Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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TAVOLOZZA

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Praga, Emilio 48 occorrenze

TAVOLOZZA

Che fantasima d'abate ho scontrato stamattina, sul sentier della collina! Pover'uom, per esser frate, era magro e curvo e smorto: certo il pranzo

TAVOLOZZA

, tramontati i caldi affetti frema ancor l'età senile all'arrivo dell'aprile ; della speme tornan gli angeli, o vi afferra il disinganno? Dice il cor: siam

TAVOLOZZA

O notturno splendore, o vergine divina! Tu che commuovi, sorridendo, il core dell'uomo e dell'oceano, solitaria dei cieli, adoro la tua luce, amo i

TAVOLOZZA

Oh tesor negli scrigni giacenti, oh dovizie all'azzardo diffuse, e cui spesso sbadata profuse una man che ignorava il dolor! Oh metallo alle belle

TAVOLOZZA

della cattedra l'odore, risento il gelo delle vaste scuole, e riveggo il bidello e il professore. . . Oh memoria crudel, spina del cuore! E dove sono il

TAVOLOZZA

Datemi un nappo, datemi dei versi; le imposte aprite, entrino i venti e il sole: quanti fantasmi nel cervel dispersi! Che musica di forme, e di

TAVOLOZZA

Schiudesti appena il tuo logoro ombrello, e giù d'urti e di inchieste ti circonda di pescatori un garrulo drappello, e dura legge è pur che si

TAVOLOZZA

Vengono al mar quando la luna accende per gli spazi tranquilli il mesto vel; vengono al mar quando la nebbia stende le bianche braccia e lo congiunge

TAVOLOZZA

Quando muoiono i fiori ai davanzali, e quando i vetri la nebbia accarezza, e le rondini in mar battono l'ali, e del negro fanciul di val Vegezza il

TAVOLOZZA

gentil donzella un fior donavagli, pegno di fé; il padre antico di quell'amico gli vide il simbolo dentro il gilet ; la madre fella della donzella il vaso

TAVOLOZZA

non mi vedete alla chiesetta, non paventate l'ira del Signore: non è incenso o latin che lo diletta, ma il profumo, ma l'estasi del core! E il mio cor

TAVOLOZZA

- Levatemi le coltri! ... è maggiorana, che bisogna piantar nel mio giardino Ascolta ... a festa suona la campana ... ma che fa qui in un angolo il

TAVOLOZZA

Preda dei vermi languidi, sarà vendetta mia, per entro all'ossa putride studiando anatomia, nuda veder l'origine d'ogni mia pena, il cor! E la ragion

TAVOLOZZA

: le stelle brillano sui nostri amori, il suol ci germina serti di fiori, ma tutto è tenebre pria della culla, e dopo il feretro vediam più nulla!

TAVOLOZZA

avaro.- - Mi parli già da mesi, o giovinetto, e sai se al mondo ebbi più caldo affetto; sai che di baci mi bruciasti il viso, sai che m'addenta il cuore

TAVOLOZZA

Spesso i sogni che all'anima son belli, ti aleggiano d'intorno al primo albore, quando fuor del verone i mesti augelli sospirano del cielo il

TAVOLOZZA

note indefinibili che han le campagne e il mare. Io, come un uomo celibe, che per passar la festa esce all'aperto, e in ozio vagando alla foresta coglie

TAVOLOZZA

Son solo: il portico dell'osteria mi manda i cantici dell'allegria, qui, dove mesto tra stranie mura, penso alla incerta e fosca età ventura. Quei

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Uom, tu che nasci in maschera, e mascherato muori, osi insultar, se incognito è anch'esso il Dio, che adori? Vorresti tu conoscerlo ed affisarlo

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spettatore. Il somaro che innalza i caldi lai spiri dagli occhi un'aria sofferente qual di chi spera, e lieto non fia mai: poi quando la tua tela mi darai

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', la casa di Gilda è già segnata! - Ve' la finestra qui del Reverendo! Or che la fante gli cadde malata, anch'egli il pover'uom va impallidendo

TAVOLOZZA

Chi partìa dalla bella laguna verso il golfo che pari non ha, e dell'arte l'intatta fortuna ricercava alle cento città; chi movea dall'avello di

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poté rispondermi né il come, né il perché!

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Una mesta mi additarono giovinetta a brun vestita, e mi dissero: - É la Rita che ha perduto il genitor! - Pochi mesi sorvolarono, la rividi in una

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muro, monumento futuro, in cui di verde l'edera ha vestito i fior che adora il profumier perito, e, amor dei vati e amor dei ciabattini, i pampini

TAVOLOZZA

Ho il canto dell'ùpupa, ho il viso di un prete, le penne di un passero sfuggito alla rete, fanciulla, per essermi sì cruda e severa? Se' tu

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Spesso una voce incognita mi dice: - O giovinetto, perché dolente hai l'anima, e pallido l'aspetto? Di desidèri inutili, oh, non ascolta il grido

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che sul misero guanciale rassegnati riposino i morenti, assopiti aspettando il funerale corona alle sciagure, e ai patimenti. Lasciateli coll'angelo

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Versate amici il nettare divino! Bruna è la notte, e la face scintilla: spumeggi in cor coll'ispirato vino la musa brilla! Splende la face e

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Il lungo e magro professor di greco, che quasi odiar mi fece il divo Omero, fu stamane a vedermi al mio studietto. La tavolozza mia si tinse a nero

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gli eventi agli amici del tuo viaggio lontano, e innamorarli dei lidi ridenti! E quando, solo al tuo lavor, la mano trascorre, e vola il cuore, ancor

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culla; e quando esce di casa a far mazzetti della viola sui margini odorosa, e a sospirar nei placidi boschetti il dì che intrecci ghirlanda di sposa: non

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; lungi, nei prati che la nebbia bagna, la città sulla gotica sua fronte alza l'antica cattedral grifagna, sparuta come il vertice di un monte ... - Non

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raccomanda. Si comincia a educare il gatto o il cane con cento schiaffi, ed un soldo di pane, poi si contano travi e casseruole, poi sospinta la serva alle

TAVOLOZZA

Oh ditemi il segreto, erranti stelle, dei vostri eterni palpiti! Qual desio vi commove il petto ardente, quale amor, nella bruna aura tranquilla, vi

TAVOLOZZA

madri italiche tutte ammonir la prole, perché di Roma il sole un lampo, un lampo fu! Quei bimbi che inneggiavano or più non siam, perdio! Siam la legione

TAVOLOZZA

Come fra nebbia nei boschi caduta, io dell'età vissuta, rammento i giorni sacri al primo amore; quelli in cui sbuccia il core come dai chiusi petali

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di serenate! ... Dimmi, quanti morirono sotto tue lunghe occhiate? Ringraziane il pittore! La tua sembianza suscita faville ancor d'amore, la tua

TAVOLOZZA

Ecco una landa solitaria e bella come la speme di un morente. Il cielo è di un vivido azzurro e senza velo; contadina che spigoli sul prato, né carro

TAVOLOZZA

Quando scendo alla riva del mare lungo il lido di sabbia minuta, ove tragge la barca sparuta il nocchiero che all'alba tornò; o fanciulla, vien meco

TAVOLOZZA

Oh bello è pure, al soffio dell'aura mattutina, il Corso, ove s'esercita la boria cittadina quando sui tetti e i platani da lunge il sol si specchia

TAVOLOZZA

melodi, né di stola m'appaia il candore ... di lassù qui mi canta le lodi della luna e del mar lo splendore; e qui, meco, sull'umile prora, qui sta

TAVOLOZZA

Dio promise, in questo oh grande e buono! a chi avrà molto amato, il suo perdono! -

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dell'aprile candide sorelle! Somigliategli in tutto, disprezzate chi non adora che la vostra pelle, e soltanto le fide anime amate che, sotto il velo

TAVOLOZZA

- Per la deserta strada, o viaggiatore, dove t'affretti ai raggi della luna? una madre lasciasti, il genitore e sposa e bimbi, per cercar fortuna? La

TAVOLOZZA

L'ho visto il quadro ... è bello, è sorprendente! Che gagliardo color, che forma pura! ... Però nel fondo non capisco niente, e l'argomento mi mette

TAVOLOZZA

il nome dei compagni suoi: scusatemi, dei vizii è la brigata, che per danzar dimenticaste a casa; e è la virtù di gigli incoronata, quella che entrar

TAVOLOZZA

un tremulo bosco di antichi olivi, e la cadenza dei suoni giulivi anch'essa, a poco a poco, fra i rami si perdette ... Oh dolce cherubino risali il tuo

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