appena mediocremente educata che non la conosca più o meno a fondo e non s' ingegni al bisogno di cinguettarla.
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Si vorrebbe guardare più alle speranze che alle memorie, e, trovando per caso degli ingegni nuovi di giovani poco noti, si avrebbe l’ambizione di
Giocondo, veronese, detto la Fenice degli ingegni, o da quell’Antonio Rizzo, pure veronese, che, autore della Scala dei Giganti e di una parte del cortile
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C’è, fra gli altri, quattro giovani scultori a Firenze, che non sono di primo pelo: ingegni, quale più, quale meno, singolari e degni di essere
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Così è: certi ingegni materializzano l’ideale; fanno di una fenice un pollastro. Cert’altri invece, e sono gli eletti, sanno in un tronco d’albero
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A incarnare il Cinquecento romano occorreva. Michelangelo. Non bastavano gli ingegni di Baldassare Peruzzi, autore della Farnesina, di Antonio da San
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veridica, lo potevano odiare, i fanciulli lo dovevano amare tutti. E noi da ragazzi lo abbiamo tanto amato. I suoi apologhi fanno sui teneri ingegni
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’ogni tempo e d’ogni paese. Negli ingegni v’è per solito uno squilibrio di virtù: una di esse soverchia, ed allora nelle loro opere il dominio o anche
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Il Civiletti, giovine ch’è alla sua seconda opera non ignota, ed il Gallori, ch’è alla sua prima, paiono invece due audaci ingegni, impazienti di
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animali striscianti, viscosi, schifosi ed a quelli che sembrano pianticelle fiorite. I due ingegni più spiccatamente napoletani fra tutti quelli della
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Riusciti vani i tentativi di spiegare i moti celesti per sfere concentriche, gl’ingegni si rivolsero ai moti eccentrici, ma a tutti i tentativi di
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