Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: li

Numero di risultati: 221 in 5 pagine

  • Pagina 1 di 5

Il Galateo

181049
Brunella Gasperini 10 occorrenze
  • 1912
  • Baldini e Castoldi s.r.l.
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
  • UNICT
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, frequentissimo, che non capisce niente e chiede in continuazione: «Cos'ha detto? Dove va? Ma quello è dei nostri o dei loro?». E ci sono quelli che

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capire. Chi ascolta in questo modo attivo e partecipe, non starà sempre zitto e con l'occhio vacuo, ma prima o poi farà spontaneamente qualche domanda

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restare con aria stupida a guardare il taxi che vi sfreccia incurante davanti al naso, con a bordo un passeggero piccolissimo e sogghignante. Gli autisti

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, beneducati, discreti: pronti a rispondere (magari a gesti se non sanno la lingua) alle domande di chi li prende a bordo, ma non ad attaccargli bottoni

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la signora che antepone l'ordine e la pulizia della casa al benessere e alla libertà dei suoi familiari, che li obbliga a mettersi le «gattine» sotto

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linguaggio normale, conciso ma completo: nei momenti di gioia o di dolore uno non dovrebbe star a economizzare qualche lira di congiunzioni

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esotismi, gli snobismi, i nomi impegnativi o celebrativi: una volta cresciuti, i figli non ve li perdonerebbero facilmente. Ad ogni modo, non è il

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, però, restare pietrificati come se l'amico (l'amica) fosse un fantasma, o scantonare in fretta, o passargli vicino voltando la testa per non

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In teoria, il perfetto o la perfetta padrona di casa, facendo le presentazioni, non dovrebbe limitarsi a dire due nomi e poi piantare l'uno

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sono anche quelli che non chiedono nemmeno l'invito: ti capitano addirittura in casa, e amen. Li chiamano «imbucati»: se ne trovano a mucchi alle

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Le buone usanze

195709
Gina Sobrero 2 occorrenze
  • 1912
  • Fratelli Treves, Editori
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
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di buon gusto non accompagna mai senza guanti una signora. Invitati a pranzo, i guanti si tolgono a tavola: gli uomini li mettono nello sparato del

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Sani, buoni, graziosi, essi sono senza dubbio il sorriso, la gioia della nostra vita; ma noi stessi sia per ignoranza, sia per vanità, li rendiamo

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Eva Regina

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Jolanda (Marchesa Plattis Maiocchi) 17 occorrenze
  • 1912
  • Milano
  • Luigi Perrella
  • paraletteratura-galateo
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capriccio, l' ozio, la noia, li hanno fatti incontrare, li hanno separati dagli altri, li hanno impastoiati in quella schermaglia in cui — entrambi lo

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minor età, se un caso qualunque vuole che li portiamo da un luogo all' altro, le regole del galateo: giacchè nulla di più insopportabile, nei vagoni, dei

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negli stabilimenti o negli Hôtels, a meno che i suoi bimbi non riposino a due passi da lei, sotto qualche custodia fedele. Li abitui a levarsi di buon

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abbastanza severo. Sono quelle che maltrattano i loro figliuoletti, che ne amano uno a preferenza dell' altro, che li spingono sulla via del male col

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dato degli anni di vita, quando li avemmo ottenuti si convertirono nell'origine delle nostre disgrazie, nel tormento crudele di tutta l'esistenza

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. Ecco poi gli aghi del chiostro, silenziosi, discreti, che durano anni : e gli aghi mondani delle artefici di vanità, che li dimenticano, li spezzano

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stagione, sono vani e malinconici rimedi che invece di riparare ai danni del tempo li rendono più palesi.

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dall'amore. Questi esseri che non hanno altro pensiero, fuori di quello dell'ardore che li attira l'uno verso l'altro, che separati vivono in una specie

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agli afflitti apre le porte d'oro del suo tempio ideale e quando non li fa creatori, li fa interpreti, li fa estimatori della bellezza vera. Dopo un

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ufficio, nell' anticamera di un medico, al camposanto, dappertutto dove le necessità comuni della vita civile avvicinano gli uomini, li mescolano

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MAL DI DENTI Un rinomato dentista mi diceva un giorno che se si cominciasse a nettare i denti ai bambini appena li mettono e se si facesse sciacquar

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protessero gli artisti, che li animarono,- che li aiutarono a sviluppare la propria personalità, a rivelarsi, non furono belle ma intuitive, cioè

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americane, da donne pratiche, pensano che i bei denti quando non li fornisce monna Natura, può fornirli un buon dentista; quindi vi ricorrono con tutta

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felicità. Il cavaliere che li portava ignorava i tormenti del dubbio, le tristezze del disinganno. L' argento esprimeva la gelosia: «Amo ma temo, amo

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, meravigliosamente. Otto giorni di vita comune li hanno rivelati reciprocamente più che un anno di promessa: ma, strano! si sono accorti che si trovano

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... Pietà di loro, non li destate !

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rispetto. Sia semplice, affettuosa, spontanea, come una sorella maggiore: ascolti, se è il caso, le loro confidenze, li consigli, se può, li diriga e

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XXIII Legislatura – Tornata del 18 maggio 1912

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Marcora 6 occorrenze
  • 1912
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
  • UNITUSCIA
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appena li avranno ricevuti.

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la legge che li riguarda, sia stata frustrata.

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danari perchè li date ad un morto.

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voto. Non vedo altri mezzi. La busta, a mio modesto avviso, per quanto è possibile, da una parte evita i segni di riconoscimento, o li rende molto

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Che se li avesse fatti per maggior tempo, egli si sarebbe persuaso che, senza offendere alcuno, anche ora i deputati ministeriali sono sempre un po

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«Il sottoscritto chiede d'interrogare li ministro dei lavori pubblici se vorrà revocare l'ingiustificato provvedimento di sospensione del treno n

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C'ERA UNA VOLTA ... :FIABE

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Capuana, Luigi 6 occorrenze

C'era una volta un contadino che aveva un campicello tutto sassi, e largo quanto la palma della mano. Vi era rizzato un pagliaio e viveva , da un

, sola sola, in una camera appartata e, un giorno il Re, un giorno la Regina, le portavan da mangiare in una cesta. Quando erano , sfogavansi a

soldo bucato era . - Soldaccio maledetto! Non ti voglio neppur vedere! E lo buttò nuovamente via dalla finestra. Ma la mattina dopo, torna ad aprire

, vestiamola come la Reginotta e mandiamola : l'Uomo selvaggio sarà contento. Trovarono una ragazza bella come la Reginotta, le fecero indossare uno

, quelle dell'albero che parlava. - Chi sei tu? Non rispondeva nessuno. La mattina, come aggiornò, vide vicino un bell'albero coi rami pendenti fino

canile. - Mamma cagna, mangiate; la mia vera mamma siete voi! La notte dormiva , con mamma cagna. Non c'era mai stato verso di indurla a dormire nel suo

IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA

683020
Bertelli, Luigi - Vamba 9 occorrenze
  • 1912
  • MARZOCCO Sessantunesima edizione
  • prosa letteraria
  • UNIFI
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secondo il proprio gusto, come farò io che, non avendo preferenze, li sceglierò tutt'e due.

parsa proprio una bomba; e poi per , tra la polvere, sotto 1a pioggia dei calcinacci che schizzavano qua e là si è creduto che rovinasse tutta la

semolino l'ha a noia come il fumo agli occhi; io, invece, li preferisco tutti e due, e siccome anche il dottore dice che tra i dolci i budini sono i più

voleva lasciar passare questi eresiarchi, come li chiama lei, e il babbo invece li fece entrare in camera dell'avvocato che mi fece proprio ridere perché

bussola ha soggiunto: - Lascia andare... Non si può entrare. C'è il notaro... fa il testamento... - Di a poco mio cognato se n'è andato nello studio

tutti, benché invece sia il più buon uomo di questo mondo, pieno di cuore e che vuol bene ai ragazzi e li sa compatire. Il signor Luigi, a quanto ho

, e da ultimo ha detto: - Ora il vaso è colmo. - E non mi ha detto più una parola, finché non siamo arrivati a casa. ho trovato la mamma e l'Ada

golosa lei di dolci che dieci ragazzi, e se li mangia tutti per sé. Se li tiene tutti chiusi nell'armadio e ce n'ha di tutte le qualità, ma se mi riesce

agguantato la traversa di legno che è in fondo, dietro il mantice, e mi son ficcato a sedere, come fanno i ragazzi di strada, pensando fra me