O Morte, Signora Misteriosa, quanto sei grande nella tua pietà, Tu che tanti mari e cieli eterni poni fra gli umani e i loro dolori!
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Colle loro lanternuzze, bizzarre umane lucciole della Vita cittadina, errano, l’uncino acuto a mano, guardando, desiderando, sognando i più pazzi
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(Osaka e Kyoto, camuffati da istrioni girovaghi, sbucano dalla via entro al cerchio fatto loro dalle curiose mousmé con un codazzo di suonatori
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Kyoto onde il loro chiacchierìo non risvegli Iris)
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Le mousmé, ginocchione, sedute sopra i piccoli piedi, guardano, ascoltano. Le loro anime pendono dalla cadenzata voce della guècha che si espande
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Presso al tuo letto, come spettri, stanno ancora le guèchas, ancora dentro a le loro orribili maschere. La guècha della commedia accosciata sussurra
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(Kyoto fa preparare il Teatro dei Pupi. – Vi si mettono avanti, accosciati a terra, i suonatori; dietro ai paraventi tre guèchas attendono il loro
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Già i loro desiderî ti sono intorno; – e sono desiderî di mostri; benché uno, il giovane, bello e in ricche, aggraziate vesti, appaia buono come il
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Solo agli innocenti sorridono queste divine allucinazioni. – Le loro anime sono pure come la luce e la comprendono; – e se il Sole ha parole per lei
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con sé a… Nirvana! Allora le tre guèchas, improvvisamente, escono davanti al Teatro a danzare. La loro apparizione e la loro danza completano l
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