Questo breve preambolo m’è parso necessario prima di passare a considerare alcuni degli ultimi eventi che si sono succeduti nel panorama artistico
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fenomenologici, semiologici, già attorno agli anni sessanta; come m’ero valso di alcuni schemi psicologici attorno agli anni cinquanta, quando ancora
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FRANCESCO PACCAGNINI di Montalcino (n. 1780, m. 1832) non mancò di sapere. È fatta sul suo disegno la bella scala del convento di Sant’Agostino a
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Giovanni Pacini nativo di Colle (m. oltre i sessanta il 24 aprile 1838) fu della scuola del Paoletti, e seguitandone i buoni principii nulla operò a
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GIOVANNI LAZZARINI da Lucca (n. 1769, m. 1834) esercitò con lode l’architettura. Le molte chiese da lui edificate nel contado lucchese; vari ponti
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Portoferraio (n. 22 dicembre 1790, m. 28 febbraio 1844), educato all’arte in Toscana e poi a Roma, riuscì scultore lodato. Il suo Ciparisso gli diede
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Singolare grido di sè aveva levato in sul principio del secolo VINCENZIO MEUCCI (n. 1694; m. 1766), e benché lo dicessero il miglior frescante del
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A Siena APOLLONIO NASINI, ultimo di questa famiglia di pittori (n. 1689, m. 1768), aiutò nelle opere Giuseppe suo padre e lo zio Antonio. Ma se bene
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Le cose passarono meglio a Lucca. Un suo cittadino POMPEO BATONI (n. 5 febbrajo 1708, m. 4 febbrajo 1787), riuscito pittore chiaro per immaginativa
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A Prato poi lavoravano di prospettive GIUSEPPE CASTAGNOLI (n. 1754, m. 1832) stato maestro d’ornati nell’Accademia fiorentina, e autore di un libro
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VALENTINO BALDI di Pistoja (n. 1744, m. 22 ottobre 1816) fu anch’esso pittore di prospettive e d’ornati, ed ebbe rinomanza nel colorire grottesche
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Intanto dalla scuola del Morghen uscirono, com’era da sperare, artisti valenti e degni di un cosi chiaro maestro. ANGELO EMILIO LAPI fiorentino (m
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pittore, come mio nonno, m’accorsi però che queste specifiche terminologie dell’arte non fanno per me e mi sentii artista spaziale. Proprio così. Una
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Per tutti coloro che non sanno, dirò ch’io avevo voluto da tempo parlare d’arte moderna Italiana, ma m’ero dovuto buttare all’antica considerato che
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M. REYMOND, De Michel-Ange à Tiepolo. Paris, Hachette, 1913 (in «La Voce ». VI, 1914, n. 1, pagg. 37-41).
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Bologne; mais les qualités de sérieux, de philosophie, de profondeur de pensée...». Vi sono altri culmini. Bravo M. Reymond!
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Ma lasciamolo tra i decoratori! «Il decoratore non deve pensare» egli dice; ebbene: noi diremo allora che M. Reymond è un decoratore della critica
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Ampiamente vi sono trattati i problemi che si riferiscono alla disposizione degli ambienti del Castello, dove il M. non è sempre in accordo coi
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Un romanista che procede innanzi nel '600 e alla cui conoscenza il M. ha creduto di aggiungere qualche elemento attribuendogli due opere - una Cena e
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Se degli elementi di giudizio non ci siano tolti dal fatto che il M. non si cura di porre in luce particolare l'attività spagnola di alcuni artisti
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Ad ogni modo la ricostruzione che il M. compie dei secentisti spagnoli è affatto interessante ed utile, sebbene salvo i rari grandi nomi e pochissimi
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di Tintoretto quale massimo modello di Velazquez, ci pare poco felice, a meno che non sia vero come il M. vorrebbe che la Resa di Breda sia una
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Le novità particolari, sopratutto documentarie, che il M. V. ha poi apportato sia nelle conoscenze dell'attività dello stesso Bramante, che di
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Senza raccogliere le altre frasi che provano l'influsso sul M. V. della corrente «ingegneristica» della critica architettonica, la citazione
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Ecco dunque nel M. un concetto di alta Rinascenza contrapposto a Medio Evo, come arte a non-arte, al nulla; ma neanche in questo caso di simpatia
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, che il M. preferisce invece trattare separatamente.
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Dalla trattazione speciale che il M. dedica a questi lombardi e da cui avrebbero potuto risultare conseguenze di prim'ordine, si ricava invece poco
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Noi siamo venuti così a toccare un altro punto oltremodo discutibile del libro del M.; quello che riguarda le relazioni di Amadeo e degli altri
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Il M. piuttosto che insistere sul fatto capitale che prima della venuta di Bramante a Milano, l'Amadeo ha già costrutta e decorata la cappella
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per esempio col M. che Butinone e Zenale seguissero ancora Foppa e Mantegna negli affreschi della cappella Grifi, poiché gl'intenti cromatici e
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E dopo tutte le passioni opposte che Leonardo ha suscitato si potrà credere un merito quello di M. di assumere una andatura meno apologetica, o non
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assai più vicini del M. a questa valutazione furono infatti, a nostro vedere, i vecchi critici del '6 e del '700 che giudicarono la scultura barocca in
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Queste note ci parevano necessarie, di fronte al nobile e gradito tentativo del M. di stabilire i principii fondamentali per la valutazione della
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Allora il M. avrebbe evitato di credere che la differenza essenziale tra Michelangelo e Bernini potesse consistere nell’avere il primo: desiderato
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Il M., che ha buona pratica degli studi sull'arte paleocristiana, ricorda certamente le elevate frasi del Riegl intorno alla iconografia, inserite
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Ma v'è una pregiudiziale anteriore e più forte: quella che si rafforza in noi sentendo il M. parlare della portata di questi studi iconografìci
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La stessa impressione si ricava dalla supplementare insistenza con che il M. cerca di stabilire la derivazione di certe pose scultorie e di certe
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M. I. FRIEDLÄNDER, Die Antwerpener Manieristen von 1520 («Jahrb. d. K.Preuss.Ksts.», 1915) (in: 'L'Arte', 1917,p.176).
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M. CONWAY, The Bamberg Treasury («Burl. Magazine», ottobre-novembre 1914) (in: 'L'Arte', 1917, p. 295).
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E per ritornare a uno dei mancamenti principali del volume, l'esclusione della «pittura sacra», non potremmo mai passar per buona al M.-V. l'altra
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Sicché a proposito delle controverse attribuzioni al Preda, al De Conti, al Boltraffio, il M.-V. ha il merito di abbandonarsi di peso - quasi sempre
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M. MARANGONI, Valori mal noti e trascurati della pittura italiana del Seicento in alcuni pittori di «natura morta». Firenze, Olschki, 1917 (estratto
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Per di più, a caval donato non si guarda in bocca; ed ecco il dono di M. Besnard ci è gradito.
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E ieri la folla gravitando variamente tra l'impagabile copricapo a pane del nostro Corrado Ricci e l'impeccabile « huit reflets » di M. Besnard
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L. M. PATRIZI, Per l'indirizzo antropologico (psico-fisiologico) nella Storia dell'arte - Critica e biografia psico-fisiologica del pittore
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Un senso personale di contenuta eleganza insomma, più che mai manifesto nel completissimo arabesco del Ritratto di Madame M. S., ove lo spostamento
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Anche il T. riconosce di M. in San Domenico di Bologna il San Procolo e ci vede l'autoritratto dell'artista diciannovenne.
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pensieri michelangioleschi. La stessa benignità si dimostra nell'esame ch'egli concede alle derivazioni ch'egli chiama copie da M. come Venere e
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libere e meno legate alla strutturazione tipografica delle parole e delle lettere (Isgrò, Carrega, M. Bentivoglio); una corrente della poesia visiva più
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anche "tonale," come C. Stili, M. Louis, Olitzky, ecc.
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