, uscì da palazzo e subito partì. Frattanto il Reuccio era guarito dalle ferite, ma l'odio che aveva preso per chi gliele aveva cagionate, era
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. - Ma sicuro; vi pagherò ora, e dopo avrete una buona mancia. - E lo pagò in tante monete d'oro. Dopo averle riposte a chiave in un cassetto, il
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sono grato, ma.... - Ma? - ripetettero le sette Fate. - Ma non siete la Reginuccia. Lei, lei sola voglio per isposa. - Le sette Fate divennero a un
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Al tempo dei tempi viveva a Palermo un Duca che era il primo signore della città. Basti dire che aveva maritata l'unica sorella col Re stesso; ma il
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: - Comare, come state? - Bene, e voi? - Bene. - E come stanno a casa vostra? - Tutti bene. - Ma lo sapete quel che vi dico? Quel giovinetto lì che dorme
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i genitori del bambino, rispondeva con una barzelletta, li trattava di curiosi, ma non dava nessuna risposta concludente. L'ultima volta che andò al
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, e ne tornò coi villani che avevano scavato la prima volta. Ma che vede mai, appena giunto? Tutti i carrubbi che crescevano abbondanti sul colle di
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nipote di una vecchia, gobba anche lei. Nonna, figlia e nipote erano poveri quanto mai, ma facevan di tutto per non apparire tali, e quando uscivano
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voce chioccia di donna bavosa e vecchia, stava per fuggire, ma poi pensò: - Sarà la donna di servizio, - e rispose: - Sono il cameriere di Sua Maestà
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Al tempo dei tempi c'era un Re di Sicilia che aveva moglie da un pezzo, ma questa moglie non gli faceva nessun figlio. Il Re pregava sempre Iddio che
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gl'incartamenti e gli atti per intentar lite all'abate e provare che non lui, ma il giovinetto era l'erede dei titoli e delle ricchezze. Incominciò il processo
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chiusi, intirizzita come se fosse di marmo. La portarono sul letto e chiamarono subito i medici della città che tentarono tanti rimedi, ma Maricchia
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d'oro rabbonì la moglie e levò il Principino da battere il ferro sull'incudine e da limare chiavi e toppe. Ma torniamo al Re. Subito subito fece
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il terrazzino di Ruggiero, ma non capirono nulla, e neppure udirono raspare e nitrire il cavallo. Ma incuriosite da quei gesti e da quegli accenni
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un anno all'altro rintanate in casa. La madre doveva andare di qua e di là a preparar lavoro, pennecchi, stoppa, cotone e tele, ma prima d'uscire
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di broccato verde mare per la seconda, ma prima d'andare dal Re ci pensa un pezzo, perchè non sapeva come il Re avrebbe presa l'ambasciata della
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Principessa, quando fu il momento, fece un maschio, ma ella, poveretta, soffrì tanto che di lì a tre giorni mori. Il Principe, dal dolore di vederla
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da mostrarmi? - Maestà, non ne ho, ma ho una figlia a casa, tanto buona e tanto bella che si strozza per Vostra Maestà. - Sì? - disse il Re, e battè
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il Dio vero, grande, onnipotente, il Figliuol suo divino, la Beata Vergine e i santi e i martiri. Nelle moschee degl'infedeli non entrerò mai. - Ma
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moneta d'oro per avere il bellissimo cavallo. Batti batti, egli non riuscì a sollevare il coperchio del sarcofago, ma lo smosse dai suoi sostegni e ad
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fuso dev'essere mio sposo.» Io non ho nulla in contrario; dunque accompagnatemi a casa mia e vi comunicherò le mie intenzioni, ma badate bene di non
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. - Vengo - rispose Mariuccia. Ma invece di chiamare le cameriere e farsi vestire, si mise a gridare: - Povera me! Povera me! Dopo tanto aspettare
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di piombo e gliela dà sulla testa e lo ammazza. Ma prima di morire il serpente batte furiosamente la coda e manda un urlo che pare un tuono. I grandi
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anno. - Il Re guarda il fazzoletto, lo riconosce e pensa: - Ma che questa schiava sia la figlia del mercante! - Dopo alcuni giorni torna in guardaroba
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. Ma Guglielmo, benchè fosse anche bello e colto, non era felice. Il pessimo governo del padre, le tante ingiustizie e ruberie commesse che avevano
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, se tutto è del duca Roberto? - rispose Costanza. - Ma una cosa è tua e quella la puoi dare. - E quale? - L'anima! A questa risposta Costanza capì
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bello! - Ma Maricchia, benchè vestita da povera, pagò tutto in tante monete d'oro sonante, e dato a portare un gran fagotto alla madre e caricatasi lei
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- Ahi! ahi! ahi! - incomincia a gemere, e tutto irato si volge alla bella ragazza e la rimprovera acerbamente. Questa vuol calmarlo, ma il sangue
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il cuore, ma non fiatò. La notte Mariuccia prende il bimbo, monta sul cavallino sauro e se ne va, senza dir nulla a nessuno. Dopo lungo viaggiare
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spada non morì, nè diventò di marmo. Ripresero i due amici a far la vita solita e a divertirsi, ma il Principino non fiatò col Reuccio di quel che
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querce. - Che c'è di nuovo, comare? - Nulla; per due volte l'ha passata liscia, ma alla terza morirà perchè deve morire. - - In qual modo? - Appena il
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s'incamminò per tornare a casa, ma andava piano piano, un po' per la vecchiaia, un po' perchè quel sacchetto le pesava. Giunta che fu davanti a Sant'Antonio
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non ha neppure una scalfittura alla pelle. - Ma io voglio essere scorticata e pago bene, - e nel dir questo battè sul sacchetto delle monete. A quel
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divenuto davvero di marmo, capì che narrava il vero e lo supplicò di non aggiungere parola. - Ma no, - replicò il Principino - non posso tacere, ora che sono
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, finalmente domandò alla figlia: - Ma si può sapere chi farebbe per te? - È inutile, vedendo un giovane così per un momento, non posso osservarlo bene. Lei
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. Don Peppino, sentendo già da lungi il forte profumo, cercò un pretesto per non entrarvi, ma il Reuccio disse voglio, e il cameriere dovette obbedire
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