, come quando il paesaggista dipinge lo sfondo di un quadro di storia o il figurista le macchiette in un quadro di paesaggio, etc. L' arte è concepita
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genericamente settentrionale; ed ha, all’origine, una motivazione religiosa come ricerca di un’arte che, senza pretendere di rivelare o spiegare le verità
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Cinquencento. Si dedica alla tecnica dell’incisione, se ne vale per riprodurre criticamente le opere dei maestri, del Correggio e dei veneti, specialmente
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Luca (1592) Annibale fa opera di sintesi: parte dall’impianto veneto per masse tonali giustapposte ma, seguendo esempi correggeschi, sporge le figure
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liberazione da tutte le regole: gli scomparti si succedono ritmicamente, più larghi o più stretti, ora sfondando la volta, ora sovrapponendosi ad essa
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storia gloriosa come quella di Roma gli umili sono eroi. San Rocco è un condottiero che distribuisce le ricompense alle legioni: le donne sono matrone
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Con ANNIBALE la riforma carraccesca oltrepassa le iniziali motivazioni religiose: non si tratta più di verificare e utilizzare i mezzi espressivi
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fermarsi, a considerare analiticamente le singole immagini, a indagarne il significato. La stessa immagine che colpisce l’occhio con la bellezza del
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Tanto Annibale che il Caravaggio combattono le regole dei manieristi romani: Annibale per una maggior libertà, il Caravaggio per un più aspro rigore
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volgono sorpresi, tranne l’avaro che conta i soldi, come Giuda i trenta denari. Con Cristo e San Pietro entra una lama dura di luce: investe le figure
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studiare da vicino — sono parole sue — le opere dei maestri antichi e moderni e perfezionarsi sul loro esempio». E al servizio di Vincenzo Gonzaga, non
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senza limitare, anzi incoraggiando le ricerche originali. Nella sua non lunga attività, Caravaggio pone problemi, non offre soluzioni valide per altri che
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esperimento di coniugare il rigoroso realismo caravaggesco con le allegoriche poesie barocche. Trapasso che sarà assai più facile, ma molto meno impegnativo
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piani paralleli e successivi che spingono in avanti le figure; non da luogo a larghe stesure di colore, ma si frange in rivoli, filamenti, grumi di
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Anche nei confronti di Annibale ha le sue riserve. In un quadro mitologico, Atalanta e Ippomene, inscrive le due figure in corsa in una precisa
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capitali: il Seppellimento di Santa Petronilla, per la basilica vaticana, e le allegorie del Giorno e della Notte, nel Casino Ludovisi. Si forma la
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per una figura di Santa Cecilia fedele come un calco, devota, e commovente nella estrema semplicità, e il veneto CAMILLO MARIANI (1556-1611), le cui
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, rappresentata simbolicamente attraverso i segni del martirio» (Fagiolo). Tra i vuoti prospettici dei quattro bracci si spingono innanzi le facce trasverse dei
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Rientrano nella decorazione interna di San Pietro, aggiungendo personaggi allo spettacolo, le tombe monumentali dei papi (Urbano VIII, 1628-47
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in ellittica e suggerendo un’ulteriore espansione, a raggiera, con le prospettive delle quattro colonne allineate in profondità. Di tutte le
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Le navate, con la loro corsa prospettico-luministica, raccordano lo spazio esterno, aperto, con la zona piena di luce alta e costante, quasi astratta
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, come un fondale arioso, che «ingrana» lo spazio antistante con le membrature aggettanti e poi lo accoglie nei grandi vuoti del portico e dei loggiati
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, restauri. Bernini vorrebbe poter modellare tutta la città con le sue mani, come fosse un’immensa scultura. Le chiese progettate nella sua maturità
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massima espansione spaziale, muove grandi masse di luce e di ombra, sfrutta le possibilità illusive della prospettiva. Il Borromini si esprime per
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fondamento nella storia. Il Bernini possiede tutte le tecniche, il Borromini è soltanto architetto. Le tecniche del Bernini discendono da un’idea, realizzano
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Carlo alle Quattro Fontane (1634-37). Riduce lo spazio, già esiguo, con le forti colonne del portico; evita la simmetria e distribuisce gli intervalli con
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Nell’oratorio dei Filippini (1637-1643) il piano della facciata è concavo: di modo che le lesene appaiono sempre di spigolo e in una condizione di
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della città. Nei suoi vasti complessi edilizi, alle Quattro Fontane e ai Filippini, affronta da architetto "pratico" le questioni funzionali; ma il tono
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trova alle prese con un grande spazio, di cui non può mutare né le misure né il perimetro. Chiude le antiche mura come in una teca, sfrutta tutta la
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Non vi sono più tipi costruttivi, modi abituali di distribuire le parti dell'edificio secondo l’equilibrio dei pesi e delle spinte: la costruzione è
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galleria Farnese, la pittura imita l’architettura (la finta trabeazione) e la scultura (le cariatidi a finto stucco, i medaglioni dorati): ma qui tutto
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Il Cortona è ancora maggiore come architetto. Se, come pittore, mira a sviluppare tutte le possibilità di un binomio Raffaello-Tiziano, come
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A CARLO RAINALDI (1611-1691) si deve la sistemazione dell’ingresso a Roma dal nord con le tre vie (di Ripetta, Lata o del Corso, del Babuino) che
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chiesa di Sam Marcello al Como (1683) è sciolta, ariosa, pittorica. Tra le due ali laterali e il corpo mediano non v’è altro raccordo che un elemento
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simbolico- allusivo della colonna (la saldezza della fede, sostegno della Chiesa). Le colonne, ripetute come i versetti di un salmo, sono libere e
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Sono stati giustamente notati (Rosemberg) espliciti riferimenti al Rubens, le cui opere certamente Poussin conobbe: ma è innegabile che le due
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le rovine monumentali di Roma, ma come esse appartiene a un’altra dimensione dello spazio e del tempo, al passato. Il classicismo, per Poussin, non è
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partenopeo (1607; 1609-10), lascia a Napoli un numero consistente di opere, tra cui la Flagellazione e le Sette opere di misericordia (entrambe pagate
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La tendenza naturalistica ha un esponente di levatura europea, tra Velazquez e Le Nain, in un anonimo pittore, chiamato il MAESTRO DELL’ANNUNCIO AI
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una troppo facile armonia nello sfumato in cui immerge le sue leziose figure nude; OTTAVIO VANNINI (1585-1643) e CECCO BRAVO (1601-61) non escono da un
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stato allievo dello Scamozzi e si ricollega così al Palladio; come dimostrano le sue ville in terraferma, è soprattutto un architetto pratico che non
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Le opere principali del Guarini a Torino sono: la chiesa di San Lorenzo, la cappella della Sindone in duomo, il palazzo Carignano, il palazzo ora
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Dopo la battaglia di San Quintino Emanuele Filiberto di Savoia e, poi, Carlo Emanuele I creano le strutture politiche, economiche e culturali di
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occasionalistica del Malebranche. Si spiegano così quelle che possono parere le folli audacie o le bizzarrie costruttive: i piani inflissi come pergamene al
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Nel tessuto urbanistico della città, uniforme e geometrico, le cupole e le facciate del Guarini inseriscono d’un tratto una nota acutissima, saliente
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dalla Chiesa, per la struttura tradizionale della società, le resistenze sono più forti; e le nuove idee sull’arte sono spesso costrette a farsi strada
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minuti, un decreto reale; quella di palazzo Madama, con le grandi vetrate tra le colonne e le lesene dell’ordine unico, ha la solennità semiseria di
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Roma diventa una città alla moda, frequentata dal bel mondo di tutta l’Europa. Ha le rovine dell’antichità, il paesaggio «mitico» dei laghi, il
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quello spazio e impegnarlo nell’alternativa vuoto-pieno delle finestre. Palazzo Corsini è in una via: la veduta prospettica è obbligata, le lunghe file
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il simbolo della morte e della tomba è la piramide (le scoperte di Champollion avevano da poco dato principio all'archeologia dell’antico Egitto); e
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