racconto dove meglio ella ha saputo fondere la descrizione e l'analisi,, . "Se a questo volume di Racconti si volesse contrastare ogni altro merito, ne
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la zia Nena. - A carnevale, se Dio vole - rispose la Caròla, mamma dell'Assuntina - la roba è quasi tutta punta, e nessuno ci ha messo le mani
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La strada fu molto più triste e silenziosa di come l'avevano rifatta poco prima, benchè dai campi popolati arrivassero spesso gli allegri canti dei
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Quando alla massaia Santa ebbero portata via la sua creatura, morta di difterite in ventiquattr'ore, fu una vera tragedia; non c'era verso di
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procaccia; me ne vado a Firenze al servizio: perchè non ci vieni anche tu? La Virginia rimase interdetta. - Non ci aveva mai pensato..... no, no.... lei
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Tonio e la Santa intanto principiavano a pensare alla dote e al corredo per la Virginia, perchè ormai, se capitava una buona occasione, era tempo di
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L'impressione, che la gentile e bella città produsse sulla Virginia, fu straordinaria, indescrivibile. Le prime volte che uscì di casa, rimaneva così
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; ora nello studio dove Ettore, con un pretesto o con un altro, attirava la Virginia trattenendovela più che poteva. L'Assuntina lasciava correre: quei
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Per tutta la strada la Virginia non aprì bocca. Tonio la guardava dí sottecche, confuso di averle dato quel gran dispiacere, ma come poteva
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, insieme con la sua povera mamma, che ormai la Betta si era persuasa d'essere una creatura inutile, anzi nociva, un "mangia pane a ufo,, , come la
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Pochi giorni dopo, l'ebbe davvero le notizie, da Cencio, mentre vangava. - Ma dunque, eh? L'avete avuta la brutta nuova? Bista alzò il capo, col
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L'Annaccia . . . . . . . . . ˮ 61 Povera Sara . . . . . . . . . ˮ 87 A veglia . . . . . . . . . . ˮ 103 La citta di nessuno . . . . . . ˮ 135 Predestinata
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casuccia, la ragazza stava seduta al sole, bianca bianca; e la su' mamma, ritta di dietro, cercava di strecciarle i capelli tutti arruffati come una
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mezzo un mistero, qualcosa d'incomprensibile. Aveva tanto lottato prima di prendere quella determinazione! Certo, Maria non era la donna adattata ad
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La Pudda stava per maritarsi: sicuro e non con massaru Turi, dopo sette anni che se ne parlava. E sapete perchè il matrimonio era andato all'aria
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- Passa l'Annaccia! passa l'Annaccia! Era il grido pauroso che si sentiva di quando in quando a traverso la campagna, ripetuto da una casa all'altra
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La chiamavano la Gegia pizzicata, perchè aveva il viso butterato dal vaiolo; questo però non impediva che avesse il damo. Dovevano sposarsi a Pasqua
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E Bista, un bel pezzo di diavolo, gongolava con gli occhi lustri ridendo sotto i baffi. Nonostante i segni del vaiolo, che la avevano un po
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La vedevo ogni mattina, alla cantonata dello stretto vico, dov'era la sua povera casuccia, e mi salutava con un voscienza benedica, pieno di grazia e
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Il giorno dopo, aprendo la finestra della camera a pianterreno, m'accorsi di un insolito viavai, di un parlar concitato di molte donne, che parevano
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