: J.-B. de Lamarck. Si vedrà poi come e perché la sua opera sia rimasta sconosciuta e dimenticata per lunghi anni. Verranno in seguito delineate la
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Transvaal, al Precambrico inferiore, fino a 3 miliardi di anni or sono. Un reperto di H. J. Hofmann (1974) in rocce di un’isola della baia di Hudson
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acquisiti: ultimo in ordine di tempo è il biologo russo T. D. LysenkoSulla controversia destata dall’opera di Lysenko, cfr. J. S. Huxley, La génétique
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I tentativi dei biologi per provocare sperimentalmente le mutazioni non avevano avuto successo, finché nel 1927 il genetista americano H. J. Muller
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biologia molecolare, nei loro rapporti con i problemi trattati in questo libro, sono esposti nelle seguenti opere: J. D. Watson, Biologia molecolare del
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Intorno al 1930 alcuni biologi, fra cui primeggiano gli inglesi R. A. Fisher e J. B. S. Haldane e l’americano S. Wright, cominciarono ad esaminare il
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L’ultimo colpo alla teoria dell’ereditarietà dei caratteri acquisiti è stato dato dagli esperimenti di S. Luria e M. Delbrück (1943) e di J
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Fra questi si sogliono considerare Charles Bonnet e J.-B. Robinet. In realtà il biologo ginevrino Bonnet (1720- 1793) si limitò, nella sua opera
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attendere che dal suo cadavere in putrefazione nascano le api. J. B. Van Helmont, nel secolo XVII, affermava che basta lasciare alcuni stracci vecchi e
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- sbagliati - dall’inglese J. T. Needham e il Buffon vi costruì sopra una teoria.
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Le teorie dell’origine della vita sulla terra si possono classificare in quattro categorie (J. B. S. Haldane, 1954):
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ultravioletti, si fossero formate molecole organiche. Idee analoghe, un po’ diverse nei particolari, furono esposte in seguito da A. I. Oparin e da J. W
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Figura 36. Albero genealogico delle scimmie e degli antropomorfi (da G. A. Harrison e J. S. Werner, 1964).
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fra le scimmie e l’uomo. Nel 1936 R. Broom e J. T. Robinson trovarono altri resti simili all’australopiteco nella grotta di Sterkfontein nel Transvaal
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Figura 44. Scheletro di Oreophitecus nelle cave di lignite di Baccinello (da J. Hürzeler).
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Cranio di Oreopithecus (da J. Hürzeler).
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stati trovati, descritti e denominati fra il 1872 e il 1890, ha avuto un momento di celebrità nel 1958. Un paleontologo svizzero, J. Hürzeler, riuscì
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Darwin and Henslow: the growth of an idea. Letters 1831-1860, edited by Nora Barlow, J. Murray, London 1967.
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J. P. Faure, Le cas Lamarck, A. Blanchard, Paris 1978.
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J. Rostand, Piccola storia della biologia, trad. it., Einaudi, Torino 1949.
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J. Huxley, Evolution, the modem synthesis, Allen and Unwin, London 1942 (rist. 1963), trad. it., Ubaldini, Roma 1966.
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J. D. Bernal - J. B. S. Haldane - N. W. Pirie - J. W. S. Pringle, L’origine della vita, trad. it., Feltrinelli, Milano 1957.
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Th. Dobzhansky, F. J. Ayala, G. L. Stebbins, J. W. Valentine, Evolution, W. H. Freeman, San Francisco 1977.
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F. J. Ayala (redattore), Molecular evolution, Sinauer Associates, Sunderland (Mass.) 1976.
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S. J. Gould, Ontogeny and phylogeny, Harvard University Press, Cambridge (Mass.) 1977.
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J. D. Bernal, The origin of life, Weidenfeld and Nicolson, London 1967.
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J. Maynard Smith, La teoria dell’evoluzione, trad. it., Newton Compton, Roma 1977.
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M. J. D. White, Modes of speciation, W. H. Freeman, San Francisco 1978.
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G. A. Harrison - J. S. Weiner - J. M. Tanner - N. A. Barnicot, Human biology, Clarendon Press, Oxford 1964.
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J. Piveteau, L'origine de l'homme, Hachette, Paris 1962.
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V. Marcozzi, S. J., Le origini dell'uomo: l'evoluzione oggi, Massimo, Milano 1972.
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Hofmann, H. J., 125.
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Hürzeler, J., 249-51.
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Robinson, J. T., 245.
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Pringle, J. W., 228.
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Werner, J. S., 232, 235.
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. L’argomento è stato oggetto di due libri recenti: J. H. Winslow, Darwin’s Victorian malady, Philadelphia 1971; R. Colp, To be an invalid: the illness
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. J. Mivart, A. Murray in Inghilterra, il Wigand in Germania, parecchi francesi fra cui il celebre antropologo De Quatrefages, il fisiologo P. Flourens
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sulla stampaCfr. J. R. Tompkins, D-days at Dayton, Louisiana State University Press, Baton Rouge 1965. e su questo processo fu poi anche fatto un film
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