Il vecchio con lacrime agli occhi balbettò essere di San Giuseppe d'Ottajano, chiamarsi Francesco Jervolino; aggiunse d'essere fuggito come un pazzo
anche Jervolino il segretario e fu sentito in paragone di Martino il campanaro. Jervolino aveva avuto la chiave della villa, ma ora questa l'aveva "u
minuto secondo nel cervello! Tutti confluirono in quella dimanda: Che lo avessero già scoperto? La lettera era firmata "Jervolino, segretario". Era
confuso, come dentro a una nebbia, mentre preceduto dal segretario si avviava verso la villa. Strada facendo, Jervolino gli raccontò che era stato da lui un
due minuti dopo Jervolino, il segretario, venne in pianelle, saltando le pozze dell'acqua, e inchinò il barone. Questi intanto aveva chiesto ai
poveri anche la camicia. Io ero presente quando venne il segretario; come si chiama il segretario? - Jervolino. - Precisamente, e disse che forse