di S. Lugano. Le trattative furono appoggiate fin sul principio dall’on. Gentili che su proposta del Tambosi, ne scrisse al Governo, ma fu appoggiato
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carri, potesse rappresentare la perdita nazionale di Fiemme, noi tutti, a qualunque costo, avremmo dovuto opporci. Ma l’opinione dei più equanimi non
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contributo per l’avisiana o per il compromesso e rispondeva alla Comunità di non voler provocare da sola una dichiarazione di massima del Governo, ma di
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comune, se avesse dato voto favorevole la Comunità. Ma l’evoluzione più rapida e più fenomenale venne compiuta dalla delegazione di Cavalese con a
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recasse in Fiemme, accentuerebbe naturalmente di più il punto di vista locale di Trento, com’è dovere del suo deputato, ma in fine anch’egli avrebbe
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il governo in ogni caso non avrebbe contribuito né per la linea S. Lugano né per l’avisiana ma avrebbe turlupinato tedeschi ed italiani.
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. Certo è doloroso che Trento non abbia raggiunta fin d’ora la sua diretta congiunzione con Fiemme, ma troppe circostanze ci furono avverse: la linea
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-Cembra, ma il governo rimaneva duro nel proposito di dare per la linea di Egna solo un contributo in azioni di fondazione e lasciarla poi fare e gestire
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’ideata conferenza comune di Fiemme e Trento e domandai e feci fissare l’udienza. Ma poco dopo mi si telegrafò chiedendo che l’udienza venisse rimandata
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criteri politico-nazionali, ma che è sorvolato su quello che più importa a noi fiemmazzi, cioè alla questione finanziaria. Il contributo domandato alla
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contrasto colla serenità e colla superiorità di un’adunanza di giovani che guardano all’avvenire. Ma avviene invece che appunto chi prova l’assillo del
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imposto il dovere sociale? Ma non sarà questo il pericolo maggiore in cui i soci dell’universitaria, quasi tutti venuti dalle classi popolari
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colleghi, per quanti conoscono Fiemme non c’era bisogno di nuovi comizi. Si sa come la pensate. Ma vi hanno provocato, hanno detto che la vostra
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hanno potuto fare. Ma è ingiusto che si faccia loro un rimprovero, perché si è dovuto tener conto di Cembra. La Comunità fu in altri tempi disposta a
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comunità, dall’altra affrontare e risolvere praticamente il problema. Ma anzitutto ho una coscienza politica e sapevo la volontà degli elettori. (Quattro
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contro chi vi ha descritti come pecore, soggette alle arti subdole di pochi. Ma in questo momento è il consigliere di Trento che vi parla e vi dice
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costruire l’avisiana noi tutti deputati crediamo ancora ch’essa sarebbe l’ideale. Ma si fa tanto ricordare il programma Mazzurana. Purtroppo dobbiamo
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menzogna. Ognuno aveva diritto di dir chiaro. Voglio o non voglio la ferrovia, voglio o non voglio la tal linea, ma non di ricorrere ad intrighi, non di
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nota malinconica e forse, oratore mal pratico come sono io, non saprei evitare la resonanza dell’elogio funebre. Ma oggi festeggiamo non l’estensione
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Accademia della crusca
