Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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a noi tutti che non bisogna invidiare chi ha di più,  ma  che si deve essere contenti dello stato in cui Dio ci ha
cui Dio ci ha posto. Le labbra di Gesù non dicono parola:  ma  come parla il suo esempio!
dal maresciallo Radetzky, un vecchio di ottant'anni,  ma  autoritario e risoluto. Ma, come cantò Goffredo Mameli,
sette,  ma  brutte e vuote; a un tratto queste distruggevano la
agli interpreti egiziani la spiegazione dei due sogni,  ma  nessuno seppe dargliela. Il capo dei coppieri si ricordò
HOLK PRENDE UNA DECISIONE CHE PUÒ COSTARGLI CARA.  MA  I CROCIATI NON LO ABBANDONANO.
Buona sera! — disse ella cordialmente. —  Ma  chi siete ? Tit? — Sí, - dichiarò Tit. Subito i due
si parlava di lei, si rincantucciò e abbassò gli occhi. —  Ma  no, signora, — rispose Tit, piuttosto risentito, — é la
no con la testa. Tit allora voleva salutarli e andarsene,  ma  la signora disse che era tardi, e buio, e che volentieri
perché erano stanchi, e desideravano dormire un poco;  ma  intanto la brava signora Guardaboschi raccontava del suo
tutti i maestri lo affermavano, non c'era niente da dire,  ma  era svogliato, svogliato! E la signora raccontò tante
tante storie del suo signor marito e dei cingallegrini,  ma  Tit ogni tanto si addormentava, e Caterí doveva dargli una
l'uomo. Lo scultore cava una statua da un blocco di marmo,  ma  il marmo esiste già; il tessitore prepara la stoffa col
il tessitore prepara la stoffa col cotone e con la lana,  ma  il cotone e la lana esistono già; il falegname costruisce
il falegname costruisce col legno il tavolo e l'armadio,  ma  il legno esiste giù. Che fa dunque l'uomo? Trasforma, cioè
materia che esiste già e ne cava fuori tante belle cose;  ma  non crea, non può creare: la sua potenza ha un limite.
guidare una macchina lucida e potente come fa il babbo,  ma  gli piacerebbe meno vegliare mentre gli altri dormono,
mattina, ficcarsi nel suo letto per tenergli compagnia.  Ma  il babbo dorme di rado nel suo letto. - Papalino bello, non
- Certamente - sorride il babbo accarezzandolo, -  ma  la vita è dovere, bimbo mio.
 Ma  poi siamo sicuri che è una verità, perchè Gesù ce l'ha
minuto si sentí fare: — Chicchirichí! — Tutti si voltarono,  ma  nessuno capiva di dove venisse quel chicchirichí. E cosí
tanto il corteo si fermava, e tutti i signori chiedevano: —  Ma  chi mai dunque fa chicchirichí? Ma chi? Ma chi? — Insomma,
i signori chiedevano: — Ma chi mai dunque fa chicchirichí?  Ma  chi? Ma chi? — Insomma, fu un vero divertimento. La mamma
chiedevano: — Ma chi mai dunque fa chicchirichí? Ma chi?  Ma  chi? — Insomma, fu un vero divertimento. La mamma aveva
CAPITOLO DAPPRIMA RISERVA DELLE SORPRESE...  MA  POI LE COSE SI SVOLGONO COM'ERA PREVISTO. E NATURALMENTE
UN EPILOGO, ANZI, NEPPURE UN EPILOGO VERO E PROPRIO,  MA  UNA LARVATA DISCOLPA DA PARTE DELL'AUTORE.
non è solo bella,  ma  grande. Ha i palazzi più belli, le chiese più maestose e
UN ARMISTIZIO FRA I CROCIATI E LA BANDA DEL NORD.  MA  ANCHE QUESTA VOLTA ED-MASTICA-GOMMA CI METTE LO ZAMPINO
SOLO VIEN FATTA UN'ULTIMA REVISIONE DELL'«AIRONE ROSSO»,  MA  ACCADONO AVVENIMENTI D'OGNI SPECIE.
AL FOTOREPORTER SCOTT PER SCATTARE UN'ISTANTANEA DI...  MA  LEGGETE E LO SAPRETE!
oggi, scrive alla Regina Imperatrice, non solo gli auguri,  ma  anche per chiederle... indovinate? La radio! Se la mamma lo
mamma lo sapesse, direbbe: - La mia bimba pizzica di matto.  Ma  la mamma non lo sa e la sua bimba vuol farle una sorpresa.
viene in mano della mamma. La mamma sorride, si commuove,  ma  la straccia.
 Ma  quello cambiava discorso: da quell'altro non ci sentiva
— Doveva esser morto! — Andarono a vedere in istrada;  ma  il Nano non c' era più. Si era rizzato di terra, si era
fosse stato. — Buon viaggio! — disse il Re tutto contento.  Ma  la Reginotta, da quel giorno in poi, diventò di malumore;
— Se quello sgorbio gli veniva un'altra volta dinanzi! —  Ma  la Reginotta ripeteva: — Chi dà la sua parola, la dovrebbe
per moglie. La Reginotta non disse nè di sì, nè di no;  ma  il Re e la Regina non vedevano l' ora di celebrare le
di loro ha una mamma o un papà, a volte anche tutti e due.  Ma  sono quasi tutte famiglie che lavorano, per questo ce li
buffo di Gabriele che s'era messo a far le smorfie. -  Ma  perché ti preoccupi tanto? - la Clotilde d'improvviso si
caso tu... - Clotilde! - cercò di frenarla l'Enrichetta.  Ma  l'altra proseguì, caparbiamente: - ...non è che per caso
un bambino? - Io, no! - la ragazza era diventata livida,  ma  cercava di trattenersi. - Cosa dice? Come si permette? -
È il suo carattere. La ragazza fece un gesto di fastidio,  ma  rimase ferma ad ascoltare le affannose giustificazioni
Non c'era più dispetto nei suoi occhi, adesso,  ma  solo una sorta di smarrimento angoscioso, come nello
come nello sguardo dei cani abbandonati per strada. -  Ma  sì, ma sì... Scusami! - tagliò corto la Clotilde. - E poi,
nello sguardo dei cani abbandonati per strada. - Ma sì,  ma  sì... Scusami! - tagliò corto la Clotilde. - E poi, se
Oh, non voglio mica sapere! Dicevo così, tanto per dire...  Ma  chi conosce la storia di Dorotea, di solito si fida di noi.
risposta, la ragazza stese le braccia, esitante. - Posso? -  Ma  certo. Anzi, preparala tu per il bagnetto. - Posso? - Non
Non è possibile, dico io! S'infila sempre dappertutto.  Ma  se l'acchiappo... La voce della Clotilde rimbombava
al nuovo Regno d'Italia di avere come sua capitale Roma.  Ma  nel 1870 quest'ostacolo scomparve. La Francia fu vinta
perchè acconsentisse a cedere Roma. Il Papa non volle.  Ma  era ormai impossibile esitare più oltre: bisognava agire ad
 ma  io non resto qui come un allocco?" concluse il Viceré che
cercando affannosamente di farlo scorrere. "Mi è sfuggito?  Ma  lo raggiungerò! Aiutatemi a trovare il meccanismo che fa
il capo, o nascondono i petali dietro tronchi o zolle,  ma  non scompaiono proprio...» «Ma lei, Blabante, era mille
e accese la candela. Proprio allora si sentì: Toc, toc!  ma  non era ancora Rosetta. Era Tit, questa volta, il quale
celeste scuro e i suoi bei capelli gialli. Era molto bello,  ma  si vedeva che era stanco; aveva in mano la sua trombetta
BUSSOLA.  Ma  non ci sono nè piante nè muri all'aperto siamo in mezzo a
gli siamo grati della bella storia che ci ha raccontata. -  Ma  sarà poi vera? - saltò su a dire Moschino. - Anche se non è
come noi, non devono mai cercare di farsi male tra loro;  ma  star uniti e d' accordo: se no, i malanni d' ogni sorta e
occhi parlanti. — E chi sarebbe codesto vecchio saggio? —  Ma  guarda un po'! Si dà tante arie e non sa nulla! — disse
il mondo e che non morirà. — O bella... — disse Cipí, —  ma  lui chi è? — Dice che lui è al mondo per proteggere noi
a portare pazienza. — O bella... — ripeté Cipí, —  ma  si può sapere chi è lui? — Un uccello! — spiegò Passerì. —
— O bella... — continuò Cipí sempre piú meravigliato, —  ma  dimmi, se non mangia come noi, perché ha il becco? — L'avrà
come noi, perché ha il becco? — L'avrà per parlare. —  Ma  se parla con gli occhi. — Uffa, come sei curioso! —
come sei curioso! — concluse Passerí ritornando a dormire.  Ma  Cipí era poco persuaso e brontolò: — Io ci credo poco che
grosso becco uncinato soltanto per parlare... mi sbaglierò,  ma  qui sotto c'è un mistero... e se c'è lo voglio scoprire!...
Fate si soffiava il naso col suo grazioso strofinaccio.  Ma  sí, era proprio Bellissima. Non volete crederci? — Ma chi
Ma sí, era proprio Bellissima. Non volete crederci? —  Ma  chi poteva immaginare che Grigia si chiamasse Bellissima?
Non eri con lo stracciarolo? — chiese sottovoce Caterí. —  Ma  sí, infatti l'ho comperata per quattro soldi da uno
soldi da uno stracciarolo, — spiegò la Regina. — Oh,  ma  chi poteva immaginare che la Grigia fosse una Bellissima? —
— E allora non vuoi maritarti? Bellissima fece: no. —  Ma  perché, perché, cara Grigia? Ecco che Bellissima fece un
— Maestà, nulla. — Non lo voleva dire, provava rossore,  ma  sentiva una gran voglia d'uscir fuori a razzolare.
d'uscir fuori a razzolare. Tornarono a chiamare i dottori,  ma  non ci capivano niente. — Forse il Reuccio voleva moglie? —
— Forse il Reuccio voleva moglie? — Non voleva moglie. —  Ma  dunque che cosa voleva? Qualunque cosa avesse chiesta, gli
che era bello e alto e tutto vestito di ferro,  ma  non conoscevo la Principessa delle Querce. La notte del
sotto una grande lampada aspettava il Principe Felice.  Ma  la Principessa non venne perché all'ultimo momento era
dalle Tigri. Il Principe Felice voleva correre a salvarla,  ma  fu trattenuto perché dissero che era impossibile combattere
voluto portare un vestito di ferro; invece avevo questo  ma  un po' piú nuovo. La prima Tigre mi venne incontro e fece:
Viene da Bengasi dove ha abitato fino a qualche tempo fa,  ma  ora starà con i nonni perchè suo padre è morto. I ragazzi
suo padre è morto. I ragazzi prendono l'aria rincrescevole,  ma  il fanciullo si impettisce. - È morto da eroe il mio babbo!
ricorderò. Ninetto gli si avvicina, vorrebbe abbracciarlo,  ma  non osa: ha gli occhi lucidi lucidi. Il primo dovere
e di servire Iddio: poi non solo di amare la Patria,  ma  di non vivere che per essa, di darle fino all'ultima goccia
DELLA CARROZZELLA DEI GEMELLI RITORNINO ALLA CARROZZELLA.  MA  COME SI POTRÀ COSTRUIRE LA «FRECCIA D'ARGENTO»?
PRECIPITANO. STUCCHINO È COME SEMPRE SICURO DEL FATTO SUO,  MA  ED-MASTICA-GOMMA LO È ANCOR DI PIÙ. E NON C'È DA STUPIRSI,
che si è rivelato all'improvviso con spavento generale.  Ma  anche Hai, di solito tanto taciturno, ora è preso
perchè realmente la sentivano con le cannonate nemiche,  ma  alla guerra non potevano andare, non solo, ma neppure
nemiche, ma alla guerra non potevano andare, non solo,  ma  neppure potevano più avanzarsi in mare, perchè le barche
di giorno e di notte, intorno alla villa dello straniero,  ma  senza scoprire nulla. - Bisogna andare in mare, per vedere
da luci misteriose; un faro brilla a poca distanza;  ma  egli cerca di navigare nelle zone di ombra, senza però
dello straniero. Gli altri due guardano fisso verso terra,  ma  là tutto è scuro, senza neppure un lume.
cantò e mangiò banane. Poi tornarono verso il teatro,  ma  non trovarono piú nessuno; tutti gli autocarri erano
terra. Subito montò sull'asino per inseguire gli autocarri;  ma  essi erano chi sa dove, oramai, e non riuscì a vedere che
e gli sbatté la porta in faccia. « La prima è andata male,  ma  la seconda andrà meglio », pensò il signor Negretti. E si
somaro. — Bene, bene. Mi servirà per fare la mortadella. —  Ma  il mio somaro è di legno. — E con un somaro di legno, ti
faccia. Negretti pensò: « Anche la seconda è andata male,  ma  chi sa che non vada bene la terza! » E si presentò alla
occhietti azzurri. Negretti lo condusse subito a spasso,  ma  quel canino era indiavolato. Per far dispetto, metteva
il lume del Volto suo divino. L'uomo era fatto di terra,  ma  animato dal soffio di Dio. Così l'uomo risulta di corpo e
l'uomo risulta di corpo e di anima. Il corpo invecchia,  ma  l'anima no, perchè è spirituale. Il corpo muore, ma l'
ma l'anima no, perchè è spirituale. Il corpo muore,  ma  l' anima è immortale. Si riuniranno il giorno del finale
paese sono quasi tutti figli di vignaiuoli e di contadini,  ma  non intendono di essere presi in giro da quelli della
e si prende la strada dei campi, si fà amicizia, non solo,  ma  sono quelli del luogo che cominciano a burlarsi degli
altri suoi compagni poco distinguono una pianta dall'altra;  ma  i maestri, e sopratutto l' agronomo che dirige la festa
se ne parla: studiò filosofia, teologia ed altre scienze;  ma  più specialmente inclinava alla poesia: anzi ancor
di restar Isabella d'Aragona Parte I - XIX. sempre vedovo,  ma  vestì sempre il bruno, addobbò gli appartamenti di nero, e
la quale gli rese altissimi onori. Veronica non era bella;  ma  era così gentile e la sua conversazione così dotta e
le disse con lieve cipiglio: "Ecco, signora direttrice,  ma  fa il piacere di dirmi, perchè mi raccomandò tanto di
tanto di notare che la Gambara era aliena dalle mode?  Ma  che lo star su le mode è cosa da far molto torto a una
signora Vittorina, non volli che ella toccasse delle mode,  ma  anche delle altre vanità femminili; e lo feci appunto per
mantengonsi molte manifattura, e il commercio ne fiorisce.  Ma  in questo seguitar la moda bisogna aver rispetto a più
in cattivo concetto. E poi un fiore vale un quattrino,  ma  non istà bene in petto a tutti. Noi vediamo continuamente
i ritrovi, pensandosi forse di esser da ciascuno ammirate.  Ma  lo sanno, bambine mie, che cosa guadagnano queste
sono: che si cominciano poi a far loro i conti addosso:  Ma  come fa la tale a sfarzare a quel modo? senza dote... col
e capì che c'era qualche novità. Senza dire una parola,  ma  col cuore che batteva forte, gli andò dietro difilato. Non
Non osava sperare, perché temeva di restare deluso.  Ma  non voleva neanche sapere, per tenersi strette le sue
«Sono tornato bambino» pensava, scuotendo la testa.  Ma  in fondo la cosa non gli dispiaceva più di tanto.
- e Melchiorre indicò il frassino in fondo al parco. -  Ma  bisogna fare piano. Il professore sentì una vampata calda
- Sì, però... - Però che? È ferito? È malato? - No, no.  Ma  c'è qualcun altro con - Qualcun altro? Ma chi? - Andiamo,
malato? - No, no. Ma c'è qualcun altro con - Qualcun altro?  Ma  chi? - Andiamo, su - tagliò corto Melchiorre I due si
- Argo! Sei proprio tu... La bestiola lo guardava fisso,  ma  non si avvicinava. - Argo! - ripeté il professore, quasi
- Argo, qui! - chiamò invano il professore. - Argo...  Ma  che ti prende adesso? - Vieni un po' a vedere anche tu -
stracci. Si avvicinò e diede un'occhiata dentro. - Oddio,  ma  è... un bambino! - Sssst! Parla piano.., non vedi che sta
anche amarla. Ti sembra una cosa da poco? - Noi? Qui?  Ma  cosa dici... È impossibile! - Impossibile! Impossibile...
e ne fece schizzar il sangue. Intanto scivolava giù.  Ma  poco dopo la corda da capo: — Ahi, ahi! Mi spezzo! Dammi da
e ne fece schizzar il sangue. Intanto scivolava giù:  Ma  la corda da capo: — Ahi, ahi! Mi spezzo! Dammi da bere! -
a toccar terra: — E spèzzati! — rispose. Infatti si spezzò;  ma  lui, per sua fortuna, se la, cavò con qualche ammaccatura.
soltanto. Il Re, per finirla, voleva far subito le nozze.  Ma  la vecchia gli disse: - Bisogna aspettare ancora un mese.
— le disse Ranocchino. Allora lei lo tuffò. Uno, due?  Ma  la terza volta le scappa di mano e casca in fondo alla
Reginotta si svenne. Il Re voleva far ammazzare la vecchia;  ma  questa, afferrati in fretta in fretta quei morticini e
Oh, il bel ranno! Presto fuori salteranno. E rimestava.  Ma  Ranocchino venne soltanto a galla e non saltò. La
Questa Sofia aveva già toccati i sedici anni: non bella,  ma  assai avvenente, se non quanto aveva un'aria piuttosto
Fatto sta per altro che quel maestro era assai bravo sì,  ma  pedante; e che anche la Sofia, avvezzata a legger solo
legger solo scrittori antichi, la non scriveva spropositi,  ma  ritraeva della pedanteria di lui; e per queste ragioni le
Benincasa e da madonna Lapa, gente di piccola nazione,  ma  di santi costumi: il perchè crebbe tra buoni esempi di ogni
tutti. Venuta in età, i parenti suoi le vollero dar marito;  ma  ella se ne porse ritrosa molto; e vestiva a disegno
di me ragione di niuna spesa, altro che di pane ed acqua;  ma  lasciatemi vivere a mio senno. Allora la posero ai più vili
membra delicatissime erano il continuo della santa giovane  ma  ella pensava che virtù santissima è l' amore del prossimo e
poco nel buon proposito. La Santa non si partì d'Avignone;  ma  volle rimanervi, per vedere di recare il Pontefice a
per il papa legittimo, contro avversarj di ogni maniera.  Ma  tanto ardore e tanta caritàconsunsero le forze del suo
in oro." Gli applausi ci furono anche per la signora Sofia;  ma  non furono così pieni nè così vivi come le altre domeniche;
e le ragazze tutte compresero il veleno di queste parole,  ma  dissimularono; e siccome niuna osservazione vollero fare lo
Sofia non ha posto nel suo racconto delle parolacce;  ma  solo alcune voci o frasi un poco fuori d' uso, le quali, se
d'oro in oro, per cosa eccellente; ed alcune poche altre:  ma  questo è, se può dirsi così, un bel difetto, perchè nasce
scritture vi è la semplicità, la purità e la proprietà;  ma  chi crede che ogni voce da loro usata sia da, usarsi ora,
scrivere, ed a conoscere le doti principali della favella;  ma  quando scriviamo dobbiamo aver sempre l' occhio all' uso
mescolare alle voci d' uso qualche voce un po' antiquata,  ma  bella e propria, che il seminare, o parlando o scrivendo,
voci barbare e forestiere. Non si debb' esser pedanti;  ma  è però molto peggio esser barbari."
e le stelle, la terra e il mare e i monti non esistevano,  ma  Dio già era, perchè Egli è eterno. Noi non possiamo veder
meno la vista di Lui, Creatore del sole e delle stelle.  Ma  Dio esiste. Vogliamo un esempio? Noi tutti siamo dotati di
e ama; eppure, chi di noi l'ha vista? Noi non vediamo Dio,  ma  Dio vede noi. E questo è ciò che importa. Ci vede, e nulla
è l'Eterno. - Dio ha corpo come noi? - Dio non ha corpo,  ma  è un purissimo spirito. - Dio sa tutto? - Dio sa tutto,
che essi avessero almeno sentito notizie del suo aeroplano,  ma  si vede che invece quel tipo se n'era andato per i fatti
E chi è vostro padre? — chiese Tit. — Il Pincipe Felice. —  Ma  allora... — Tit si mise a tremare per l'emozione. Egli si
occhi due luci cosí gloriose. Caterina stese le braccia,  ma  non trovò il coraggio di dire a Tit il dispiacere che le
un ordine qualsiasi, per contemplarle con qualche serenità:  ma  si affollavano e premevano confuse. Immagini, parole,
del vino liquoroso che invece, nella cena solitaria  ma  lussuosa, aveva solamente assaggiato. Sul grande
piccole paure impotenti bisbigliava nell'anima del pittore:  ma  quell'impresa lo interessava, e non soltanto per la
le infiammate parole di Maometto avevano dichiarato),  ma  per il compito stesso che gli si affidava. Se pure quella
e coltivata una bellezza mai soltanto fisica, esteriore,  ma  la completa serie delle grazie femminili. Piú ancora, a lui
mortali, tabernacoli esclusivi, lo attraeva ed eccitava:  ma  di un'eccitazione che, almeno per il momento, assomigliava
gli tornò per un attimo in mente, in forma di nostalgia:  ma  il corpo e l'anima non ebbero tempo di accogliere,
La maestra mi chiede i nomi dei pianeti del sistema solare,  ma  io sono distratto e non me li ricordo. - Giove, Saturno ...
Altro che vuoto. Questa è una voragine, un buco nero!  Ma  cos'hai oggi Nadir? Il fatto è che sto pensando al cane del
oggi — si lamenta la maestra — va a posto, che è meglio.  Ma  domani guarda che ti interrogo ancora! E metto il voto! -
in Egitto a comperare il grano. Giuseppe li riconobbe,  ma  fece finta di niente; anzi li trattò come spie. - No -
trattò come spie. - No - risposero essi - non siamo spie,  ma  siamo dodici poveri fratelli, figli dello stesso padre: uno
piangente, non voleva permettere che Beniamino partisse,  ma  poi si piegò dinanzi al bisogno del pane. Al ritorno dei
piccini piccini. Il Re non aveva voglia di ridere;  ma  come vide quello sgorbio, non seppe frenarsi. — Che cosa
— Magari! — rispose il Re. — Non mezzo, caro amico,  ma  ti darei il regno intiero. — Parola di Re non si ritira. —
allegrezza! Le feste e i banchetti non ebbero a finir più.  Ma  di nozze non se ne parlava, e della metà del regno nemmeno.
in quando, gli domandava: — Maestà, e le mie nozze? —  Ma  quello cambiava discorso: da quell'orecchio non ci sentiva.
Bu!, dietro una pietra. Negretti correva dietro la pietra,  ma  intanto si accorgeva che il canino era scappato in fondo
alla via e di là guardava ridendo e dimenando la coda.  Ma  siccome quello era il canino di una Marchesa, e quindi
La signorina Alberelli gli aveva promesso di sposarlo,  ma  ora tutto era finito. E il povero Negretti sospirò e si
Il povero Negretti avrebbe preferito continuare a dormire,  ma  rispose: — Subito, Eccellenza, — e si alzò; e il canino,
 Ma  io ve la riferisco in lingua topesca: si chiama La guerra
- osservandoli, venni in sospetto che facessero sembianza,  ma  che non dormissero davvero..Non m'ero male apposto.... P. -
questo, s' alzarono tutt'e due, e vennero verso di me -;  ma  riconosco che avrei parlato con meno squisita eleganza....
Si figurerà di leggieri il mio spavento! Volli gridare;  ma  mi venne meno la voce. Mi volsi in fuga; ma fu indarno: mi
Volli gridare; ma mi venne meno la voce. Mi volsi in fuga;  ma  fu indarno: mi sentii afferrare da tergo; mi fu forza
S' immaginerà facilmente il mio spavento! Volli gridare;  ma  mi mancò la voce. Mi diedi alla fuga; ma fu inutile; mi
Volli gridare; ma mi mancò la voce. Mi diedi alla fuga;  ma  fu inutile; mi sentii afferrare di dietro; mi dovetti
veduti, perchè eran celati dagli alberi.... P. - Respiro!  Ma  quel " transitava - per passava, e " celati - per nascosti,
una cosa più difficile che l'esprimere semplicemente.  Ma  ella si compiace troppo del difficile. Perchè non dire alla
- Basta che ne sia grato.... T. - A quei buoni contadini.  Ma  la sera mi sopravvenne la febbre. P. - Le " sopravvenne -?
in giro soli in quei dintorni. E farà bene a ricordarsene.  Ma  farà anche bene d'ora in avanti a parlare in un altro
T. - Ma, insomma, non m' è sfuggito un errore! p. - No;  ma  il suo discorso è stato una stonatura da capo a fondo, un
Troppo gentile! La ringrazio. P. - " Non porta il pregio. -  Ma  non ponga "in non cale - i miei consigli. "Se ne rinverrà;-
Dice che ha una bella camera con tante cose da far vedere,  ma  che di rado viene qualcuno a vederle. - Io le vedrei
La camera di Aldo è grande come tutta la nostra casa,  ma  c'è molta più roba. Aldo ha dei giocattoli bellissimi. Per
centro abitato e disturbo ai pedoni: fa venticinque euro! -  Ma  se era lì da mezz'ora, lenta come una lumaca! Ma dai! -
euro! - Ma se era lì da mezz'ora, lenta come una lumaca!  Ma  dai! - Allora? - Silenzio. - A-l-l-o-r-a?! - Va be', va
cinquanta euro sotto il naso dell'ufficiale. - Mi dispiace  ma  non ho il resto — ha sentenziato il vigile senza scomporsi.