Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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C'era una volta...

218744
Luigi Capuana 50 occorrenze
  • 1910
  • R. Bemporad e figli
  • Firenze
  • paraletteratura-ragazzi
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E per quel giorno non ammazzò neppure uno sgricciolo. Ma la mattina dopo, eccoti lì quella del malaugurio: — Maestà, buona caccia! — La buona caccia

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Il Re, con quei piedini, sentiva farsi il solletico e voleva fermarla; ma quella, salta di qua, salta di là, peggio di una pulce, non si lasciava

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E gli scatenò dietro i cento mastini di suo padre. Ma sì... il Re era sparito. Con quell'olio le carni della Regina tornarono subito morbide, e si

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cavallo del Re s' adombrò, e urtò la vecchina che cadde per terra. Il Re, senza punto curarsene, tirò innanzi; ma iI servitore, impietosito, scese da

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popolo aspettava l' entrata della Regina, si fecero coraggio; e uno di loro gli disse: — Maestà, perdonate!... Ma questa qui è una granata! — Il Re montò

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soglia. E questa volta, Maestà, non c' è astuzia che valga: rimarrete un marito senza moglie. — Ma che offesa ho io fatto a cotesta fata Regina? Non la

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brontolava; ma la sentiva lei sola. Non le diè retta e continuò un altro pochino, fino al punto della sua partenza dal palazzo reale. — Zitta, zitta

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terza c' è un leone affamato: appena ti viene incontro, scuoti il sonaglino: non ti toccherà neppur esso. Ma non bisogna aver paura; se no, addio

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e certi occhietti piccini piccini. Il Re non aveva voglia di ridere; ma come vide quello sgorbio, non seppe frenarsi. — Che cosa voleva? — Maestà

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Ma quello cambiava discorso: da quell'altro non ci sentiva neppure. — Bella parola di Re! — gli disse il Nano una volta. — Ah, nanaccio impertinente

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moglie e mandò a domandare la figliuola del Re di Spagna. Ma l' ambasciatore arrivò troppo tardi: la figliuola dei Re di Spagna s' era maritata il giorno

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. Giusto in quei giorni la Regina avea posta una gallina, e alle uova messe a covare aggiunse anche quello. Ma la chioccia non lo covò. Il Re fece

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; ma chi ci si mette? — E il galletto, di tanto in tanto, dal fondo dello stomaco di Sua Maestà, dava la voce: — Chicchirichì! — Chiamatemi la vecchia

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. — Non lo voleva dire, provava rossore, ma sentiva una gran voglia d'uscir fuori a razzolare. Tornarono a chiamare i dottori, ma non ci capivano niente

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gli animali feroci. Era uno spavento! Urlavano, digrignavano i denti, spalancavano le bocche; ma quello sempre avanti, senza curarsene. Finalmente

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Il giovinotto non avea viso di presentarsi al Re; ma saputo che la Reginotta se l'era cavata con poche scottature, perchè tutti quei della Corte

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conficcava gli sproni nei fianchi del cavallo: avrebbe voluto che volasse. Ma quando fu in mezzo al bosco, vide una gran fiamma: — Serpentina, dove tu sei

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vide il gran palazzo della Fata gobba; ma bisognava dirle Fata Regina; se no, se avea a male. — Ben venuta, figliuola mia! T' aspettavo da un pezzo

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ridevano in viso. Quel giorno della disgrazia, la vicina le aveva dato il soldo bucato messole in mano dal cenciaiuolo; ma la povera donna, dalla gran

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abbracciarlo come un figliuolo; ma quello corse prima dalla sua mamma e non sapeva staccarsela dal petto: — Bimbo mio, tu sarai Re! Ed era già Reuccio

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. Il contadino cessò di sonare; di botto la reggia ridivenne pagliaio, ma di aprire non se ne parlò neppure: e il Re, che bruciava dall' impazienza

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a malincuore, acconsentì. Ma come andarono per prendere Testa-di-rospo e farla ammazzare, sulla C'era una volta.... soglia del canile trovarono mamma

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più quella schifosa testa di rospo; ma era così bella, che, al paragone, la Gigliolina, bella e bianca come un giglio, sarebbe parsa proprio una

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quelli che accorrevano al palazzo reale, ripetevano la stessa storia: — Che mi vale, Maestà, l'esser barone, se non ho da mangiare? Ma il Re, ch' era un

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rosicchiati dai topi! Ma questo non fu nulla. I Ministri portavano al Re i decreti da firmare; e, il giorno dopo, le carte trovavnnsi rosicchiate proprio dov

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! — Poteva dire di no alla mamma e alla sua cara Reginotta? Toccò colle mani il cadavere mezzo carbonizzato del Re, e lo fece risuscitare. Ma il Re

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guardava sempre le mani, per paura che quello non gliene portasse via qualcuna. Ma non c' è proprio verso di poterne trovare delle nuove? — Le nuove

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un ramo, e comincia a cantare. Il Re avrebbe voluto tirargli, ma faceva buio come in una gola. Intanto aveva una gran voglia di dormire! — Cardellino

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racconta-fiabe; ma i bambini, che già sanno a mente le nostre storie, ora vorrebbero delle fiabe nuove, e non gli prestano attenzione. Bella Fata Fantasia

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e se ne riempiva le tasche. Ma nella stanza appresso, i diamanti, sempre a mucchi, eran più grossi e più belli. Il Re si vuotava le tasche, e tornava

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Il Re non lo potevan trattenere: schizzava fuoco dagli occhi. Ma quella, ostinata: — Non lo voglio! Non lo voglio! Vo'rimanere ragazza. — Il peggio

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— Come si chiama? — Si chiama Beppe; ma noi gli diciamo Ranocchino. — E Ranocchino sia! — La vecchia toccava appena il bimbo col bastoncello, che

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Come rimediare? Il Re si morse una vena del braccio e ne fece schizzar il sangue. Intanto scivolava giù. Ma poco dopo la corda da capo: — Ahi, ahi

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Ma ecco, in un punto, un pesce grossissimo; con tanto di bocca spalancata, che voleva ingoiarli: — Pagateli pedaggio, o di qui non si passa. — La

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— Maestà, ho il rimedio per guarir la regina. Ma prima facciamo i patti. — Oh, bravo! facciamo i patti. — Se nascerà un maschio, lo terrete per voi

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, come una pazza per ritrovar la figliuola. Salita in cima alla montagna, cercò, chiamò tre giorni e tre notti, ma non scoperse neppure un segnale; e

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! Gomitetto! - Ma Gomitetto non rispondeva. Un bel giorno le domandò di nuovo: — Vuoi vedermi? — Volentieri. — In un anno dovea esser cresciuto un pochino: ma

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, e più tremava e si smarriva. — Mi vuoi per marito? Voleva rispondergli: sì, ma le scappò detto: — Oh, no! no! — Allora vien qui! — E l'afferrò colle

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LA VECCHINA C'era una volta un Re molto giovane, che voleva prender moglie, ma voleva sposare la più bella ragazza del mondo. — E se non è di sangue

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consultavano anche i dottori di Corte. — Maestà, fate questo. — Maestà, fate quello. - E pillole di qua, e beveroni di là; ma il sospirato figliuolo non

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da capo: Maestà, il popolo desidera una Regina. - E lui: — Prenderò moglie l'anno venturo. — Ma quest' anno non arrivava mai. Ogni mattina, appena

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; ma il più raro e il più pregiato, era quello che produceva le arance d' oro. Quando arrivava la stagione delle arance, il Re vi metteva a guardia una

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. - Prese le provviste per otto giorni, e si mise in cammino. Quando fu a mezza strada: Maestà! Maestà! — Stava per voltarsi, ma si ricordò della

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C'era una volta.... divertiva a fare il chiasso sull'erba, all' ombra dei grandi alberi. Sull' ora di mezzogiorno la balia s'addormentava; ma quando

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Re di Spagna. Quelli si scusarono allo stesso modo: — È ancora bambina. — Ma i due regnanti se l'ebbero a male. Si misero d'accordo, -e chiamarono un

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dell' albero che parlava. Ma i corrieri tornarono colle mani vuote. Il Re si credette canzonato da quel forestiere, e ordinò d' arrestarlo. — Maestà, se

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loro disse: — Maestà, è mai possibile che un topolino voglia sposare la Reginotta? Io credo che quella donna si sia beffata di voi. — Ma gli altri non

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crosta la sminuzzava a quella, la midolla se la mangiava lei : poi andava attorno per l' elemosina. Ma venne una mal'annata. Un giorno la vecchina

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ne farebbe dei miei sassi? — Ma se lui li volesse? — Se lui li volesse? Questi sassi son per me; Non li cederei neppure al Re. — Il Re fece finta di

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arruffati, i piedi scalzi e intrisi di mota, in dosso due cenci che gli cascavano a pezzi; ma le sue risate risonavano da un capo all' altro della via

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