Una nostra batteria riuscì con tiri aggiustati ad incendiare le armature che il nemico stava erigendo per riparare le cupole del forte di Doss di
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Sull’altipiano a nord–ovest di Arsiero l’artiglieria avversaria si accanì invano contro le nostre posizioni del Monte Maronia, le quali restano
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Durante la stessa notte, forze nemiche pronunciarono due attacchi contro le nostre linee nell’alta valle della Rienz, ma furono entrambe le volte
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Sull’altipiano a nord–ovest di Arsiero l’artiglieria nemica insiste nel bersagliare le nostre posizioni di Monte Maronia, contro le quali fece fuoco
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Sono confermate le notizie di gravi danni arrecati dalla nostra scorreria del 14 contro le opere di difesa nemiche sulle posizioni dominanti la conca
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Le operazioni hanno ottenuto maggiore sviluppo nella zona del Cristallo, ove l’asprezza ed il frastagliamento del rilievo e la relativa frequenza dei
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In Carnia il nemico, spingendo avanti al coperto le proprie artiglierie, riuscì a lanciare alcuni proiettili incendiari e granate asfissianti sul
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Albania: Nella giornata del 6 le nostre artiglierie dispersero nuclei che, adunati presso Hambari (destra della Vojussa), molestavano col fuoco le
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Albania: Allo scopo di meglio assicurare la fronte meridionale della piazza di Vallona, le nostre truppe occuparono ieri senza incidenti le alture di
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Sul Carso le nostre fanterie proseguirono gli attacchi contro le linee nemiche ad oriente del Vallone.
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Nel pomeriggio, sotto pioggia torrenziale, le nostre fanterie assalirono le posizioni dell’avversario ad oriente del Vallone, conquistando varie
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Sul Carso, respinti nella notte contrattacchi dell’avversario, le instancabili nostre truppe ripresero ieri con rinnovata energia l’attacco delle
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Sulla fronte Giulia continuò ieri il duello delle artiglierie con particolare intensità nella Conca di Plezzo, ove le nostre fanterie eseguirono
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Nella giornata le truppe attesero a rafforzare e ad ampliare le linee raggiunte. Lungo tutta la fronte dal Vippacco al mare continuò vivo il duello
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Le nostre artiglierie bombardarono le posizioni nemiche a nord est del Cauriol (Valle di Fiemme) nel Vallone di Travenanzes (Boite) e colpirono più
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261 nostri velivoli hanno partecipato ai combattimenti bersagliando le truppe e le retrovie nemiche.
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Nella giornata di ieri continuammo nella energica nostra pressione a nord–est di Gorizia, tenendo sotto intenso fuoco di interdizione le linee e le
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Nella giornata di ieri il nemico tentò vari attacchi, subito repressi, contro le nostre linee dell’altipiano di Bainsizza, portando poscia il suo
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Macedonia: Nella giornata del 23 le nostre truppe, continuando ad avanzare in stretto collegamento con le forze alleate, hanno vigorosamente
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Le nostre colonne incalzando le sue retroguardie occuparono il dì seguente Kruscevo e il 27, nonostante le difficoltà del terreno avevano superato
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Le ostilità sono sospese.
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— So’ ttoste come le pietre ’ste cerase! — Senza l’amico! — Le Ravénnee! — De Ravénna, le cerase! ecc.
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Anticamente pe’ llibberasse casa da li bbagarozzi, da li sorci, da le tarle, da le cimicie, ecc. ecc., se chiamava er prete che in cotta e in stôla
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— So’ mmatuuree le sóorbee! — So’ mmatuuree le nèspole!
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Si prende il bambino sotto le ascelle, e facendolo dondolare, si canta: "Dindoló, dindoló, Le campane de San Simó’, San Simó de le Copèlle, Dà la
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Le ragazze che giuocano si prendono per le mani e formano una catena. La mamma e il capo-giuoco si pigliano per le mani e le alzano tenendole tese
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Tre o quattro ragazzi posano ciascuno le proprie mani alternativamente e ordinatamente l’una sull’altra sopra la gamba d’uno di loro, o sopra il
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di mòre: — Le mòoree faattee: chi le magnaa le móoree!
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Giuoco che consiste nel ripigliare col dorso della mano o le nocciuole o le noci o le monete che si son tirate in aria con la stessa mano. Colui che
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Si piglian le due manine del bimbo, e si battono palma a palma dicendo marcatamente: "Sbatti le mano ch’ècco la micia, La spagnôla senza camicia: La
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M’ariccontava mi’ nonna (bbenedetta sia!) che a ttempo suo, tanto le zitelle che vvoleveno trovà’ mmarito, tanto le donne maritate che vvoleveno fa
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Da quanno se legheno le campane infinenta che nun se sciòjeno, ossia dar giovedì ar sabbito santo, er mezzogiorno, l’ore de la messa e dde ll’antre
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Quanno e ccome er Papa le mmalediva. Ortre a li rimedi che vv’ho ddetto prima, pe’ scongiurà’ le streghe, ce ne so’ ttanti antri che li leggerete in
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Intratanto che scopate casa state bbene attenta a nu’ scopà’ ssu li piedi de le zzitelle e dde le vedove, artrimenti quelle poveraccie cureno e
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Contro le còliche, le tirature, li dolori e er calore all’ùtero fanno bbène le lavanne d’acqua de marva bbollite co’ la capomilla e un tantino de
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Anticamente, le povere moje che ereno martrattate da li mariti, se strascinaveno in ginocchio o a ppecoróne da Santa Prudenziana a Ssanta Maria
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quegli anni durante i quali si ricevono le più forti impressioni, sotto il regime dei Papi, rammenta, come se vi assistesse ancora, le pompose feste, forse
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Ne le du’ sere der gioveddì e vennardì ssanto, li pizzicaroli romani aùseno a ffa’ in de le bbotteghe la mostra de li caci, de li preciutti, dell’ôva
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, allora è ssegno sicuro de temporale. Ma nun è gnente; a le vorte, er sôno solo de le campane de le cchiese, abbasta a scongiurallo.
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stà a la Santa Casa, nun solo è bbôno a ffa’ ffinì’ er temporale, ma vve guarda da le porcherie, e vve sarva anche da la grandine le campagne
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In questo giuoco le bambine che vi prendon parte riproducono tutti gli usi che accompagnano la nascita di un bambino. Una delle fanciulle si mette un
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Va attorno con un gran canestro appeso al braccio, o con un carrettino a mano, e urla come un dannato: — Le pataaate! Le cucuzzee! — A 20 a ppavolo
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A Roma, er primo de ll’anno se màgneno le lenticchie e ll’uva; perchè chi mmagna ’ste du’ cose, dice, che cconta quatrini tutto l’anno. Er ggiovedì
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— Lacci pe’ le scarpee!
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de Padova protègge tutte le bbestie da qualunque siesi malanno; e ll’ómmini da le cascate. Santa ’Pollonia ce guarda dar male de li denti. Sant’Irena
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, stesi per tera, er mozzarólo s’appostava, le domeniche a mmatina, pe’ le piazze e ppe’ le strade indove li villani e li bburini bbazzicàveno, pe
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— Le mmàndole capate, un sórdo trenta!
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Le vipere e le serpe velenose, quanno vanno a bbeve, prima de bbeve depositeno sopra un sasso er veleno che cciànno in bocca, per ringozzasselo doppo
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Giuoco che si fa da due soli ragazzi, i quali si volgono le spalle, l’un l’altro, e intrecciate scambievolmente le braccia, s’alzano a vicenda
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Pe’ ’sto ggiòco, vvedi in de ’sto medemo libbro le: Regole p’er giôco de la Passatella. Prima che io le spubbricassi, a Roma, se diceva che ’ste
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