, lascio la questione insoluta, e mi limito a parlare del modo col quale deve contenersi l'uomo educato quando, lasciata la propria casa, ricorre
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medio evo lasciò il posto all'età moderna. Nel 500, nel 600, nel 700, se pure si cominciò ad avere un po' più di cura della persona, a lavarsi le mani
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Nella zona del Carso, la notte sul 17, il nemico tentò due piccoli attacchi: fu respinto e lasciò nelle nostre mani alcuni prigionieri.
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Un velivolo nemico lasciò cadere una bomba sulla nostra stazione sanitaria di Begliano: fortunatamente non si ebbe a lamentare alcun danno.
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nostra ala sinistra; ma fu egualmente ricacciato e lasciò nelle nostre mani alcuni prigionieri.
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Un velivolo nemico lasciò cadere tre bombe su Tonezza; nessuna vittima e nessun danno.
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per più vie di sfuggire all’accerchiamento; lasciò però nelle nostre mani 5 ufficiali, 118 uomini di truppa e grande quantità di munizioni, bombe a mano
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Ovunque il nemico fu ricacciato e lasciò nelle nostre mani alcuni prigionieri.
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Prima Lunetta e Malga Cenon. I nostri contrattaccarono e misero in fuga l’avversario che lasciò un centinaio di cadaveri sul terreno e 35 prigionieri
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violenza. Fu ogni volta ributtato con gravissime perdite e lasciò nelle nostre mani circa 300 prigionieri.
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conquista dell’altura di Quota 694 a nord di Ghisi. L’avversario subì perdite e lasciò nelle nostre mani una trentina di prigionieri, dei quali 3 ufficiali.
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vetta del Gardinal ergentesi a 2456 metri a nord–est di Cauriol. L’avversario oppose tenace resistenza e lasciò numerosi cadaveri sul terreno e alcuni
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(Adamello) provocò vivace lotta finita con la cacciata dell’avversario che lasciò sul terreno numerose perdite.
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e lasciò sul terreno cadaveri, armi e materiali.
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Alla testata di Val Seren (nord del Grappa) il nemico tentò invano l’attacco contro nostri posti avanzati: venne respinto con perdite e lasciò nelle
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, visse dal 1482 al 1499 a Milano quale ingegnere del Duca Lodovico Sforza. Genio universale, lasciò opere d’arte immortali e germi di concezioni
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dal Re di Francia Francesco I, visse dal 1482 al 1499 a Milano quale ingegnere del Duca Lodovico Sforza. Genio universale, lasciò opere d’arte
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