. Il famiglio si difende e difende la sua preda menando colpi con la spada. Il ragazzo gli sfugge. Inferocito, il famiglio gli cala un fendente sul collo
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Il Vescovo e i Canonici, l'Inquisitore e i suoi Notai, guardano, silenziosi e immobili. Un raggio di sole rompe la nuvolaglia grigia. Il sole
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La Piazza Maggiore di Parma. A destra il Palazzo del Vescovo, preceduto da un ripiano rialzato su due scalini: un loggiato chiuso da cancelli di
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Il popolo, i prigionieri, tutti stanno, con l'animo sospeso, per udire la risposta di Gherardo. Il cielo, che s'è andato rapidamente oscurando e
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Il Vescovo
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. Entrano il Vescovo e il Podestà.
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Gherardo ha assistito al breve assedio dei due soldati dal cortile della sua casa. Due tre volte ha mosso il piede, per andare e intromettersi, ma
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Il Cieco
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È notte. Il silenzio è rotto soltanto da rari lontanissimi echi di voci. Da sotto il portico della casa là in fondo una donna miseramente vestita
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Il Guercio
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Il Notaro
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Il Podestà
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Il Rosso
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Durante il discorso del Vescovo il cielo si è andato coprendo di nubi e s'è oscurato. S'ode un rombo di tuono, e un'onda di vento passa sulla folla
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S'allontana la compagnia degli spensierati, ed escono sulla strada e s'allontanano i mendicanti. Il Guercio e il Notaro si son messi dietro alla
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Tutt'intorno il popolo, inginocchiato, mormora orazioni.
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Appoggiato a uno stipite della porta di casa dei Putagi, Gherardo segue con occhi smarriti il moto ondeggiante della folla che esce per le tre
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Piangendo e singhiozzando si dirige verso il portone che dà sulla strada. Lo apre. Vede tutto buio, fuori, e arretra. E si odono, vicine, le due voci
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Per la via che mena al torrente sono ormai scomparsi i famigli e Gherardo in mezzo a loro, e dietro a loro il traditore. Mariòla si riscuote, corre
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Il corpo squassato dai singulti, si abbatte bocconi per terra. E allora dalla turba dei Flagellanti, i quali hanno ascoltato in silenzio la
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Gherardo si riscuote, si desta. Alza il capo, si volge e vede i due, là in fondo presso la porta. Sta intento ad ascoltare, un momento. Poi si muove
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Gherardo sta, un attimo, attònito: e scruta negli occhi, sospettoso, il Podestà.
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, dalla strada che sta oltre il Duomo verso il Palazzo del Vescovo. Si fanno largo roteando col braccio libero la spada, e due soldati li precedono
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Uno stanzone a pian terreno del palazzo vescovile, verso il cortile. Due strette ed alte finestre inferriate nel muro di fondo, una porta a sinistra
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Gherardo lascia cadere il pezzo di legno, si appoggia al tavolo, si passa le mani sul capo.
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Il cancello del Palazzo viene aperto a mezzo, dall'interno, e ne esce l'Assessore del Podestà, scortato da quattro famigli armati.
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E i famigli corrono su Gherardo, lo mettono in mezzo, lo prendono, lo trascinano via, per la strada verso il torrente.
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I Frati Bianchi si avviano verso la chiesetta e vi entrano. Solo è rimasto presso Gherardo il fraticello giovinetto.
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Il cielo si tinge di rosa alla prima luce del giorno: impallidisce e vanisce la luce dorata delle stelle.
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Il Fraticello corre in chiesa. I Frati Bianchi escono sulla piazza, atterriti. La campana suona. E gente viene, da ogni parte, correndo.
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irrompe sulla piazza. Il popolo è spinto verso il Duomo e costretto su la gradinata che vi sta davanti. E una parte degli armati si pone ad arginar la
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Il cortile della casa di Gherardo. A sinistra la facciata della casa, una casa di pietra bigia, a un solo piano oltre quello terreno. Sopra la porta
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porta dei Putagi, ingrossando il gruppo sul pianerottolo. In mezzo a loro Fra Gherardo, che non ha alcuna particolare insegna del suo grado e della sua
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«Gherardo». Gherardo dà un urlo straziante, getta la picca e appena fa in tempo a raccogliere nelle sue braccia la donna ferita. Il popolo si ritrae
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Il Fraticello si china, con impeto fanatico, a baciargli le mani, e rientra in casa. Gherardo si abbandona seduto su la panca sotto l'olmo.
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scalinata. Il Vescovo gli è a fianco: e dall'altro lato si pongono il Podestà e l'Assessore e i Giudici del Comune, e l'Inquisitore coi suoi Notai. Mariòla
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Spossato dal violento sfogo, Gherardo si appoggia ancora al tavolo. Il Podestà lo fissa silenzioso, e ride di un riso sprezzante che lo disanima e
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L'Assessore rientra, e il cancello vien richiuso. I quattro famigli e alcuni altri, usciti mentre quello parlava, avanzano a far sgombrare la parte
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La scena si riapre. Una strada, fuor delle porte della Città. A sinistra la casa di Gherardo: cioè il muro di cinta del cortile, col portone nel
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Una piazzetta, centro di stradette e vicoli, fra la Porta di Santa Croce e il torrente. Una di queste strade, stretta e scura, si apre di fronte
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Assorto nella divina visione rievocata con voce languente di commozione, Gherardo ora tace. Mariòla, che gli è seduta vicina, appoggia il capo contro
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moltitudine gridando - più alta La sua voce e più di tutte squillante - il suo grido.
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petto gridando appassionatamente il suo nome. Ed essa gli si abbandona.
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Il crepuscolo avanza. Gherardo va sino alla porta della sua casa, e si lascia cadere seduto sul primo scalino. La fanciulla s'è fermata vicino al
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Si avvinghia a Gherardo, il corpo scosso da brividi e fremiti. Egli la stringe un momento al suo petto, smarrito. Ma subito la respinge con una
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E si volge e si dirige verso la porta, per uscire, insieme col Vescovo. Gherardo rimane per un momento come impietrato: poi si slancia, raggiunge il
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abbandona e vi si rannicchia, e nasconde il viso fra le mani. Mariòla ha udito il rumore. Si affaccia, vede l'uomo seduto. Sorride e scompare. Un
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Le voci dei due ubriachi si confondono, lontane, in una sghignazzata. Gherardo lascia cadere il coltello e si volge. Mariòla è là, appoggiata al
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Stupenda notte: il cielo stellato, e l'aria appena mossa da lievi ondate di vento. Profumi di fieni tagliati, di giardini fioriti. Silenzio. Ed ecco
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Rumore di passi dalla strada verso il torrente: son due uomini armati, famigli del Podestà. Gherardo li vede: afferra per un braccio Mariòla, e
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