AL LETTORE........... Pag. VII Il buon Pastore...........„ 1 Il barone di Fontane Asciutte ......„ 87 L'amuleto.............„ 133 Il fascio del
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porta della stalla. Il sole stava per tramontare dietro un ammasso di neri nuvoloni che ingombrava l'orizzonte, e tutta la campagna attorno luccicava
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Il fuoco covava sotto la cenere, e il canonico Rametta s'incaricava, a fin di bene, di tenerlo vivo. Buona pasta d'uomo, un po' corto di cervello
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Dapprima il barone aveva crollato le spalle, sorridendo di compassione alle osservazioni della baronessa che gli manifestava timidamente i suoi
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baronessa, quasi a rifugiarsi sotto le ali di lei e ripararsi dalla tempesta che stava lì lì per scoppiare. Il barone comparve su la soglia, pallido, con
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La baronessa e le figlie, quando il barone più non comparve in casa, erano rimaste atterrite del loro audace tentativo e avevano abbandonato la
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Il barone aveva ricevuto una lettera di Rosaria che gli domandava perdono e gli annunziava la sua partenza per Siracusa, dove era la casa delle Suore
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Zingàli non perdonano mai! Vanno all'inferno, ma non perdonano! Mai! - aveva risposto il barone. - Non siete cristiano dunque? - Cristiano battezzato; ma
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da anni ed anni. I contadini ogni sera tornavano in paese, ed egli restava solo colà, aspettando il plico del procuratore Cerrotta; che doveil portagli
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Fin allora era rimasto ad abitare le due stanzette della casuccia dov'era morta sua madre. La camera di lei però non poteva più contenere il deposito
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, troneggiava seduta dietro il pancone, rispondendo ai saluti degli avventori, aiutava il marito nel prendere qualcosa indicatale col gesto, attenta
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.... Perchè? Il suocero insisteva, ma Giovanni, in risposta, alzava le spalle, seccato. Non era una bella vita quella che, da una settimana, sua moglie lo
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Per due giorni il negozio era rimasto chiuso come per lutto. Giovanni, nell'angolo della stanzetta accanto alla cucina, al buio, non aveva più forza
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Il cavaliere don Mimmo Li 'Nguanti era tornato a casa con un diavolo per capello, accompagnato da tre o quattro dei suoi più fidi partigiani che
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La cosa era stata organizzata alla chetichella, perchè il Sindaco e il suo partito non prendessero ombra e non cercassero d'impedirne l' attuazione
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Cipolla, da factotum di casa Li 'Nguanti, era diventato in pochi mesi factotum del Fascio di cui il cavaliere era presidente, cassiere, conferenziere
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la schiena, col cuore pieno di compassione per quei due a cui l'ignoranza, e la miseria impedivano di comprendere il male che facevano; ruminando
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lui? Suo marito, il cavaliere, come ella Io chiamava parlando con certe persone, era galantuomo provato e aveva le mani nette. Non si poteva dire
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La vittoria non era poi stata splendidissima; della lista del cavaliere, due soltanto erano riusciti eletti, lui e il notaio Pitarra. E il cavaliere
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E da lì a due giorni le trombe del Fascio, tutte e otto, suonavano sinistramente mentre la folla tumultuava nella Piazza Grande, e il Bracco
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Don Mimmo Li 'Nguanti sembrava un reo davanti al Giudice Istruttore, al Delegato e al Capitano della truppa, mandati dal Governo per fare il processo
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Il piano nobile del vecchio palazzo del duca Bompensiero era occupato dalla vedova Garacci che vi teneva una pensione. Di fuori, il palazzo
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Ma, ecco, un giorno, infilo il corridoio, picchio all'uscio del buco, e una voce grossa, da burbero, grida: - Chi è? - Sono io, professore. - Ha
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altro! Seppi, dopo, che la signora Garacci aveva ripetuto due volte il giochetto e le era riuscito a maraviglia. Seppi che i pensionanti chiamavano
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Dopo il quarantotto, s'era lasciato crescere la barba come protesta contro i Borboni. A lui la polizia non dava noia perchè lo sapeva innocuo
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Quell'angosciosa nottata egli non l'aveva dimenticata più; il riverbero di quegli incendii gli era rimasto davanti agli occhi, e negli orecchi i
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Nuovo re, nuova legge. Questa volta lo zi' Croce era tornato a casa senza aver veduto neppure da lontano il fumo delle fucilate. Aveva preso le
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Lo chiamavano don Pietro il Gobbo, ma il gobbo veramente era stato suo padre che, pur avendo duo gobbe, una davanti e l'altra di dietro, aveva
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anni ed anni, ogni giorno, a ora fissa, verso le cinque pomeridiane, il notaio deponeva la penna, chiudeva nell' armadio atti, registri, minute, staccava
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Un mese dopo, una mattina, di buon'ora, ecco uscire di casa dal notaio la chioccia coi pulcini, e lui dietro; andavano a vedere il posto della casa
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Ah! quel dottor Ballocco era stato un uccellaccio di male augurio. Sì, sì, nella casa nuova si stava larghi e comodi, ma quell'inverno il povero
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Il notaio Barreca, pareva incredibile! non aveva mai pensato che un giorno o l'altro quelle otto ragazze doveva maritarle, dotarle, se non voleva
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La casa fu ribenedetta; le sorveglianze e i rigori aumentati. Ma era davvero destino, come aveva detto il notaio. All'anno preciso, una bella mattina
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campane, per paura che non crolli.... Bella! è vero?... Di rimpetto, il palazzo del barone Saccaro, tutto in pietra intagliata.... Guardi, ecco il barone
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, così delicato a così bello, assai più che se fosse stato davvero figlio loro. - È un angelo, zi' Cola! Il vecchio zi' Cola, dall'uscio di rimpetto
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Rosa diventava rossa dalla contentezza quando vedeva tornare dalla scuola il bambino, con la tasca d'incerata a tracolla; e stava a guardarlo
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Per Rosa e suo marito, il giorno della loro andata a Caltagirone a prendere il bambino, il giorno in cui lo avevano menato a scuola, e l'altro che
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- Non vi potete opporre; i figli sono dei padri; la legge vuole così! - aveva detto mastro Simone il fabbro-ferraio, che ne sapeva più di un avvocato
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il cuore in pace! Nè lei, nè il suo birro l'avrebbero spuntata! E le grida e le minaccie e gli schiaffi (don Franco era diventato troppo manesco
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tagliava nella madia; e ora spennava il gallo e le tre galline da fare in stufato; il pane, lo avrebbero infornato la sera avanti per averlo fresco
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Il prete era a pie' della gradinata scavata nel vivo masso, col sagrestano e l'Eremita. La cavalcatura del prete, legata a un albero, mangiava
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aveva parecchi anche questa volta, ma il pensiero tornava con strana insistenza, a dispetto di tutto, a occuparsi e preoccuparsi della Trisuzza e della
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sembrava volesse far riuscire veridico il sogno, don Pietro sorrideva di soddisfazione immaginandosi la sorpresa della Trisuzza e di Tinu Mèndola quando lo
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Oh! Gli sembrava proprio di essere il buon pastore che riconduce all'ovile la pecorella smarrita! Ed ora che poteva riflettere tranquillamente a
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proprio a lui ancora in fasce per paura forse che il padre di esso, giuocatore indurito, non la avesse venduta o caricata di ipoteche prima che il
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Don Pietro, ceduto il suo lettino alla ragazza, si era buttato senza svestirsi sur un pagliericcio che si trovava per caso nella stanza accanto. Non
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Il procuratore legale don Emanuele Cerrotta apriva il suo studio assai prima dell'alba pei clienti provinciali, mattinieri e solleciti, che avevano
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Non tornò nè più tardi, nè domani, nè settimane o mesi dopo. Il Buon Pastore aveva ricondotto ormai la pecorella smarrita nell'ovile e la sorvegliava
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panieri di frutta, cestini di uova fresche, mazzi di asparagi o di cicoria, secondo le stagioni; colà ella si confessava, il primo e il quindici di
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Il barone don Pietro-Paolo non si era mostrato in famiglia meno despota del barone don Calcedonio. Come egli era rimasto zitto e quasi tremante
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