della vita negli strati sociali più umili. Torniamo allora in Italia, e iniziamo da Napoli, che in quest’epoca è la città più popolosa d’Europa, 98
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Tali raggiungimenti, naturalmente, un seguito ce l'hanno, anche se, curiosamente, l’eredità di Caravaggio non è immediata. Ci sono, in Italia, dei
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tradizione classica Camille Corot. Corot intraprende il proprio doveroso viaggio in Italia; ancora giovanissimo, pianta il cavalletto davanti ai
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Ancora in Francia, entriamo nel grande ritratto classico francese, con Pierre Subleyras, un pittore che vive anche in Italia; ripeto che l
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Torniamo in Italia, in particolare in Lombardia, che, anche in questi primi anni del Settecento, costituisce uno dei nodi della rappresentazione
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Lasciamo, allora, temporaneamente l’Italia, per curiosare fra i piaceri della vita francese. Lo facciamo in primo luogo con il grande Watteau, morto
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Italia, con passaporto statunitense e residenza a Ramallah) ha chiesto a trenta palestinesi: «Se potessi fare qualcosa per te, ovunque in Palestina, cosa
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, in Italia Studio Azzurro ha scelto di creare soprattutto percorsi di visita per ambiti non artistici. Tra gli operatori più sensibili è in atto un
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un'attitudine «selvaggia», intrisa di drammaticità e culminante in una rappresentazione gestuale e piena di pathos, l’altro centro propulsore fu l’Italia
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però era già stato avanzato nel 1964 dal filosofo Arthur Danto nel saggio The Artworld. In Italia una buona ricognizione su questi temi è stata
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Italia e impossibili da vendere all’estero. E ciò ne diminuisce il valore in quanto restringe il campo dei compratori potenziali.
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storia: in tutti quei paesi dove è stata sovvenzionata dallo Stato, la libertà creativa ha dovuto fare i conti con i dogmi ideologici; dall'Italia fascista
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stata ceduta l’Alsazia. Negli stessi anni gli autocrati d’Italia facevano decorare le pareti delle loro dimore da affreschi figura 8 inamobivibili
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in volute il rigore dorato delle cornici dei rinascimentali. Perché il Barocco fu il più travolgente movimento popolare delle arti, sorto in Italia e
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Non si sa se sia mai esistito il buon governo in Italia. Le uniche prove che si riscontrano sono quelle contenute nelle pitture. Ma talvolta la
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Il Grand Tour feconda la creatività di generazioni di artisti, musicisti, letterati o aspiranti tali. Alla fine del Settecento giunge in Italia
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Ma che cosa vengono a cercare in Italia tutti questi tedeschi? Quelli d’oggi, si sa, basta fare una piccola indagine sulle spiagge dell’Adriatico
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ci rimarrà malissimo quando una notte figura 19 alle tre, in incognito e in gran segreto, fa attaccare la carrozza e fugge verso l’avventura. L’Italia.
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. È tecnicamente pronto al viaggio e l’Italia è luogo di teatro, di musica, di cose da vedere. Si dice cose da vedere perché Goethe non presterà mai
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Caspar aveva riportato dal suo proprio viaggio di formazione in Italia assieme a un libretto da lui scritto in italiano.
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duomo, Johann Christian Bach, tutti e due maturati in Italia per imparare la lingua musicale e cantata dell’opera. Così si formava un mito italiano
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d’un Medioevo ritrovato che combina al Rinascimento la complessità di Dùrer, altro contaminato dal viaggio in Italia. E ce n’è a sufficienza per
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In Italia si muore. Goethe lo aveva intuito quando se ne ripartì sostenendo che una vita senza scopo equivaleva a una morte precoce. Pforr ci morì
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pittore Koch, già presente sulla scena, li chiamerà Nazareni. Sono il gruppo d’avanguardia d'una nuova ondata che vedrà nell’Italia postnapoleonica una
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il violetto delle plastiche. Erano gli anni di Yellow Submarine. Quando l’Italia stava per entrare nella prima guerra mondiale, invece, si vestì di
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centrale che lungo la riva sinistra del Reno toccava la capitale ad Acquisgrana e poi scendendo le Alpi penetrava il cuore dell’Italia. Non esiste più
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radioline e dell’alta fedeltà, e da pochi decenni se guardiamo alle automobili che girano per strada. Col Giappone imperiale l’Italia fu tristemente
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Milano-Parigi: 1898 — primi anni Dieci. L’Italia giolittiana e le proteste di piazza, la repressione poliziesca e i fermenti anarchici. Uriltalia
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L’Italia. L’Italia agricola si stava ammodernando, produceva internazionalismo e furore. Generava la prima avanguardia, forse folle, sicuramente
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e trasversali, non necessariamente ed esclusivamente tipici dei totalitarismi o dell'Italia del Ventennio. La mascella volitiva parte dalla Grecia
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’Occidente. L’analogia fra le muscolature esaltate d’Italia e quella dei lavoratori del socialismo sovietico nei manifesti di propaganda portò alcuni a
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corretto sia dal punto di vista del gusto che da quello della gentilezza del sentire democratico. Si poteva solo in rari casi, grazie alle Piazze d’Italia
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America quello dolciastro dell’hamburger, in Germania quello proletario del Frankfurter. In Italia non è così.
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un tempio con ritmi cifrati stabili. In Italia non è così.
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L’Italia rimane particolare. Solo il museo di Brera, voluto dall’impero napoleonico, rientra nella categoria dei musei sorti per dislocamento di
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Continuando lungo l’Italia vi sono state altre sedi che, per se stesse, erano padiglioni o luoghi deputati della Biennale. Mi riferisco in
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uno spazio teatrale. E proprio il principio estetico di impedire che un luogo muoia ha a che fare con l’articolazione del Padiglione Italia.
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grado di guardare in prospettiva un arco di cinquant'anni. Cinquant’anni fa cosa capitava, com’era l’Italia cinquant’anni fa? Cinquant’anni fa siamo
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Sessanta, e ne hanno fatto parte quasi tutti gli artisti non figurativi in Italia, quindi Reggiani, Radice, eccetera. Cosa è successo? Che, finito il
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In Italia ci sono stati due esempi eccelsi e molto singolari di questa figura di storico-critico militante così rara da trovare all’estero: il primo
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Un rischio che si corre soprattutto in Italia, dove, negli ultimi quarant’anni del Novecento, è stata fatta una battaglia per cui nuovi o non nuovi
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possibilità di vederli nelle varie Biennali, ossia in quelle esposizioni ufficiali che per anni hanno stabilito in Italia chi fosse artista contemporaneo
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passaggio di millennio. Ed è per questo che nel primo decennio del nuovo millennio ho tentato e tento di vedere quale sia lo stato dell’arte in Italia.
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Da qui è partita la mia controffensiva come responsabile del Padiglione Italia della Biennale 2011, riflessa nello specchio non di un singolo sguardo
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portato in Italia nei primi anni Novanta per una lezione alla Fondazione Ratti di Como, l’ho ritrovato nelle sale della sua mostra a Madrid; e ho
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viaggiato poco, soprattutto in Italia, dove pure López García non mancò di guardare e ammirare - fino a esserne sopraffatto - gli innumerevoli grandi
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due principi: che il Padiglione Italia, nel centocinquantesimo dell’Unità d’Italia, non poteva essere soltanto il Padiglione dell’Arsenale, a Venezia
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Il Padiglione Italia, dunque, si è configurato in questa dimensione non misurabile e soprattutto dominata dalla mia mente, nel senso che ho indicato
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questo maestro di scuola che ha riempito tutte le stanze di casa sua in un accumulo ordinato dalla sua mente. Queste stanze sono il “Padiglione Italia” per
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