Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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L'idioma gentile

208849
De Amicis, Edmondo 49 occorrenze
  • 1905
  • Fratelli Treves Editori
  • Milano
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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sacra milioni e milioni d'esseri del nostro sangue, dei quali, per secoli; ella espresse il pensiero, e le sue sorti furori le sorti d'Italia, la sua vita

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: - Vedi - mi disse - in queste cinquanta terzine, oltre le stupende bellezze d'invenzione e d'armonia, in quanti diversi modi son dette mirabilmente cose

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Un metodo, io? Ma le pare che un arruffone par mio possa avere un metodo? Io non sono che un dilettante, che studia la lingua per ispasso, in una

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- È uno studio di parole, insomma; che cosa importano le parole? - Che cosa importano le parole? Questa è grossa, mi perdoni. É come dire: - Che cosa

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, contiene quasi tutta la lingua; ma anche perchè mi diletta l'immaginazione, senza turbarmi l'animo, non movendo in alcun modo le passioni; dalle quali

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poi facilmente, le voci e le locuzioni che ci riescono nuove e che ci vogliamo appropriare, cercando di fissarcene nella mente, senza l'aiuto della

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. Fra le più belle, che non riuscimmo mai a fargli smettere, c'era voce stentorea per voce stentata e aureola per arietta. - Tirava un' aureola

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genere della lettera a cui s'accenna. Nota anche quel P. C., per congratulazioni o condoglianze. Siccome le condoglianze si fanno quasi sempre per morti

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, la brevità, l'esattezza del linguaggio, son loro, che hanno molte cose da dire e importanti e non facili, e le hanno da dire alla lesta, a gente che

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della Pachetta. Ci son balenati dinanzi Attilio Regolo, che con le palpebre arrovesciate, spasimando, guarda il sole, e Carlomagno circondato di

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stentóreo, e qualche volta anche Satiro per Satiro, santissimi numi! E come sono efficaci le maniere: - LEVAR DI PAN DURO -, per mangiar molto, non lasciar

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sottintesa: parole che si sentore dire sovente nelle conversazioni della gente colta o mezzo colta, e che spessissimo si leggono nei giornali; le

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riesce, si dice a chi ha le mani aggranchiate dal freddo. E giusto, mostrami la mano: questa pellicola staccata dalla carne vicino all'unghia si chiama

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, passare il pétaso alato di Mercurio, Psiche spiar le forme dell' amante incognito, Ulisse sterminare i Proci, Teseo giustiziare Procuste, Pirra far degli

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- Lo credo anch'io una buona cosa; ma allo studio della lingua non ci ho attitudine. - Oh bella! Che risponderebbe lei a chi le dicesse: - Non son

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anche nel senso di ninnolare, divertir con ninnoli. - PIANGERE. Di un vestito che non si confà a una persona si dice con traslato felicissimo che le

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Da quest'ultimo esempio possiamo prender le mosse a una corsettina allegra, per vedere una quantità di modi proverbiali e di motti e d'esempi lepidi

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PRATICA. E qui ammonisco me stesso: - Si ricordi bene, signor E. D., che si dice far LE PRATICHE da avvocato, e non la pratica, come dice lei, e far

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presentavano, durante la lettura, un'altra fuga ammirabile d'immagini, di là da quella che tu vedevi con me, seguitando le mie citazioni. E ho tralasciato voci

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consapevoli, e donde non esce se non quando è chiamato fuori da certe idee, con le quali e legato da fili sottilissimi, invisibili, per così dire, al

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- Ci ho pensato molte volte, mi ci metterei; ma ho altro da fare, mi manca il tempo. Non le può mancare. Non c'è altra materia che si presti meglio a

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pericolo: il pericolo d'un così brutto malanno, che se io avessi anche solo un leggerissimo dubbio di potertelo tirare addosso con le mie esortazioni

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Fu forse l'ultimo dei veri, grandi, formidabili pedanti italiani; per i quali io non capisco come non sentano ammirazione anche i loro avversari e le

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s'imprimono nette tutte le parole dello scritto su cui lo premi, e vedi poi, quando è un pezzo che l'usi ed è già nero in gran parte, come le parole vi

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- Lo studio della lingua è per le teste piccole, che, non avendo idee, hanno bisogno d'imparar parole.... - Lo crede davvero? Veda come andiamo

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Mi dice un giovinetto, con accento d'alterezza: - Io studio le lingue straniere. - Vuoi dire con questo che ti preme più di saper le lingue straniere

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imparare, le dico che ella vive in una grande illusione, salvo che li legga principalmente con quello scopo, ossia badando più alla ferma che alla sostanza

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? Porrà tanto studio a camminare con grazia e nessun impegno a parlar con garbo? Cercherà con tant'arte di modular dolcemente la sua voce e non le

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Ritorno a te, giovinetto. Hai visto che cosa s' ha da rispondere a chi dice: - Che importano le parole? - A quella risposta debbo fare un'aggiunta

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proposito gioverà più che altro la consuetudine, che tu devi prendere, d'osservare la scorrettezza, la rozzezza, lo stento, le infinite miserie e

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Le Sue qualità più notevoli erano un profondo disprezzo per l'arte della parola e un grande amore per la pesca con l'amo; il quale amore derivava in

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meccanica necessaria al parlar bene, che è come un comporre all'improvviso, non troverà lì per lì le parole proprie, snaturerà il proprio pensiero

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tutte le volte che ci hai tempo, e non tarderai a ricavarne un profitto maggiore di quello che t'immagini, perchè ti riuscirà di dir meglio che per il

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anarchia. Girando per le stanze, feci ai tuoi figliuoli molte domande, e sentii che a quasi tutte le cose dànno il nome dialettale o francese: chiamano

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andiedi e stiedi , e li fiori e li cavalli, e le mela e le pera, e subito che per " poichè - e al contrario per " d'altra parte - e apposta per " appunto

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latineggiante io sia un po' innamorato: a te che qualche volta, parlando italiano, alzi le scale invece di salirle, e culli il tuo fratellino per dormirlo, e

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servirsi di vocaboli e di frasi poetiche, anche nei discorsi famigliari, per dir le cose più usuali e più semplici; è l'usar locuzioni e costrutti del

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! T. - ....che sembravano assopiti.... P. - ....parevano addormentati, se non le par troppo comune. T. - Sostai.... P. - Si soffermò.... T

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Le avevan messo questo soprannome perché il bel modo letterario a ogni piè sospinto era uno dei fiori più frequenti del suo linguaggio abituale

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, necessarie, italianissime. Per esempio, userebbe le parole rimpulizzire, spericolarsi, spiaccicare, stintignare, baluginare, che in certi casi

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suonano come note di canto, se le dolci noi inaspriamo pronunziando delle s che sembrano fischi di serpenti, se fiacchiamo le forti scempiando le consonanti

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vérde, frésco, césto, Róma, dóno, enórme, e le desinenze degli avverbi in ente, che sono uno degli orrori della nostra pronunzia, veramante! E a dare il

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le scorie idiomatiche che gli stessi toscani colti ributtano. Aveva fatto là una gran retata d'idiotismi e di vezzi di lingua mercatina, come se la

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piccole contrarietà non lo correggevano. Egli, seguitava a ingollar le c e a profondere i te sempre più allegramente; e con maggiore esagerazione e a voce

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di lingua che non e la terza parte di quello che le sarebbe necessario per parlar bene, un piccolo corredo di vocaboli e di frasi, che le servono a

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vocaboli e quelle locuzioni che mancano generalmente all'italiano parlato fuor della Toscana. Gli uni e le altre si possono cercare ad un tempo; ma sarà

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riguardo ai vocaboli. Darò alla tua domanda cinque risposte, le quali mi furor date (quattro per iscritto e una a voce) da cinque studiosi, che interrogai

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valore d'ogni frase e d'ogni voce. Così le mie note linguistiche sono sparse in centinaia di volumi, e questa, a mio giudizio, è la maniera più

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dispongono i libri nelle biblioteche, per ordine di materie. Mi fissai prima una serie di titoli, sotto i quali potessi raggruppare tutte le voci e

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