Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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e bellezza. Geltrude è una ragazza piuttosto belloccia;  ma  ha un gran difetto. Sa di esser bella, e se ne tiene. Crede
del corpo, e trascura la bellezza dell'anima, che è molto,  ma  molto più importante. Caterina, sua compagna, non è tanto
più importante. Caterina, sua compagna, non è tanto bella;  ma  è altrettanto più modesta, e virtuosa. E tutta la gente
creato. Fa merito e onore l'essere buoni. Chi è brutto,  ma  è buono, val meglio di chi è solamente bello. Il proverbio
come è bella! Come è vivo il colore delle sue foglioline!  Ma  quanto dura la rosa? Ecco; le sue foglioline sbocciate
sua bellezza è finita. I frutti sono men belli dei fiori;  ma  sono più buoni, e durevoli, e si pregiano di più. Ora
1. L'aratro fa lo stesso lavoro della vanga, e della zappa;  ma  non lo fa così bene; non rompe le zolle; non le rivolta,
bene il terreno; non ne ragguaglia la superficie.  Ma  l'aratro ha il vantaggio di fare i lavori
terzo piaceva giocare alla palla,  ma  quella mattina non giocò alla palla. Prestò i suoi servizi
di sale. Al quarto piaceva molto leggere e scrivere,  ma  quel giorno non potè fare ciò che gli piaceva. Uscì, andò
piccino avrebbe voluto uscire a far qualche cosa anche lui,  ma  rimase a casa col padre a fargli assistenza. Mentre gli
che era una pietà,  ma  almeno mi serviva per sentire meno forte il tututún del
-Bada, Fifì, non mangiare troppo. se no starai male. -  Ma  Fifì dimenticava sempre i savi consigli della mamma. Un
un gran pezzo di burro. Fifì aveva già fatto colazione,  ma  volle ugualmente assaggiare il burro. Assaggia una,
due, assaggia tre volte... finì per mangiarselo tutto.  Ma  ora è là nella sua cuccetta, e guaisce, guaisce perchè sta
il secondo, era un ragazzo ubbidiente e tranquillo,  ma  senzavolontà. Egli passava il giorno aiutando il babbo e la
fatto opposizione, ci sarebbe andatodi buona voglia.  Ma  il padre aveva detto anche a lui: «Io non voglio che tu
mi dia una mano nei miei lavori». E Domestico ubbidiva.  Ma  quando incontrava un compagno di ritorno dalle lezioni, con
una camicina di velo e un fiocchetto rosso sui capelli.  Ma  non c'era di meglio in quel luogo, anche ad aver molti
tesoro mio santo, ti darò un regaluccio; vieni con me. -  Ma  il regaluccio del nonno non piacque alla piccina, la quale
la quale disse con indifferenza: - Nonnino, grazie,  ma  ne ho tante di bambole io, tante e cosi belle, vedessi!. -
vedessi!. - Che dolore per il povero vecchio! Tacque,  ma  gli occhi che poco prima avevano brillato di gioia
No, no, - protesta Maurizio. - Voglio esser punito io;  ma  ci vorranno delle monellerie molto grosse. - Comincia a
a Maria quando passa, è addirittura insopportabile.  Ma  non basta, perchè Maria annunzia semplicemente: - Vi
della passeggiata per tener compagnia a Nicoletta va bene;  ma  esser privato delle frutta e del dolce per niente è troppo
mette un disordine incredibile nella cesta e rompe un vaso.  Ma  nulla giova: si sente minacciare di diverse punizioni, ma
Ma nulla giova: si sente minacciare di diverse punizioni,  ma  nessuna è quella buona. - C' è poco da sperare a esser
sperare a esser cattivi, - dice Maurizio ai suoi fratelli.  Ma  la salvezza viene di dove non era attesa. Maria entra nel
mamma. Essa vuole aprire le finestre e spolverare un poco ;  ma  quasi subito ne esce mandando un grido. Incontra Maurizio
alza le braccia al cielo. - Buttata dalla finestra?!...  Ma  siete matto?... Perchè, perchè avete fatto questo? È
Maurizio. - Non la potevo più vedere, quella bambola. -  Ma  la mamma ne sarà molto addolorata; teneva tanto alla sua
un bel pezzetto di formaggio parmigiano, giallo giallo.  Ma  non disse nulla ai suoi bambini, Tonino ed Alfredo. Quando
tornarono dalla scuola mangiarono d'appetito la merenda.  Ma  a Tonino, il golosetto, la merenda non sembrava
mi chiamate Noemi (cioè bella),  ma  chiamatemi Mara (cioè amara), perché l' Onnipotente m' ha
che bisogna tener conto non solo della roba nostra,  ma  anche di quella degli altri. Il suo vicino un giorno
è di tutti. E poi che piacere ci trovi - aggiunse Enzo.  Ma  il compagno cattivello non volle sentir ragione.
«Non mi avevano detto che tornavi, » pareva volesse dirò «  ma  io I' ho indovinato.... A un tratto ho sentito che
sentito che succedeva qualcosa, non sapevo bene che cosa,  ma  qualche cosa di lieto, e sono sceso. » - Mio bel Matù, mio
e ingenua che può pensare che Matù dia la caccia ai topi! -  Ma  ora resterai giù con me, - continua la giovane signora. -
di Matù siano riunite, perchè non debba lasciarle....  ma  la sua padrona non lo capisce sempre molto bene.... Come
porta. - Miao, mrrr, - fa. - Come, vuoi uscire? - Mrrr. -  Ma  non mi vuoi dunque più bene, Matù? Sono appena arrivata e
Se lo avesse potuto, credo, avrebbe alzato le spalle.  Ma  essendogli ciò impossibile si contenta di miagolare
d'Aufran, impazientita, finisce con l'aprirgli la porta.  Ma  appena è uscito ritorna e ricomincia a miagolare. Quando si
bruni come il babbo. La mia bocca non è troppo grande,  ma  se la spalancassi ci starebbe dentro una albicocca. I denti
anche perchè li lavo ogni mattina. Qualcuno me ne manca,  ma  sono sicuro che un bel giorno spunterà e si metterà in fila
come descriverla. Quando sono contento mi pare dolce dolce.  Ma  se mi stizzisco con mia sorella, la mia voce non piace a
Quando ho un po' di tempo libero, mi diverto a disegnare.  Ma  non sono Giotto, e una volta che provai a fare il mio
classe di Lucio molti dei ragazzi sono buoni e bravi;  ma  alcuni sono proprio cattivelli. Sarai sempre un asino! Enzo
sul banco. Crede di disegnare cavalli e uomini,  ma  non fa che sgorbi. Intanto ieri non ha saputo fare
dice tra sè ch'egli il suo paese lo conosce benissimo;  ma  chissà se è vero! Egli sa dov' è la chiesa col suo
Egli sa dov'è la scuola, posta non nella via principale,  ma  dove la strada maestra comincia. Egli sa dov'è la sua casa
fissi nella faccia china e pensosa dei suo ascoltatore:  Ma  su la corrugata fronte di lui, nell'obliqua e muta
abbiamo mai seriamente discorso intorno a così gravi cose;  ma  io ben conobbi tutta la vostra vita dal primo giorno che mi
questa che voi chiamate virtù, certezza e verità, la fede!  Ma  non la trovai. Tutto calpestato, tutto disseccato e morto!
in un tugurio.... e, anche là, fu un mistero per me!  Ma  voi.... ma chi ha dubitato una volta, chi ha pianto per la
tugurio.... e, anche là, fu un mistero per me! Ma voi....  ma  chi ha dubitato una volta, chi ha pianto per la sete dalla
per ascendere fino a Colui che gli uni e l' altre ha fatto.  Ma  forse, verrà qualche momento nella tua vita.... » « Via,
convenire, nè per questo si turbi la nostra amicizia....  Ma  l'ora è tarda, e non vorrei che il cattivo tempo ne
parte di terra. » L' altro si mosse senza far nuove parole;  ma  nel resto del cammino, fin al paese, il loro ragionare fu
sullo stelo; non risplende per sfoggio e pompa di colori;  ma  è là umile umile, e per vederla, bisogna andarla a cercare.
è là umile umile, e per vederla, bisogna andarla a cercare.  Ma  a chi la cerca, e la trova, dà bella vista, e odore soave;
amano i bei vestiti, e vogliono dar nell'occhio alla gente.  Ma  le ragazze di giudizio, e specialmente le giovinette che
di esser brave nei lavori, e d'imparare più che possono;  ma  sfuggono di farne pompa. Insomma, sono modeste, come le
ovino è tre volte più forte, a volume uguale, del letame;  ma  è di poca durata. Per evitare le spese di trasporto,
delle pecore sul terreno stesso che si vuole ingrassare.  Ma  conviene sotterrare subito gli escrementi, perchè
specialmente quando si fanno pascolare legati al piuolo.  Ma  in questo caso occorre che il guardiano abbia cura di
avesse avuto una scatola di colori avrebbe anche dipinto;  ma  pensando a Giotto, che cominciò a disegnare sul tufo,
pieno di buona volontà. Non faceva i miracoli di Giotto,  ma  ognuno fa quello che può. Ed egli era contento, perchè il
di solito gli altri bambini, i quali guardano tutto,  ma  vedono poco. Tutti i bambini sanno che il cane e il gatto
i bambini sanno che il cane e il gatto hanno due orecchi.  Ma  solo Sempronio sapeva come sono gli orecchi dei gatti, e
abitava nella stessa casa, della Maria,  ma  su su, all'ultimo piano. Era povera, andava anche lei a
Invece Emilia non aveva che una bambola di stracci.  Ma  era contenta ugualmente, perchè sapeva che la mamma sua non
a piangere, - essa dice. - Oh, Francesco, perdonami! -  Ma  che hai? - Nulla.... Ma.... se tu sapessi, Francesco, come
perplesso. Vuole a tutti i costi consolare « sua figlia »,  ma  che fare? - Senti, Nicoletta, - le dice serio - vedremo con
serio - vedremo con Alano e Maurizio, come potremo fare.  Ma  è così difficile!... Certo, poverina, è come se tu fossi in
giardino, e ho a un tratto desiderato di venire con voi....  ma  ora è passato. Posso benissimo non uscire e ti prometto,
pericoloso, - risponde Alano. - Certo; - dice Maurizio -  ma  se potessimo portar Nicoletta a giocare in giardino sotto
non è vero. Francesco? - Sì, - risponde Francesco. -  Ma  credo che potremmo vestire Nicoletta con un abito di
dichiara Maurizio. - Lui non posso buttarlo dalla finestra,  ma  la bambola sì. - L'avranno di certo presa, - dice Maria,
in collera. - È troppo! - dice. - Ho sopportato fin qui,  ma  ora non ne posso più e voglio punirvi severamente: non
delle sue parole perchè quella è una punizione seria.  Ma  quando è scomparsa: - Benone! - dice Maurizio, facendo una
stato molto cattivo, e non dovrei perdonarvi così presto;  ma  mi farebbe troppo dispiacere lasciarvi a casa. Credo che la
punito? - No, vi perdono, - dice Maria con aria maestosa.  Ma  è stupefatta udendo il fanciullo rispondere: - Ma come? Ero
maestosa. Ma è stupefatta udendo il fanciullo rispondere: -  Ma  come? Ero punito, e ora non lo sono più? E se volessi esser
punito, e ora non lo sono più? E se volessi esser punito? -  Ma  Francesco, che ha paura che Maurizio parli troppo e faccia
Maurizio quando ritornerà. - Dopo ciò il meglio è tacere.  Ma  Maria è molto sorpresa: si aspettava una tale gioia per
punirmi oggi. - Credo di avere un' idea, - dice Francesco -  ma  non so se potrà andare. - Che cosa? - domanda Alano. -
cammino. Passeremo prima dalla signora Aubry. - E partono.  Ma  un grido si fa sentire, e la vecchia governante,
il paniere, ride nervosamente ed esclama: - Che bestia! -  Ma  appena vuol posare
rassegna, c'è da scegliere quanto si vuole, e mangiar bene.  Ma  fa la scelta chi può; e tu non puoi: sulla tua tavola non
si è nutriti abbastanza: questi cibi rimpinzano lo stomaco,  ma  un'ora dopo il pasto si è vuoti, e sfiniti come prima.
un po' di carne. Non è quel che si mangia che fa bene,  ma  quel che si digerisce. Per digerire facilmente i cibi,
dà vigore al corpo, rallegra il cuore, e lo spirito.  Ma  alla tua età se ne deve bere poco, annacquato, e ben di
anni, e fino alla più tarda età, devi ancora berne poco,  ma  buono.
Anche senza galateo puoi essere una brava fanciulla.  Ma  un po' di buona creanza è necessaria a tutti, per farsi
risponde asciutto ed aspro. Marta ama i suoi fratellini,  ma  non sa far loro una carezza; a divertirsi con essi non ci
le porte aperte — La creanza costa niente, e compra tutto.  Ma  ricòrdati ancora che la gentilezza delle maniere vuole
alzarsi ogni momento da tavola anche se vi erano invitati.  Ma  un giorno gliene capitò una che non si aspettava. Era quasi
aveva sentito parlare. Finalmente riuscì a sgusciare via,  ma  nella fretta non s'avvide che proprio in quel momento la
al suo posto? Tutto mortificato pianse e si disperò,  ma  la mamma per quel giorno non gli diede più dolce. Imparò
che pare una bambina; così dice il comandante Grey.  Ma  quando sarò grande la guarderò io, prenderò il posto dello
che esista.... e giuoca con noi proprio come un ragazzo....  Ma  è stata malata, e il dottore l' ha mandata ai bagni
dichiara Nicoletta. - Io voglio bene a chi mi vuoi bene. -  Ma  Francesco è tormentato per un istante da un' idea e bisogna
al posto di Nicoletta avrebbe paura.... Ed è un ragazzo!...  Ma  Nicoletta scuote la testa. - Dalla mamma Duflet, - racconta
in alto, nella stanza accanto a quella della mamma Duflet;  ma  lei non saliva con me, e andavo a coricarmi al buio.... e
e non la sentivo mai venire. I primi giorni tremavo,  ma  poi mi sono abituata. Sono sicura che qui avrò meno paura,
a loro dalla cucina alla sala da pranzo e alla credenza. -  Ma  insomma, - dice Maria - non potreste andare in giardino ad
Leonia in tono di rimprovero. - Siete sempre molto goloso,  ma  stasera!... - Intanto Francesco e Alano discutono in
piace a me e ne farà a meno volentieri! - C' è il pollo. -  Ma  come servirsi? - Ascolta; - dice Francesco - se Maria non è
farà attenzione; ne prenderemo un pezzetto dal vassoio. -  Ma  Maria non lascia la stanza da pranzo. - E allora bisogna
pezzo di carta nel quale involgeremo quello che potremo. -  Ma  la carta farà rumore. - Un piatto, - propone Maurizio. -
carta. Io so dove li tiene, Leonia; vado a prenderne uno. -  Ma  sarà un po' difficile - obietta Francesco - mettere della
 ma  non farlo più. - Tuttavia essi hanno avuto una forte
che ho fatto, non mi canzonerete nè sarete più cattivi. -  Ma  le preghiere dei ragazzi non la inducono a confessare la
quando riuscirà, a leggere senza errori tutta la lezione;  ma  finisce con addormentarsi col naso sul libro, fin che i
così appetitosa, che chiede di poter cominciare con quella;  ma  obbediente, tuttavia, aspetta, per mangiarla, d'aver
si sono guardati sgomenti. E il dolce per Nicoletta?  Ma  ognuno, con gesti, ha voluto far capire che dava
le due torte. Non è altrettanto buona, una torta manomessa,  ma  il pensiero della loro figlia fa trovare leggero il
E, ciò che è più ammirevole, Nicoletta non lo saprà mai.  Ma  al momento in cui. i ragazzi, prima d'andare a letto, vanno
l'interrogato. - Ho fatto così per dire, sapete?  ma  le nostre lepri non sono proprio come ì daini: sono come le
ponte? - Ci corre un miglio. - Ho fatto per dire, sapete.  ma  le nostre lepri saranno grosse quanto un cagnolo. E il
grosse quanto un cagnolo. E il paesano muto come un pesce.  Ma  ecco apparire in fondo alla strada il terribile ponte. Il
per dire, sapete, - riprese l'altro fermandosi - ma... -  Ma  - interruppe vivamente il paesano - le lepri sono grosse da
- Fatele grosse, almeno, - chiede Maria che si lamenta,  ma  che poi è la prima a viziare i suoi padroncini. I ragazzi
sua apatia, non si sa per qual miracolo. Maria non insiste,  ma  Francesco la consola chiedendo ancora dei fagiolini. Dopo
fatica a finire, Francesco le mostra un grande alfabeto,  ma  rimane sorpreso di vedere « sua figlia» ridergli sul naso.
nemmeno questo! Conosco tutte le lettere e le sillabe,  ma  non so leggere correntemente, nè leggere i caratteri troppo
la prima lezione Nicoletta avrebbe imparato l'alfabeto?! -  Ma  Francesco non è perfettamente in buona fede quando
(Baciandoli ancora). Come sono cari, i bimbi!...  Ma  non posso mica lasciarli dormire fino a mezzogiorno.... E
le imposte: una luce accecante riempie la stanza). Ecco!...  Ma  che cos'hai?... Hai l'aria stordita.... TYLTYL (fregandosi
Sono io, sì.... E chi vuoi che sia?... TYLTYL Sei tu....  Ma  sì, sei proprio tu!... LA MAMMA Ma si, sono io.... Non ho
TYLTYL Sei tu.... Ma sì, sei proprio tu!... LA MAMMA  Ma  si, sono io.... Non ho mica mutato faccia, stanotte....
il mio letto!... Sono proprio ai casa mia!... LA MAMMA  Ma  che hai?... Su, svegliati.... Ti senti poco bene?... Fammi
e la giubba.... Sono qui, sulla sedia.... TYLTYL  Ma  come!... Ho fatto tutto quel gran viaggio così?... LA MAMMA
gran viaggio così?... LA MAMMA Quale viaggio?... TYLTYL  Ma  sì, l'anno scorso.... LA MAMMA L'anno scorso?... TYLTYL Ma
Ma sì, l'anno scorso.... LA MAMMA L'anno scorso?... TYLTYL  Ma  si, sì!... Quando sono partito, a Natale.... LA MAMMA
Avevo lasciato un biglietto per spiegarti.... LA MAMMA  Ma  che cosa, vai farneticando?... Certo, sei malato, oppure
Era proprio lì sulla nostra strada.... Sono morti,  ma  però stanno bene.... La nonnina ci ha preparato una bella
Ti abbiamo vista anche ieri sera.... LA MAMMA Ieri sera?  Ma  di certo, poichè ti ho messa a letto! TYLTYL No, no, noi
noi qui; nel giardino della Felicità; eri tanto più bella,  ma  però ti somigliavi.... LA MAMMA Il giardino della
me, anche a me, mi piaci di più così.... LA MAMMA Dio mio!  Ma  che cosa hanno?... Ah, moriranno anche loro, come sono
la Luce, il nonnino, la nonnina; dicono che sono morti  ma  che stanno bene.... TYLTYL Il nonnino però ha sempre la
MAMMA Li senti?... Corri a chiamare il dottore!... IL BABBO  Ma  che, ma che!... Non sono mica morti, ancora.... Su, vediamo
senti?... Corri a chiamare il dottore!... IL BABBO Ma che,  ma  che!... Non sono mica morti, ancora.... Su, vediamo un
TYLTYL Beriluna, Berlingot, come vuol lei, signora....  Ma  Mytyl sa benissimo che.... LA MAMMA Questo è il male, che
alzarsi dal letto.... Il dottore dice che sonò i nervi....  Ma  io lo so, che cosa la farebbe guarire.... Me Io chiedeva
che teneva in mano il Pane.... Sì, sì, è proprio quella;  ma  dentro c'è un uccellino solo.... E l'altro?... Che l'abbia
mangiato il Pane?... Guarda, guarda!... È azzurro!....  Ma  è proprio la mia tortorella!... Oh, come mai è tanto più
tanto più azzurra di quello che era prima che partissi?...  Ma  è l'Uccellino Azzurro, Mytyl! È l'Uccellino Azzurro che
signora, Berlingot.... Non è ancora proprio tutto azzurra;  ma  diventerà, vedrà.... Lo porti, lo porti subito alla sua
(dopo essersi guardato lungamente intorno) Babbo, mamma;  ma  che cosa avete fatto, alla casa?... È la stessa di prima,
cosa avete fatto, alla casa?... È la stessa di prima, sì;  ma  è tanto più bella.... IL BABBO Come, più bella?... TYLTYL
foresta?... MYTYL E Tylette?... Guarda: mi riconosce, vedi?  Ma  non parla più.... TYLTYL Senta, signor Pane.... (Toccandosi
Acqua!... Che cosa dice?... Parla ancora, come prima,  ma  non mi riesce più di capire che cosa dice.... MYTYL E lo
felice, felice!... MYTYL Anch'io! Anch'io.... LA MAMMA  Ma  perchè vanno intorno a questo modo come due trottole?... IL
di Tyltyl). LA VICINA Guardate che miracolo!... LA MAMMA  Ma  come!... Cammina?... LA VICINA Sì, cammina!... Anzi corre,
MYTYL È molto più piccola, però.... TYLTYL È vero!...  Ma  crescerà.... LA VICINA Che cosa dicono?... Non stanno
Sei tanto ardito per solito!.. Ancora un altro, via....  Ma  che hai?... Sei lì li per piangere.... (Tyltyl, dopo aver
TYLTYL Io però ne ho veduti di quelli molto più azzurri....  Ma  quelli che sono proprio azzurri, sai, per quanto si faccia,
aggrottate - è questo che mi dà pensiero. Come faremo? -  Ma  io - risponde Nicoletta - non ho affatto fame, posso star
fame, posso star benissimo fino a domani senza mangiare. -  Ma  dal momento che l' ha ordinato il dottore, Francesco vuol
Alano, e volevo sapere se potevamo prenderla anche noi. -  Ma  certo, è buona per i sani come per i malati. - Allora ce la
provare a farne una? - Che maravigliosa idea gli dà Leonia!  Ma  certo, col fornello a spirito della mamma; prenderanno
d'acqua, ci vien messa sopra. Ce n' è per tre Nicolette;  ma  il senso delle proporzioni non si acquista in una sola
È evidente che c' è troppa acqua per così poco semolino,  ma  forse dev'esser così. Aspettano che l'acqua bolla, e poi
versa il semolino, mettendone più di quanto ne occorre;  ma  il semolino si ostina a rimanere tutto in un mucchio, da
Bisogna dimenare, - dice Maurizio. Dimenano energicamente,  ma  l'acqua, nel bollire, sale fino all'orlo della cazzaruola
alla fine, la minestra è cotta, bisogna che la mangi;  ma  allora sembra che cambi parere. Comincia col bruciarsi un
ansiosa. E Nicoletta risponde, con voce lamentosa: - Sì....  ma  credo che non abbiate messo il sale. - Il campo dei
portarlo, il sale. Maurizio propone di andare a prenderlo.  Ma  prima propone a Nicoletta di portare dello zucchero al
zucchero al posto del sale. - Sarà più buona, - egli dice.  Ma  ad ogni modo non potrebbe esser più cattiva. Nicoletta è
zio Fil segue quel tramestio con la coda dell'occhio,  ma  non ne rimane oltremodo colpito. Maurizio si mette in tasca
si mette in tasca ancora delle focacce e dei fichi.  Ma  Francesco, che beveva, si ferma di botto e posa il
dalla loro figlia. C' è ancora un po' di luce, molto poca,  ma  è sufficiente perchè Nicoletta mangi comodamente. La
Oh, sì! - risponde Nicoletta. - E anche lavarmi e vestirmi;  ma  non posso pettinarmi. - Francesco la rassicura che se ne
- Francesco la rassicura che se ne incaricherà lui,  ma  la responsabilità che si è presa lo turba tutta la notte.
dice: l'uomo conduce la roba fin sull'uscio di casa,  ma  la donna la tira dentro. Il danaro entra in casa
un po' di risparmio? Per arricchire ci vuol molto:  ma  per andare in rovina ci vuol poco. Con la scioperatezza la
dell'economia, la miseria potrà far capolino all'uscio,  ma  non vi entra. «La roba sta con chi la sa tenere». Senza
fece portare la bilancia per pesare le parti da assegnarsi;  ma  tagliò in modo che una riuscisse alquanto più pesante
e diede ancora un morso per rendere i due pezzi uguali.  Ma  mordendo or l'uno or l'altro, finì per mangiarli entrambi,
irrequieti e vorrebbero giocare anche nel breve spazio;  ma  i giochi sono pericolosi accanto alla fiamma e la mamma non
affamati, si fanno coraggio e escono dalle loro tane;  ma  basta il più piccolo movimento dei ragazzi perchè scappino
dei ragazzi perchè scappino a rintanarsi subito. -  Ma  perchè, babbo, son così paurosi i conigli? - domanda Nello
Coniglio e gli domandò: - O di che Piangi? - Ho paura. -  Ma  di che hai paura? D'ogni cosa rispose il Coniglio bianco. -
bianco, senza neanche ringraziare, fuggì tutto contento.  Ma  non aveva fatto venti passi, che trovò una vecchia pecora
gli mette un becco appuntito e il Coniglio va via contento.  Ma  dopo un po' rieccotelo, tremante, a chiedere due speroni
come quelle dei cinghiali per potersi difendere a morsi.  Ma  la paura non passava neanche con tutte queste armi e quando
- Caro mio Coniglio, per te ci vorrebbe un po' di coraggio,  ma  questo non lo vende nessuno.-» I bambini contenti della
caricò in breve tempo di centinaia e centinaia di frutti.  Ma  il peso di questi lo tirò al suolo, rotto e quasi
di lusso per la bestia! Mario avrebbe voluto levarglielo,  ma  s'accorse che aveva una certa paura.... Tentò, ma il cane
ma s'accorse che aveva una certa paura.... Tentò,  ma  il cane corse via con la preda in bocca. Sapete che
Desiderio non se la sentiva di disubbidire al padre,  ma  siccome era pieno di buona volontà, approfittava delle ore
un po' per giorno a forza di buon volere, si dirozzava.  Ma  egli avrebbe voluto fare ben altro!
in buona salute! Sono stati molto buoni, per dir la verità;  ma  io.... - Come, come, Maria? Voi non siete stata troppo
questo!... Ma, ahimè, divento vecchia, molto vecchia!... -  Ma  passerà, Maria, passerà, - dice affettuosamente la giovane
Maria, passerà, - dice affettuosamente la giovane signora.  Ma  la vecchia governante non capisce troppo bene come la sua
tono deluso. - Sì, so che non vi piacciono le bambine,  ma  questa è così carina! - Uhm!... - fa Maurizio. Francesco è
Ne vuoi un'altra? - No, - dice Maurizio - bambine, no. -  Ma  questa è tanto infelice! Vorreste rimandarla via? - È
la voce, egli prende la parola: - Ebbene, mamma, prendila,  ma  a una condizione.... - No, no, no! - protesta la mamma
balla vertiginosamente, spiegazioni confuse e sconnesse....  Ma  alla fine s' intendono, e i tre babbi, lieti di ritornare
questa bella giornata sgridandovi, e rattristare Nicoletta,  ma  sono però molto afflitta di tutte queste menzogne. - L'
mamma - per oggi non ne parliamo più: è giorno di gioia. -  Ma  ecco che arriva Maria, la quale non riesce a capire la
difficili! - esclamò Antonino, il fratellino di Enzo. -  Ma  perchè ora dài quei brutti nomi alle bestie? - A Enzo non
- La mamma sorrise e fu contenta della bravura di Enzo.  Ma  il piccolo Tonino non aveva capito l'ultimo perchè.
La luccioletta non risponde alla domanda del fanciullo.  Ma  io, che so la storia del lumino, ve la racconto. C'era una
quando i suoi erano a letto, rimaneva alzato a studiare.  Ma  la lucerna si spegneva presto e non c'era più olio nella
leggere al barlume delle stelle, quando c'erano le stelle.  Ma  le stelle sono troppo piccoline e lontane, per far lume ai
che hanno voglia di leggere. Voi sareste andati a letto,  ma  egli s'addolorava di non poter leggere. Una sera d'estate,
meglio in casa. Ora c'è un poco d'olio per la lucerna.  Ma  io come ti posso ricompensare? - Quando mi rivedrai a
compagni che non mi diano la caccia, che non mi uccidano  ma  ipiù le mie compagne. - Non dubitare. - Addio. - E grazie,
di filo si sdipana dietro a lei man mano che cammina.  Ma  ha un bel correre : quando arriva trova Maurizio
dolce. Sapete che fareste andare in collera la mamma.... -  Ma  la mamma non c' è! - ribatte cinicamente Maurizio. - Non è
- D'albicocche? - Già.... sì, d'albicocche. - Va bene:  ma  intanto dammi un pezzettino di qualche cosa di là dentro! -
ho pensato a loro.... - Maria sospira: - Quattro?! Uhm!  Ma  così mi rovinate! E poi, non mangerete il pane con la
le sere. - Che cosa? - Credo, un budino di riso alla crema,  ma  non sono sicura. Leonia ha parlato di riso.
spedita giorno innanzi. Nè babbo nè mamma sanno leggere,  ma  qualche vicino di buona volontà renderà loro questo favore.
prima volta, e - ricordate? - avevano smarrito il sentiero.  Ma  adesso, dopo due anni, le cose sono mutate. Una grande
In due anni non soltanto essi sono mutati in meglio;  ma  anche le cose sono migliorate. Essi hanno studiato, e altri
Sèrafo un giorno avevano bacchiato insieme molte giuggiole,  ma  poi non si trovavano d'accordo nel dividerle. Giulio ne
di essere più adulto, per darne meno a lui che era minore.  Ma  ecco Amalindo ch' essi credevano venisse a far giustizia.
ne vengo adesso. Eh! un desinarino da un povero curato,  ma  da galantuomo; poco, ma buono: è il mio asioma.... ah! ah!
un desinarino da un povero curato, ma da galantuomo; poco,  ma  buono: è il mio asioma.... ah! ah! » « Oh lo so per
esperienza! si mangia bene da voi.... » « Non fo per dire,  ma  la mia Sabina sa il fatto suo; da un par d' anni poi ne son
» « Buon per voi, che sul vostro non tempesta mai....  Ma  per me, v' assicuro che ne conto delle giornate brusche, e
fa mai più beata vita della vostra? « Voi volete parlare;  ma  non le pigliate su voi quelle che mi toccano, proprio a me,
pensarci, basterebbe a farmi fare cattiva digestione. » «  Ma  via! cos' avete? dite su; non son vostro amico io? » « Sì,
non son vostro amico io? » « Sì, voi siete un galantuomo:  ma  a questo mondo c'è dei birbanti. lo, non ho maí avuti
io che non ho mai fatto nè detto male di nessuno.... » «  Ma  che diamine mai?... » « Lo sapete voi?... lo so anch' io.
Cercava ben io di rimbeccar quelle antifone alla meglio,  ma  era peggio! Io aveva bel dire: la responsabilità è sempre
condizione fosse la mia, a questa sorte di complimenti. » «  Ma  non siete arrivato a capire...? » « Poco o niente. Furono
sbadatamente andavan di lungo ciascuno pe' fatti suoi;  ma  due d' essi, veduti don Gioachimo e il signor Gaspero,
della luna, alla congrega dottrinaria dello speziale;  ma  la paura era entrata in corpo al povero don Gioachimo, e
» Cammin facendo cianciarono, al solito, di cose inutili.  Ma  poco stante, il dottore , additando una barchetta che
barchetta delle nostre damine inglesi, qui della villa? » «  Ma  sì, è proprio quella! già si sa, il dottore ha buoni occhi,
voi adesso, ne feci anch' io di belle, e qui e via di qui;  ma  era il secolo passato, amico, quel tempo di cui adesso si
povera . gente! » « Buon pro le facciano, padron mio,  ma  le ripeto, s'inganna a partito! » « Andate là, volpone
disse il dottore. « Eh sì, da vero, » il curato ripigliò; «  ma  questa sua confidenza io non l' approvo: son cose fuori di
La vecchia, tal quale la conoscete, fa la bigotta,  ma  le premono i comodi e la cucina; vuol mettere da parte, per
Gaspero; « queste son cose.... » « Cose da non credere,  ma  che son vere! Pensate forse ch'io sia qui, come si suol
suol dire, il bastone della scopa? So, vedo e conosco! » «  Ma  non basta, bisogna.... » « Bisogna che questi villani non
riempiersi di fiato, come una tinozza di vino. » « Ah, ah!  ma  cosa importa a voi, che la giovine, la quale è poi savia e
vada con quei signori? » « A me, come me, certo che no;  ma  se, per causa sua, io avessi de' pasticci? Io ci vedo da
parlo. Siete l'autorità ecclesiastica del paese, la prima!  ma  della giovine, chi vi può dir nulla? Via, chiudete un
il dottore, » disse l'allegro vecchio. « Matto io? sarà;  ma  nol fu già lei, signor mio, quando sottomano, alla sorda,
farglielo parer buono: un uomo un po' sugli anni sì,  ma  vegeto, sano, e poi, persona di credito, particolare
il marito, e sia contenta: sono un povero diavolo, è vero;  ma  è meglio pochi stracci e cuor contento, che non abbondanza
se la fosse come dice lui? » soggiunse il deputato. «  Ma  sì, che mal ci sarebbe? » ripetè il signor Gaspero. « Bene,
ci sarebbe? » ripetè il signor Gaspero. « Bene, dico io....  Ma  sapete » conchiudeva il curato,
e lavora tutto il giorno per mantenere il figliuolo.  Ma  questi non è riconoscente. Appena uscito dalla scuola, si
poi tirò la giacca al padre e gli indicò la bestiola:  ma  il babbo sulle prime non capí il desiderio del figliolo e
Mario tornava al suo paese tirandosi dietro il capretto.  Ma  il capretto ogni tanto voleva fermarsi a brucare un po'
quali grida di festa i fratelli e i coetanei lo accolsero!  Ma  voi potete ben immaginarlo!
e carte. Il cameriere non ardì far nessuna osservazione.  Ma  Elisa, che per avventura era à a tener compagnia a suo
esso d' un' ombra di malinconia; contegnoso nell' andare,  ma  alquanto chino della persona. Era un uomo che aveva molto
la sua volontà di bene non s'eran logorate o scemate;  ma  bensì rivolte al santissimo scopo di far migliori i suoi
cuore, del poco che potè fare, e del molto che sofferse;  ma  chi lo conobbe e amò, non potrà rifiutare una lagrima alla
impaccio di lui, ne fu tocca, e volle parlare la prima.  Ma  il prete, in quel momento di silenzio, fu assediato da una
accento, levò il capo, e guardò il prete, senza parlare.  Ma  intanto, ripiegato il giornale, lo depose, facendo un
depose, facendo un gesto, come per significare: - Parlate,  ma  spicciatevi. « Signore, » soggiunse allora il vicecurato, a
oscura, senza nome; ella, un signore illustre e potente.  Ma  si rassicuri, non venni qui a domandarle fa- vori o
presento a lei, a cercar giustizia per il nome mio ignoto,  ma  puro come il suo, per il nome mio calpestato nella virtù
O Signore, reggi il mio cuore, dammi pazienza! » «  Ma  vi ripeto che non so quel che vi diciate, come forse nol
v'avesse offeso, che so io.... dite, spiegatevi chiaro;  ma  sopra tutto, pensate a chi parlate. » Così rispondeva il
chi parlate. » Così rispondeva il lord con altera serietà;  ma  si sarebbe potuto indovinare come le parole del prete e la