Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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marito s'addormenta, a tavola, dopo il pranzo. Se russa  lo  sveglia e lo manda in terrazza a spandere i panni o al
a tavola, dopo il pranzo. Se russa lo sveglia e  lo  manda in terrazza a spandere i panni o al supermercato per
vecchio obbedisce ansimante, a volte bofonchia bestemmie.  Lo  sveglia anche di notte, per ricordargli che bisogna far
so perché  lo  faccia. Forse perché così trova il suo cibo, come le
ma perché sempre solo su due dimensioni, senza usare  lo  spazio?
ha tradotto frasi senza senso. In attesa di accertamenti  lo  hanno ricoverato fra i pazzi. Ora, se non lo lasceranno
accertamenti lo hanno ricoverato fra i pazzi. Ora, se non  lo  lasceranno uscire subito, davvero farà una pazzia.
il muro è più basso. Appena  lo  ha superato, dice forte: «Sono salva!».
resto, la casa, le giornate,  lo  subisce acquietata. Dentro invece si sbaglia,verso il
che da anni paga la stessa pigione per  lo  stambugio in cui disegna e dipinge.
abitare con lui. Dice che aspetta un figlio, ancora nessuno  lo  sa.
togliete la fede che il fango non l'odia che l'astro  lo  vede; e il verme s'arresta, ripensa il cammino, le scarpe
ripensa il cammino, le scarpe degli uomini, la neve,  lo  spino... L'allegra foresta, l'aiuola s'infosca, e il verme
 Lo  spirito - dice Eckhart - è una montagna di piombo incurante
coperchio della scatola del ghiaccio, scomparso a maggio,  lo  ritrova in dicembre nello scomparto in alto del guardaroba,
Non trova più in cucina il detersivo appena comprato.  Lo  ricompra due volte e due volte sparisce. La donna delle
amore vero verrai qui, sul filo delle mie parole scritte.  Lo  faccio per riconoscenza e per un poco certo amore mio,
non paventate l'ira del Signore: non è incenso o latin che  lo  diletta, ma il profumo, ma l'estasi del core! E il mio cor,
del core! E il mio cor, che quaggiù pensa a voi sola, se  lo  porto sui monti a respirare, miracolo! adorando al ciel se
e grovigli d'alghe e creature strane, Senia, a te sola  lo  voglio narrare. Ché a brevi fiate nel tempo passato nel
e grovigli d'alghe e creature strane, Senia, a te sola  lo  voglio narrare.
va dal medico di turno, che  lo  riceve urlando e nemmeno lo ascolta. Telefona alla sorella
va dal medico di turno, che lo riceve urlando e nemmeno  lo  ascolta. Telefona alla sorella del ragazzo, che rifiuta di
sta in guardia dei giumenti, giumento è anch'esso se desìo  lo  punge di far commenti! E lo danni alle forche il capitano,
giumento è anch'esso se desìo lo punge di far commenti! E  lo  danni alle forche il capitano, se, a pergamo salito, contro
dobermann lecca mani e facce di quanti  lo  avvicinano. Il ragazzo sa che dovrà soccorrerlo se gli
andrà per le vacanze in Marocco, dove potrà starsene con  lo  stesso ragazzo per intere giomate. Oppure andrà in Sicilia,
non funziona il cancello automatico l'uomo  lo  guarda posando una mano fugace ma ferma sul ferro. Poi se
già rigonfia d'amor le foglie tenere... Perché affrontar  lo  spillo e la fiala, il droghiere e l'entomologo?-
sabbioso: ogni gleba è montagna, ogni zolla è voragine!  Lo  striscïante di martire è imagine, è imagine di eroe: la
è imagine, è imagine di eroe: la scossa foglia il bagna,  lo  punge il rovo... ei va, sosta, si arrampica, scende,
che ombreggia il pozzo buio, profondo e tozzo. Desìo  lo  assal dell'alto... ecco già in tralice lungo il nodoso
più aderge e più leggiero diventa e meno zoppicante e nero.  Lo  attrae lo screzio dei molli frondami, frasche, virgulti,
e più leggiero diventa e meno zoppicante e nero. Lo attrae  lo  screzio dei molli frondami, frasche, virgulti, rami,
avvenire, tu culla dei gaudii, dei pianti e dell'ire,  lo  guarda, e inargèntati, lo guarda, e t'indora; gli innonda
gaudii, dei pianti e dell'ire, lo guarda, e inargèntati,  lo  guarda, e t'indora; gli innonda d'aurora l'astruso cammin.
forte, del santo cantar! Ma meglio, assai meglio se invece  lo  aspetta, la pace, il silenzio d'ignota casetta!. . . Sia
la bianca e spensierata luna vi infilza un raggio... viva  lo  specchio, l'incubo e il miraggio! Questi rubini della vigna
del globo celeste, in un bicchiere, sono un poema, ed io  lo  voglio bere! Non discutiamo di filosofia, ve ne scongiuro,
scongiuro, per la madre mia! Chi è là che stappa ?... Dio  lo  salvi dal Limbo e dalla Trappa! Giù come fiume per allegra
che assordi il creato! Andatemi a cercare un coadiutore;  lo  vorrei nominar mio confessore per due minuti: ho due
e il tuo sorriso è l'aura pura, fulgida, felice che me  lo  dice.
di leggerlo l'ho vissuto e il suo spazio è stato anche  lo  spaziodella mia immaginazione: mio nonno Mario Sighinolfi ,
d 'armi, fra la Cittadella e la via Emilia. Ogni tanto  lo  accompagnavo, senza sapere che dalla sua mano - calda anche
quello che ogni cuore soffre e non sa - che a sé non  lo  confessa. Ed oltre il vetro della chiara stanza che le
lune, il variar dei venti e delle coste, il vario giogo sì  lo  lega e preme - il mar che non è mare s'anche è mare.
da chi l'invocò; ai piaceri egli è nemico, fugge da chi  lo  cercò. Egli ama quei che non lo invoca, egli ama quei che
egli è nemico, fugge da chi lo cercò. Egli ama quei che non  lo  invoca, egli ama quei che non lo sa; e dona la sua luce
Egli ama quei che non lo invoca, egli ama quei che non  lo  sa; e dona la sua luce fioca a chi per altra luce va. - Chi
sa; e dona la sua luce fioca a chi per altra luce va. - Chi  lo  cerca non lo trova, chi lo trova non lo sa; il suo nome
sua luce fioca a chi per altra luce va. - Chi lo cerca non  lo  trova, chi lo trova non lo sa; il suo nome mette a prova
a chi per altra luce va. - Chi lo cerca non lo trova, chi  lo  trova non lo sa; il suo nome mette a prova questa fiacca
luce va. - Chi lo cerca non lo trova, chi lo trova non  lo  sa; il suo nome mette a prova questa fiacca umanità. - è il
- è il piacere l'Iddio pudico ch'ama quello che non  lo  sa: se lo cerchi se' già mendico, t'ha già vinto
è il piacere l'Iddio pudico ch'ama quello che non lo sa: se  lo  cerchi se' già mendico, t'ha già vinto l'oscurità. - Per
insonni, innanzi agli occhi dove anche io miri, sempre ho  lo  slancio della tua persona come il vento la trae della
strada arida e sola che percorro oscura e alla diafana luce  lo  rivolgo dell'imagine tua cara e lontana, invano cerco a me
inerte. Perciò se freddo e ruvido io ti sembri, ma tu  lo  sai: è per vieppiù andare, è per nutrir più vivida la
lui, morirà di cancro sei mesi dopo, una sera di gennaio.  Lo  sposo è distratto, sudato. Il fratello della sposa va per
e la carta s'arrossa sempre a passioni nove. Giorno verrà:  lo  so che questo sangue ardente a un tratto mancherà, che la
il padre; ma le materne lagrime non prevedeva Iddio? Oh  lo  spietato oblìo che domina nel cielo! Nel cielo ?...Arpìa,
Ci può la madre udire: la fede ell'ha, diciamole che  lo  vedrà redire pura animuccia, silfide color di paradiso, a
bimbo, se tu se' un angelo scendi alla madre accanto e  lo  spirito affranto come una spiga invola.
segatura coperto per metà, e all'uscita da scuola nemmeno  lo  sguardano i bambini, mentre a una piccolissima che
vuoto un'allegria sempre riaffiorante, la corda che lega,  lo  spiraglio nel pozzo. Il bisogno di definirlo, quel vuoto,
nella negazione affermarsi. E i nomi: il leccio, la nuvola,  lo  storno, il motore che ronfa, il grido oltre il muro.
la confondono eppure la ua attenzione si è moltiplicata,  lo  sguardo si è fatto prensile, cpace di rischiare il
dei più per i viaggi spaziali. Dopo i grandi entusiasmi per  lo  sbarco sulla luna, sono in pochissimi a interessarsi alle
? * Che tu a noi non pensavi e che verresti tardi. * * Per  lo  ciel! mio fanciullo, perché così mi guardi ? E quel mostro
quando tu bussasti. * * Né tu ardisti affrontarlo, e non  lo  interrogasti? * Temea che, s'ei parlava, nostra madre
un fantasma non era. * Pur la madre nol vide... * * Essa  lo  avea nel core! Fratel, quando udrai dire questa parola : "
a quel mostro!... dimmi, non avea sulla faccia il pallore,  lo  scherno, l'inganno e la minaccia? * Era un mostro ti
il prossimo assalto? Gli altri, una moltitudine, in tanti  lo  abitano, a loro volta testimoni, residui di una storia
che la chitarra appesa mandi una nuova luce, e che  lo  specchio rifletta se stesso in un ombra chiara, e che
si era offerto di ospitarlo per qualche giorno. Quel tale  lo  ha lasciato sulla porta d'ingresso, sostenendo di non
questo mi piace. Per due volte è caduta la pianta che amo.  lo  però mi sono rifiutato di portarla dentro. Ho preferito
in piedi. Mi hanno detto che il vento rinforza le piante.  lo  come un padre in lotta con se stesso mi apposto dietro il
l'alito della morte. O mia ricchezza unica, o bimbo mio,  lo  sai tu chi son io? Sono il povero armadio e sono il tarlo,
e all'altare ricercherò di quando ero io pur bimbo  lo  sgomento e la gioia. Mi inchinerò dei serafini al nimbo
te vo' comperar domani un famoso gingillo? Non so se oggi  lo  vidi, o un altro giorno: rappresenta un pastore che
vi sta un ricco che mai messa non sente, e il curato  lo  danna senza fallo! -
amare, stanotte io feci un sogno fortunato ... e al dottore  lo  voglio raccontare; un bel sogno ... era un giovane soldato,
costui Cristo al diavolo non manda É paura d'entrambi che  lo  invade. Uscir? ... di fango sono un mar le strade, e le mie
che pecca assai nella sinistra parte; sono inezie,  lo  so, ma piano piano si sdrucciola nel falso e nel balzano!
crepuscolo a strisce, attraverso le persiane della camera.  Lo  stesso azzurro con le macchie scure delle piante sotto di
di pascoli lieti e voi lidi cospersi di faci, non sapete  lo  scopo sublime di cui Dio v'affidò la magia, quando disse
... di lassù qui mi canta le lodi della luna e del mar  lo  splendore; e qui, meco, sull'umile prora, qui sta Iddio,
tu sei mia! Io sospirava : amo, confido e credo ; il futuro  lo  sento, il Dio lo vedo!... O puri affetti, o rime pensierose
: amo, confido e credo ; il futuro lo sento, il Dio  lo  vedo!... O puri affetti, o rime pensierose di farfallucce,
coi fiori, coi versi e gli amori! Oblìa gli amici che han  lo  scherno in viso; non è un mar di amicizia il mio sorriso?
che fa, lassù a Milano? - Al prossimo di buona volontà  lo  vendo come l'ostriche e il merlano. - La gente crolla il
disperato e lontano e doloroso - gli passi accanto e non  lo  senti amare. Ma ancor fra gli altri uomini t'aggiri, con
gelosia crudele non pur di questo giovane e di quello cui  lo  sguardo concedi o la parola, ma d'ogni cosa che ti sia
son io di splendidi cieli e fronzute piante; mi annoia  lo  spettacolo di una beltà costante; venga il dicembre, ed
tornano le memorie del luglio e dell'aprile, a colorir  lo  stile del pallido pittor. E accosciata in un angolo al muro
vecchio come una quercia, e affranto come un sibarita. E  lo  sa Iddio se la mia perla fina, questa infelice giovinezza
mia, profanò la sua luce adamantina per bieca via!  Lo  sa Iddio se ho vegliato al mio gioiello, se mai vil senso
sull'agonia dell'universa luce alle parvenze del mister  lo  impalma, e a un altar malinconico lo adduce. Raccogliti,
parvenze del mister lo impalma, e a un altar malinconico  lo  adduce. Raccogliti, cor mio, povero core! Raccogliti, e