Nella conca di Plezzo i nostri assalirono e fugarono drappelli nemici appostati sulle pendici del Monte Rombon e penetrati nei loro ricoveri vi
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nemiche ed espugnato anche qualche trinceramento; tuttavia di fronte al forte assetto difensivo nemico stabilito su posizioni già per loro natura
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Numerosi voli di crociera, di ricognizione e di bombardamento: tre velivoli avversari furono costretti ad atterrare nelle loro linee.
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Raggiunta la strada Monastir-Kicevo (Krcova), a nord di Demirhisar, esse proseguono ora instancabili la marcia verso i loro ulteriori obiettivi.
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Macedonia: Secondo ulteriori notizie le nostre truppe, nella loro vigorosa avanzata attraverso l’aspro massiccio di Monte Baba, hanno dovuto vincere
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facendosi loro incontro, cantano: "O mio bbel castello, Marcondìrondirondà". E gli altri fanciulli, in coro: "È ppiù bbello el nostro, Marcondìrondirondà
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Andavano attorno con la loro merce infilata in un bastone o in un canestro, e gridavano: — Di Lucca le ciambelle! El ciambellaro!
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Molte fanciulle prendendosi per le mani formano circolo, e facendo la ruota attorno ad una loro compagna, che è nel mezzo, le domandano: — Mamma, ch
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loro.
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Gli antichi Tripparoli, con il loro schifo in testa ripieno di trippe, zampi, pezzi di testa di vitello e di vaccina, e d’altro: — Trippa, pieducci e
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birichini, già d’intesa fra loro, circondano per sorpresa il primo ragazzo o la prima persona che s’imbatte sul loro cammino, e facendogli intorno la
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: carciofolà che un tempo terminava quasi intercalare, le loro strofe d’amore".
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sotto il peso del loro fardello e a voce sommessa gridano: — Fascii, fascii!
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la loro serietà. Colui il quale ride prima è il perditore.
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li ragni nun bisogna mai molestalli cor disfaje le téle de loro.
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poi a qual pro, se ad ogni passo, delle loro grida, ne abbiamo intronate le orecchie?
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portà’ da casa de loro quello che je pareva e ppiaceva. Quanno lavoraveno p’er Guverno, o cche scopaveno le strade de Roma, s’abbuscàveno 20 bbajochi ar
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La prima notte de lo sposalizzio, quanno li spósi vanno a lletto, er primo de loro dua che smorza e’ llume, quello môre prima. Se dice anche che
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’improvvisare versi, lodanti la loro merce, e, appropriandoli al primo che s’imbatteva sulla loro strada, un frate, una monaca, un paìno, ecc. — Cé l’avémoo
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leggermente in guisa da farne venir fuori delle bolle più o meno grandi chiamate bòccie ò bbòcci, e che i fanciulli fanno a gara a far saltare su i loro
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È un passatempo delle nostre bambine, le quali si riuniscono in quattro o cinque, portando ciascuna qualche cosa da mangiare. Una di loro prepara la
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. Tutta Roma spopolava per annalli a vvede bballà’. Tanto vero che quella medema strada indove loro ce se fermaveno e cce bballaveno se chiama incora
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parocchia de loro, er vijetto ch’er prete che li communica je rilassa pe’ ccertificà’ che hanno preso Pasqua; come se fa incora adesso. Sortanto che
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grano in ampi schifi, posti sulle loro ginocchia, non facevano che vociare e stornellare da mane a sera. Altrove rivenduglioli che, coi loro banchi
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nascondersi di qua e di là. Il loro capo a un certo punto grida: Vado dar fornaro, compro er pane; dar pizzicarolo, compro salame e presciutti: libbertà per
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È un giuoco che va eseguito da tre fanciulli. I due più grandicelli formano con le loro mani, dandosele a croce, una specie di seggiola, molto comoda
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voracità sul bajocco di carne che il venditore getta loro in pasto.
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Li ggiudìi, allora, staveno tarmente attaccati a la religgione de loro, che nun magnavano mai carne de porco; e la festa, ossia lo sciabbà (er
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ffugge’ e ss’abbrucia, loro appresso je dicheno: "Curri, curri bbagaróne; che ddomani è l’Ascensione:e si ttu nun curerai, tutt’er cul t’abbrucerai!"
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, ossia a gesti e senza parlare. Gli altri quattro devono indovinare quale mestiere i loro compagni stan facendo. Se lo indovinano le parti s’invertono
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erano tornati alle loro case; invitavano i buoni a darne notizie se ne avessero, e a ricondurli presso i genitori desolati, indicandone ad alta voce l
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Quanno so’ grandicelli li regazzini so’ protètti da Santa Pupa; ma quanno so’ cciuchi da latte er protettore de loro è San Todoro, che a Roma
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I giocatori si dividono in due squadre, p. es.: squadra A e squadra B. Designate le loro tane, che devono essere a una bella distanza, e ciascuna
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cuscinetto sotto la veste e finge di essere incinta. Altra volta mettono una di loro a letto con la pupazza e fingono che colei abbia partorito, le
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Li lupi o le lupe che siino, se ponno, in un giorno, divorà’, abbasta che lo vonno, puro un branco de pecore, in uno o in dua de loro. ’Sto gran da
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’Angeli ce sono Si (e qui nominano una delle loro compagne) se rivoltasse E un bell’ angelo la bbaciasse! Piena di rose, piena di fiori, Bella zzitèlla
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stanno anniscosti, usciranno li du’ profèti ’Nocche e ’Llia e sse metteranno puro loro a ppredicà’ ppe’ sbuciardà’ tutte le ’resìe che ddarà a dd
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giocatori si fingono suoi nepoti, e lo vanno importunando gridandogli dietro: — Nonno, cé porti a mmessa? Ed egli, poco decentemente, risponde loro
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Il Belli così lo descrive: "I fanciulli della nostra plebe profferiscono le parole di una loro formula le cui sillabe si vanno alternamente
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. S’aridunaveno una ventina o ’na trentina de conoscenti, ômmini e ddonne, e llì ssu ddu’ piedi; se sfidàveno tra dde loro, a cchi improvisava mejo
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sittimana, e ppoi arestaveno loro e la famija, a ccrocétta antri sette ggiorni, ossia insinenta ar sabbito appresso, sarvo che nun aricominciassino da capo.
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sprefonno der mare. Da la sirena so’ vvenute le serenate che ffanno la notte li ggiuvinotti a ll’innammorate de loro.
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Er papa ha dda regnà’ ppochi anni. So’ stati pochi quelli che so’ arivati a ppassà’ la ventina; e gnisuno de loro è stato bbôno a ppassà’ li 25 anni
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del loro picchio quando va con forza a cogliere con la punta l’altro che è posto in terra. Chi non riesce a coglierlo, è obbligato a mettere il suo
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andarsi a nascondere dietro un albero, una fratta, un cespuglio, ecc., e cambiando, come vuole il giuoco, e anche quando capita loro il destro, di
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cuccoma, quali con bicchieri a comperare il latte per la loro colezione. Compiuta la vendita (non più tardi delle ore 9 ant.), il capraio, raccolte le sue
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pompieri quer giorno faceveno festa granne in der quartiere: e ppoi puro loro portaveno le machine a Sant’Antonio protettore de loro, a ffalle bbenedì
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hanno da stà a ssede’ ssur soffietto, co’ la loro bbrava fittuccia in fronte e la cannela in mano. Passata la festa, quela fettuccia che pporta
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È un giuoco che per lo più si fa da sole fanciulle. Esse si prendono per mano e formano circolo. La mamma, fuori di questo, gira loro intorno dicendo
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contenti de Roma, se trovàveno le porte de la casa de loro infiorate de mortella, de fiori, de nastri, de corna, de sonetti, e dde ’réna ggialla sparsa per
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