sfortunati, un altro secolo di trasformazioni continue, una legione di grandi ingegni che spesero intere vite attorno a un perfezionamento che un altro
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dimostrerà che tal principio non influì sulla scuola, perchè i vari mirabili ingegni che vi si educarono, ebbero grande libertà di predilezioni e un
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condizione posta da Dio perchè i grandi ingegni possano afferrare sè stessi. Ma nel nostro caso c’è un’altra considerazione da fare. Guido desunse dal
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aggredire con arroganza i moderni, anzi apprezzava gl’ingegni di adesso, animava i giovani volonterosi, e, ad ogni indizio di appetito storico nel suo
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’ingegni forti, che somiglia alla riservatezza d’una bella pudica. E quella circospezione rispettosa, che infine è desiderio di non deviare la mano fuor
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avevano operato artisti che tra il quattrocento e Michelangelo si potevano dire intermediari. Diversi pel vigore e per l’estensione, gl’ingegni del
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grandi ingegni, perchè i grandi ingegni non sono imitatori. Questi, appropriandosi i caratteri più superficiali del modello, non ne penetrano il
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rinunzia facilmente a ciò che rappresenta il più eccelso premio concesso dalla natura a chi l’ha proseguita d’amoroso studio, e perchè gl’ingegni minori
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’arte era spinta da due ingegni prepotenti sì che non sembrano umani, Leonardo e Michelangelo, cooperatore del gran moto, ma troppo chiuso nel suo
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troppo vicino all'altro, l'uno non sente le stonature dell'altro. Questi due uomini avevano una stima illimitata dei loro ingegni e nel conseguimento