umani, li disciplini, li volga al bene. L'umiltà e la modestia permettono di vedere e apprezzare come segni della provvidenza anche le piccole cose del
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e a Raffaello, alla volta della Sistina e quella della Farnesina. Erano i venerati modelli dei manieristi; e Annibale dimostra che non hanno li hanno
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molto simile a quella che assumerà, di lì a poco, Giovan Battista Marino, quando polemizzerà contro i manieristi della letteratura e affermerà che la
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e Raffaello, ma non li capiscono; fanno pittura «di storia» ma la storia, per loro, è vana oratoria; stanno ai modelli, alle regole, alle teorie, ma
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naturale». Al posto di una tela, dipingerà su «pietra o materia che sorba li colori a fine che non ricevono lustro»; al posto di uno, eseguirà tre
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pensieri e li traducono in nobili immagini; i realisti, che non muovono da idee a priori, vivono fino in fondo l’esperienza esaltante del «fare la pittura
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essere umano e natura. Il modellato fluido e fremente fa sentire, insieme con i corpi, la luce e l’aria che li bagnano: la nostra immaginazione
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simboli quasi ermetici; mira alla massima contrazione spaziale, evita le masse, affila i profili e li espone a una luce radente, inverte spesso la funzione
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un ritmo alterno, più larghi e più stretti, elimina gli angoli perché il ritmo giri tutt'intorno, li trasforma in corpi convessi come se la
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luminosità del vano per dar valore ai diaframmi chiarissimi delle pareti e alla decorazione elegantissima che li adorna, quasi fingendo che i fedeli
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che non sia quello del proprio farsi. Non solo, ma ogni arte si restringe ai proprii specifici problemi e non li oltrepassa. Il tempo dell’artista
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