piedi. Si torse penosamente le mani e faticò a sillabare, con voce stenta: - E... e... cosa gli ha raccontato? - La verità. Che altro? - E lui? - E
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dai tarli, le poltrone di fine ottocento e tutte le altre anticaglie di lusso che la contessa Orisanda aveva via via accumulato nel corso della sua
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vero? Entro una settimana le faccio trovare tutto pronto: testamento, documenti, lasciti, donazioni... E poi, se volesse cambiare ancora qualcosa, son
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dirigere Villa Felice perché è un parente della contessa. E se l'ha potuto fare fino ad ora, vuol dire che ha imbrogliato le carte. - E chissà quante
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quell'uomo vanesio che le regalava odiosissime rose gialle e che cambiava la ragazza con la stessa noncuranza con cui si cambiano i vestiti usati. La contessa
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difilato. Non osava sperare, perché temeva di restare deluso. Ma non voleva neanche sapere, per tenersi strette le sue illusioni. «Sono tornato bambino
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Giungla. «Sono pazza» pensò con una sorta di segreto compiacimento. Deglutì più volte e cacciò giù quel grido con la saliva, temendo che le potesse
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non volevano tradursi in azione, rimuginando discorsi che le ritornavano giù in gola con la saliva, accumulando tensioni che poi a casa si scioglievano
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banco. - Fan pure finta di piangere... - Già, già... - s'intromise l'Ernesto. - Invece si fregano le mani. Sapete cosa valeva donna Giuseppa in case e
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definitivamente le staffe. - E poi, cos'altro ancora?
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le lenti, le inforcò, raccolse i fogli che il direttore aveva appoggiato sulla scrivania e cominciò a leggere attentamente.
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portò via il direttore, sparando ghiaietta con le ruote posteriori. - Mi sa... - fece il dottor Pastori, prendendo a braccetto Melchiorre. - ...Mi sa
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IL DOTTOR PASTORI fu di parola. Arrivò verso le dieci di sera, più elegante che mai. Spiegò alla Maria Pia che era atteso a una festa in casa di
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! - bofonchiò la Maria Pia, scendendo le scale senza troppa fretta. - Eh, che diamine... Proprio non si riesce a star seduti un momento, quest'oggi
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intanto io sterilizzo i biberon per la poppata. - Va bene. A chi tocca? - Amanda girò lo sguardo tra le culle, come se da lì qualcuno potesse risponderle
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Pinuccia, esitante. - Sicuro? Sicurissimo! Ho fatto le mie indagini, come aveva chiesto il professore. E questo è il risultato. - Se la ragazza è davvero
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marciapiede, il gestore del bar, qualunque fosse il posto dove adesso si trovava. Ma no! Le cose andavano in tutt'altro modo, di questi tempi. La gente
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, capisci? - Sì, dottore - disse lei, guardandolo dritto in viso. Il dottore, come per farsi perdonare, le diede un buffetto sulla guancia e ingiunse
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Indice Antefatto...7 Parte Prima: IL FUTURO DIETRO LE SPALLE...13 1. Esame d'ammissione...15 2. Iniziazione...23 3. Il risveglio...29 4. Ora di
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alla turnazione e il rispetto della puntualità nel liberare le aree comuni quando stabilito; d) la sollecitazione a tenere nelle stanze solo gli
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- SALVE! - Un vecchio magro e ossuto si avvicinò al professore, porgendogli la mano. - Se le mie informazioni sono esatte, tu devi essere Virgilio
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entrò nella camera e si diresse automaticamente verso le finestre. Un paio di braccia robuste afferrarono uno dopo l'altro i saliscendi e tirarono su
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IL VASTO REFETTORIO era già pieno quando il professore vi fece il suo ingresso. Da una parte gli uomini, dall'altra le donne: come una volta in
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inselvatichiti, avevano stretto amicizia con le erbacce e i rampicanti d'ogni tipo. Il parco di Villa Felice sembrava adesso a un bosco, o meglio a una giungla
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dica e in fretta. Gli altri possono pure tornare nelle camere. Alcune mani si alzarono esitanti. - Bene. Vediamo subito. Lei, dottor Pastori, scriva le
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che le avessero voluto un gran bene, quand'era viva, perché donna Giuseppa aveva sempre tenuto con loro quell'atteggiamento di superbo distacco che è
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rimaste dall'autunno. Sotto quel tiepido cielo azzurro gli alberi, i cespugli, le siepi, i rampicanti gonfiavano le gemme, ansiosi di ricominciare, e
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primo che le venne a tiro e lo condusse via. Gli altri, con il pensiero ancora là, nella spaventosa caverna di Polifemo, si avviarono lemme lemme verso
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, stuzzicandole dolcemente le guance paffute. - Biribiribiribi! Ecco, guardate: mi ha sorriso! A me, proprio a me... Bella ciccina! - È un fiore
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Era una ninna-nanna così dolce che si addormentò perfino l'Attilio. E perfino Argo si addormentò, ronfando tra le braccia del suo padrone.
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Pinuccia, che teneva la piccola tra le braccia. - Bisogna cambiarla, se no si mette a piangere... - Lascia, che ci penso io! - intervenne la Celestina
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angolazione. La veda come un buon investimento. La pubblicità promette, ma non è necessario che mantenga. - Però costa. - Certo. Ma le assicuro che quei soldi
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piegata in una smorfia, le narici vibranti di disprezzo. Con calcolata lentezza avanzò fino al centro della stanza, implacabilmente sicuro di sé. I
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sia l'eccezione? Che abbia percorso le strade della vita senza mai schizzarsi le scarpe di fango? - Ah, certo - riconobbero gli altri. - Figuriamoci se
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