(leva il capo verso di lei, e tira via senza rispondere)
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, ripiegando della biancheria di bucato. - Donne lungo il viale per andare in chiesa. Un contadino seduto sotto la tettoia, col mento fra le mani
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(il carabiniere rientra)
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È andato a Francofonte per il vino.
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(levando il fiasco di mano a compare Alfio e dandolo alla Gna' Nunzia)
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Vostro figlio Turiddu è ancora qui. L'ho visto stamattina. Non ha il berretto rosso di bersagliere?
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«Il Carnevale fallo con chi vuoi. Pasqua e Natale falli con i tuoi»
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Io non lo so, cosa dice. Questo è il mio mestiere, comare Camilla. Il mio mestiere è di fare il vetturale e di andare sempre in viaggio di qua e di
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(facendosi il segno della croce)
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e qui ci porto il giudizio per mia moglie, e per gli altri anche.
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(non risponde e china il capo)
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(celandosi il viso nel grembiale e scoppiando in lagrime)
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Bè! Poi al suo ritorno la trovò maritata con compar Alfio il Licodiano, e si mise il cuore in pace.
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O poveretta me! Cosa mi vieni a dire! ... Non può essere; ti sbagli; compar Alfio si sbaglia anche lui!... Poi ci sono tanti che hanno il berretto
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Ma essa no! Essa non se lo mise il cuore in pace.
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Ah, voi non andate neppure alle funzioni di Pasqua, comare Santa? Volete che recitiamo insieme il santo rosario?
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Ah! ecco perchè volevate che vi lasciassi stare!... Eccolo il merlo... Ora me ne vado anch'io.
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Vedete, io faccio come il campanaro, che chiama la gente in chiesa, ma lui se ne sta fuori.
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Il giorno di Pasqua!
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Lui! Ah, è questo il grande amore che mi porti? che vai a mettere di queste pulci nell'orecchio di compar Alfio? e risichi di farmi ammazzare?
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Che importa? Non le volete bene ancora, quantunque sia maritata? Ed essa non vi ha rubato a me per gelosia? E non mi sento qui dentro il fuoco per
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Gli dicevo che oggi è giornata grande; e il Signore, di lassù, vede ogni cosa!
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(si china a toccare il suolo colla punta delle dita, che poscia si reca alle labbra)
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Ringraziatelo, gna' Lola, quand'è così. Che alle volte si dice: «Quello, nella terra su cui posa i piedi, non è degno di metterci il viso».
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Tu piuttosto! Vuoi farmi l'affronto di mostrare a tutto il mondo che non son padrone di muovere un passo; che mi tieni sotto la tua scarpa come un
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Oh, il Signore che vi manda, compar Alfio!
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Me ne importa per voi che, mentre girate il mondo a buscarvi il pane e a comprar dei regali per vostra moglie, essa vi adorna la casa in altro modo!
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Pel nome di Dio, gna' Santa, che se siete ubbriaca di buon'ora la mattina di Pasqua, vi faccio escire il vino dal naso!
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Scellerata non siete voi, comare Santa. Scellerati son coloro che ci mettono questo coltello nel cuore, a voi e a me. Chè se gli si spaccasse il
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Questo dico io : per qual motivo dovreste essere in collera con me che non vi ho fatto nulla poi il giorno di Pasqua ha da essere come il bucato, se
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Via, via, oggi ch'è Pasqua! Non mi fate il muso lungo anche voi. Vi spiegherò più tardi, Vedete gli amici qui che aspettano?
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Parola mia, comare Camilla! I bersaglieri, sapete bene, sono come il miele per le donne... con quelle piume. Bel moretto di qua, occhiate che
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(colmandogli il bicchiere).
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(butta il vino per terra e posa il bicchiere sul deschetto. Rimangono a guardarsi un istante negli occhi).
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(respingendo il bicchiere col rovescio della mano)
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Vuoi dire che facciamo la mala Pasqua, gna' Nunzia! E il vino che abbiamo bevuto insieme ci andrà tutto in veleno!
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(Tutti corrono verso il fondo, vociando; la gna' Nunzia colle mani nei capelli, fuori di sè. Due carabinieri attraversano correndo la scena. Cala la
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A Santa Margherita, nella casina del Canonico stavano recitando il Santo Rosario, dopo cena, quando all'improvviso si udì una schioppettata nella
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moglie di lui gli aveva lasciato il mulino, e un orticello, che si affacciava dentro le finestre, un mese ogni anno, col verde delle piante, e altro
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ECCO come fu. — Vero com'è vero Iddio! Erano in tre: Ambrogio, Carlo e il Pigna, sellaio. Questi che li aveva tirati pei capelli a far baldoria
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aggravata nella notte. Il medico, prima d'andarsene, aveva scritto un'ultima ordinazione sul tavolino dell'anticamera, volgendo le spalle all'uscio
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medici prescrivono il riposo dell' anima e del corpo, e il clima di Nizza o di Napoli. GIACINTO.
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, se vi confesso anche cotesto! Ho vista la vita dall'altro lato. Se sapeste che rovescio! La giovinezza, il passato, voi! Quante cose si vedono nelle
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rumore dinanzi al dottore, il quale giungeva calmo, col sorriso mentito in quell'attesa angosciosa. La contessa si rizzò senza poter dissimulare un
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Sorrento, 25 marzo. È proprio vero. Sto meglio, son quasi guarito, intendete? Il male non era così grave come si temeva. Chi ne sa nulla? Questi
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Sorrento, 16 aprile. GIACINTO supplica e scongiura a mani giunte VIOLA di fargli avere un rigo, una parola qualunque sia, perchè il silenzio
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. E le teneva le mani, tremante. — Povera bimba mia! Povero amore! Guarirai presto, sai! L' ha detto il medico. — Sì, mamma. — E... e... sarai felice
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Il matrimonio della contessina Bice fu annunciato officialmente pochi giorni dopo che ella entrò in convalescenza. Amici e parenti venivano a
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sgridava perchè passava le mattinate in chiesa a salvarsi l' anima e perdere il corpo. Parlava di semplici raffreddori. In realtà entrambi pensavano ad
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Anna s'era ammalata. Prima accusò la stanchezza del viaggio, poi le commozioni, o un colpo d'aria. Stette circa tre mesi fra letto e lettuccio, e il
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