Saprei, occorrendo, dove metter le mani; sono di casa
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Voi avete quello della Sparaogna! Rammento quando venivamo qui a far le serenate... C' era sempre il fiasco dietro, per annaffiare la gola di colui
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Ora hai il laccio al collo, Cola mio! Ti sei impiccato con le proprie mani!
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(Le presenta un bicchiere di vino che lana assaggia appena).
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(battendo le mani).
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(con aria stizzita, masticando le parole).
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Niente! È la Caristia... Non le diamo retta...
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(Tentando di unire le mani di Iana e di Nino).
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(battendo le mani).
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(battono le mani).
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(battono le mani).
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Le due sorelle non si possono spiccicare!
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(Si copre la faccia con le mani e frena a stento i singhiozzi).
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(seduto, con le mani su le ginocchia e il capo chino).
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Sempre così!... Subito le vengono le lagrime agli occhi!.. E poi quelle convulsioni!...
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Le viscere?
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(si dà con le dita d'una mano su la bocca).
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Il peggio é che non le si può più ragionare del matrimonio!
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Basta che le dia un'occhiata...
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Verrà tua sorella, tuo cognato, le Nigido, la zia Santa con le figlie, e quel povero Nino, che tu tratti come se non dovesse essere tuo marito fra
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Non le si può cavare una parola di bocca!...
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(Con voce cupa e torcendo il collo e le labbra),
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Che dicono le fave, massaio? Non ne corrono più di quelle bone d'una volta!...
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(Siede, accanto alla finestra, coi gomiti su le ginocchia e la testa tra le mani).
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(si alza con uno scatto; tendendo le braccia alla immagine dell'altarino).
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Come? Nedda non è ancora qui? Ha le lune oggi. Come state, cognata?
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Per questa croce di Dio, ha torto... Le voglio bene più degli occhi miei... Anche voi mi siete contraria?... Ed io che ho sempre il vostro nome su le
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(Pausa. Poi le si avvicina, e le parla quasi sottovoce, a intervalli, con accento di mano in mano più insinuante).
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(Si lascia cascare su la seggiola, china, con la faccia tra le mani).
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Vi siete ficcati tutti qui!... Di là c'è la zia Santa con le figlie... Ho visto le Nigido per strada... Non le fate entrare in questa camera; non
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Chi soffia nel fuoco?... Chi? Non ho occhi forse?... I mali compagni... la taverna... le donnacce... le invento io?... Sono forse una grulla, da non
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(entrando, con lo scialle su le spalle; a Cola).
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Non seccarla... Quando le prende a quel modo... Lo sai...
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(tendendo le braccia fuori)
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(portando le mani alla gola).
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Ora sta meglio comare lana... Queste nozze ce le mangeremo presto?...
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Avete le febbri?
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Faccio le corna! Andiamo, compare Cola.
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(turbatissima, frenando le lagrime)
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Quasi le avessi fatto qualche offesa!
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È guarita, si, come ti dicevo; ma se le si parla di matrimonio...
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Lo so che non le hai fatto nulla! Anzi! Un altro a quest'ora...
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(atterrito, portando le mani ai capelli).
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(gli bacia ripetutamente le mani).
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Per le anime sante del purgatorio!
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(mordendosi le labbra).
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(Smaniando e tastandosi le tasche, dove non trova il coltello).
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Date qua. E le bottiglie?
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Eccole. Vado a prendere le altre.
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Badate! Le imprecazioni, tosto o tardi, arrivano.
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