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«Corriere dei Piccoli» 9, Anno XXVI (4 Marzo 1934)

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AA. VV. 21 occorrenze

Entusiasta, il re dei Bagalòn comperò con due denti di elefante dal signor Gallingani, il padrone del Circo, il bravo Fanfarino, pensando che un tal

Ma il palo a cui Fanfarino stava legato non era un palo: era l’albero d’un veliero sommergibile che esplorava il gran fiume dei Bagalòn. Il veliero

E gli presentò come suo gran maestro Fanfarino, il quale subito diede a Bagolino una prima lezione di ocarina. Ma al suono incantatore sorsero dall

Sulla nave si trasporta il bagaglio d’ogni sorta.

Bomba il cuoco, a bordo appena, già provvede per la cena.

Spiega al capo il duro dramma: “Faccia tosto un telegramma!”

Giunge il treno a Bizzibio. “Scende lei? Scendo pur io.”

Ma il “numero” che più meravigliò i selvaggi fu quello musicale, in cui Fanfarino, novello Orfeo, suonando l’ocarina, ammansì il vecchio leone mezzo

Gridò, ma invano: - Io sono un asino! Io sono uno stupido! Sarà più il fumo che l’arrosto. Non mangiatemi. - Rise con aria furba il Re, e ordinò ai

Corre corre trafelato, ma già il treno se n’è andato.

Giunti a Corte per via fluviale a bordo di un ippopotamo, Re e precettore trovarono, infatti, il principe Bagolino che, aggrappato con le mani al

Il giorno dopo, il Re lo condusse a caccia del leone con l’ocarina, ma Bagolino suonò così male che la belva, sdegnata, lo avrebbe mangiato in un

Il quale, povero innocente, dovette pagar lui l’insuccesso del suo reale ma ignorante allievo. Egli, infatti, al ritorno dalla caccia fu preso, per

Arcibaldo, per prudenza, viceversa allunga il passo; sulla cauta sua partenza non desidera far chiasso...

Son le solite Sirene, che con dolci cantilene fan dall’onde capolino per attrarre il birichino.

Ma lo vede il servitore e, con aria premurosa, grida amabile: “Signore, cerca forse qualche cosa?”

Ahi, non piglia il cameriere, ma... ben altri. “Venga qua: m’accompagni, bel messere, da madama Falpalà!”

Il Tritone, reso cieco, chiude quindi in quello speco, e con gli altri prigionieri se la fila volentieri.

sapiens, parlando ai selvaggi Bagolòn il dialetto milanese, e contando fino a dieci sulla punta della dita, senza mai uno sbaglio.

Ciò accrebbe la considerazione che il Re già aveva per Fanfarino, al quale lasciò costruire una vera e propria “Regia Università” scavata nel tronco

Egli preferiva, dispettoso, far piangere i coccodrilli, e un giorno che il Re lo prese per l’anello del naso e lo rimproverò di non studiare, ebbe l

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